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"Il popolo che rinuncia alla libertà per la sicurezza, non merita e non avrà né libertà né sicurezza" (Benjamin Franklin)

martedì 3 febbraio 2009

Questa è la mia terra e io la difendo ...
Magari qualcuno si ricorderà di lui, di Giuseppe Gatì, il “contestatore” di Vittorio Sgarbi. Proprio quel giovane che durante la presentazione dell’ultimo libro del critico dell’arte, si alzò e gridò: “Viva il giudice Caselli! Viva il pool antimafia!”. Non servirono i calci, le aggressioni e quelle due ore chiuso in una stanza, trattenuto contro il suo volere; non servì il capovolgimento dei fatti che da aggredito lo fecero divenire aggressore e nemmeno le immagini girate mentre tutto accadeva. Non servì nulla di tutto questo per fare notizia. Ma la sua morte sì. Solo la sua morte è riuscita a fare notizia. Faceva l’operaio nel caseificio del padre, a Campobello di Licata, morto folgorato da una scarica elettrica, mentre lavorava. Aveva costruito un blog, un piccolo spazio virtuale in cui esercitare la sua voglia di cambiamento, in cui regalare speranza e forza a tutti i giovani siciliani, come lui, come tutti noi. Era uno di quei pochi giovani con la voglia di lottare per la libertà e non rassegnarsi alle ingiustizie, alla corruzione e alla mediocrità dell’Italia e che è stata vittima di una delle tante piaghe dell’Italia stessa.
“Io ho deciso di rimanere qui, perchè non devo essere io ad emigrare per non “sporcarmi le mani” per cercare un lavoro, ma deve andare via chi questa terra l’ha martoriata. Ho creato un piccolo spazio cartaceo che periodicamente metto in giro (volantini e manifesti) al quale ho dato il nome di QUI CAMPOBELLO LIBERA (il mio paese infatti si chiama Campobello di Licata in provincia di Agrigento). Ancora sono il solo ad occuparmene, ma confido di risvegliare qualche bell’anima; Il mio spazio si occupa di informare i cittadini di ciò che i media nazionali oscurano o censurano: condannati in parlamento, leggi vergogna, inciuci ecc... Ho già avuto i primi commenti negativi, ma non mi fermo qui. Questa è la mia terra e io la difendo”.
Tratto dal suo blog: www.lamiaterraladifendoio.it
Giovanna Iacono

2 commenti:

Francesco Treseghè ha detto...

Io non conosco Giuseppe Gatì... ma queste parole fanno riflettere... e tanto!
In un paese dove la libertà di pensiero sta diventando un opsional... dove la politica anzicchè essere trasparente, limpida e sempre a servizio dei cittadini è un mezzo di arricchimento di chi a cuore solo il proprio interesse... in un paese dove ormai la rassegnazione regna sovrana... ecco la voce dei pochi! la voce di coloro che lottano per sentire la parola "LIBERTà"... per vedere rispettati i diritti del prossimo... per sentire la voce della giustizia...
una forza in più per chi ci crede...
è brutto iniziare a conoscere la vita di chi ha lottato quando questa ormai non c'è più...

Anonimo ha detto...

Questo ragazzo è la dimostrazione tangibile più vicina a noi del fatto che la censura esiste.
Vittorio Sgarbi è un povero illuso, pensa di essere tanto colto, quanto intelligente: si sbaglia!!
E' facile dire che la mafia in Sicilia non esiste più, quando non si vive tra la gente, quando non si cerca lavoro, quando non si va a fare la spesa..
Forse Sgarbi si aspettava di arrivare in Sicilia e trovare un vecchio signore con la 'coppola' in testa, un fucile sulla spalla, un sigaro in bocca, appoggiato su una pianta di ficodindia; ovviamente tutto questo non esiste!!
Vorrei proprio vedere se Sgarbi decidesse di indagare su di un qualsiasi membro di 'cosa nostra', come gli andrebbe a finire! Sicuramente cambierebbe idea, e anche residenza!!
La mafia esiste, dobbiamo svelarla, non nasconderla; dobbiamo combatterla, non difenderla..
Perché se nella nostra Sicilia non ci fosse stata la mafia a governare da sempre, e se non ci fosse a governare ora mantenendo questo terribile stato di bisogno, probabilmente Giuseppe Gatì non sarebbe morto...
Ilenia Rizzo