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"Il popolo che rinuncia alla libertà per la sicurezza, non merita e non avrà né libertà né sicurezza" (Benjamin Franklin)

domenica 31 maggio 2009

La quiete dopo la Tempesta...


Cari lettori, cari concittadini, caro popolo di Santa Elisabetta,
a quelli di voi che non erano in piazza poco fa, domani mattina vi arriveranno a colazione le notizie stravolgenti che si sono verificate in piazza San Carlo all'arrivo di Vittorio Scarbi.
Vi diranno tante cose... vi diranno delle contestazioni, vi diranno della solita sfuriata di Sgarbi, vi diranno dell'accoglienza dovuta ad un condannato per truffa allo Stato, vi diranno del comportamento degli incivili, possibilmente vi diranno solo delle grosse mink****.
Allora lasciate che vi parli io, da povero cittadino e contestatore accesso di questa sera, a cui è stato tolto il diritto di parlare.
Oggi c'era arrivata voce dell'arrivo di Sgarbi.
Gli "annunciatori" che durante la giornata sono passati con il megafono per la strada, avvisavano la gente della partecipazione di Vittorio Sgarbi al comizio di Francesco Carrubba.
Beh! Hanno sbagliato forse ad annunciare la fascia oraria... hanno sbagliato di grosso. Ma principalmente hanno sbagliato persona da invitare!
Ma come possono i candidati al Consiglio Comunale, cioè coloro i quali dovrebbero amministrare il comune e le sue risorse umane, farsi pubblicizzare da un dipendente comunale condannato per truffa, perchè per due anni non si è mai presentato in comune, giustificandosi con certificati medici falsi e singolari. Ma non era forse il caso di informarsi sulla persona che presenti alla tua comunità? Ringraziandovi per l'esempio, proseguiamo con la serata.
Vittorio Sgarbi ha partecipato al comizio, ma a quello sbagliato.

Riprendiamo però tutto dagli antefatti.
Questa sera la lista numero uno "Emilio Militello Sindaco" aveva ottenuto l'autorizzazione per comiziare in piazza San Carlo dalle 20.30 di sera in poi.
Francesco Carrubba doveva tenere il suo comizio la domenica, ma come molti di voi sapranno, questa domenica a Santa Elisabetta sarà una domenica di comunioni.
Parecchie famiglie saranno impegnate per i festeggiamenti del sacramento preso dai figli.
Così il candidato a Sindaco Carrubba aveva chiesto un'ora di tempo per tenere il suo comizio, ed Emilio Militello e la sua lista, per gentile concessione, hanno lasciato a loro questo spazio.
Durante il loro comizio però, l'ospite della serata ha tardato ad arrivare, così visto che il loro tempo era giunto al termine, hanno invitato la cittadinanza a recarsi presso il loro comitato elettorale, per accogliere l'arrivo dell'Onorevolissimo Sgarbi.
La lista di Emilio, in una piazza piena di gente, ha così potuto aprire il dibattito. Quello di questa sera infatti non doveva essere un semplice comizio, ma un vero e proprio confronto in cui il candidato e futuro Sindaco di Santa Elisabetta, Emilio Militello, doveva dar risposta alle domande che la gente era pronta a porgli. Ma così non è stato. Il "Chi vuol essere EmilioNario" non si è potuto verificare.
Dopo un'ora quasi di comizio, quando ha preso parola il futuro Sindaco, gli esponenti dell'altra coalizione, per ringraziamento del tempo concessogli, si sono rivolti ai carabinieri per avvisarli che anche il nostro tempo era scaduto, e che dovevamo lasciargli spazio perchè il loro gioiellino della serata, Vittorio Sgarbi, doveva salutare la gente in piazza.
Ora, se tale personaggio intervenisse durante il comizio di un mio avversario politico, quando questo ha il diritto di tenere quel comizio, io personalmente rimarrei a guardare da lontano e penserei a quanta vergogna questa persona porta addosso, ma se questo viene ad interrompere un mio comizio, scusatemi ma non c'è galateo o buona educazione che tenga!
Se lo spazio non doveva essere nostro, non doveva esserlo allora di nessuno.
La piazza ha contestato il suo arrivo, perchè egli non aveva nemmeno il diritto di metterci piede.
La piazza lo ha fischiato, la piazza ha gridato e cantato contro.
La piazza lo ha invitato a tornasserne a casa.
La nostra lista doveva andarsene? Bene ce ne dovevamo andare tutti.

Scusate il comportamento, al di là delle ragioni che ci hanno spinto ad agire così, ma a volte uno non può andarsene a testa bassa e fare l'uomo educato.
Per me questo sarebbe stato solo il comportamento di un fesso che si fa prendere per i fondelli.

Un solo errore abbiamo fatto: noi non dovevamo contestare solo la presenza di un truffatore dello Stato nel nostro paese. Noi dovevamo contestare la persona che ha deciso e fatto succedere tutto questo: Francesco Carrubba, o chi per lui, ha deciso di interrompere un comizio per prendere ingiustamente uno spazio non concessogli.

Vittorio Sgarbi ci ha insultato gridandoci "Fascisti".
La storia mi dice che i fascisti furono quelli che arrivarono al potere con la marcia su Roma, dove non trovarono nessuna resistenza, nè dal popolo, nè dalle forze dell'ordine, e si trovano liberi e incontrastati nel loro cammino.

Noi questa sera abbiamo solo detto di NO ad una Marcia su Santa Elisabetta.


P.s.: Per quelli che di voi amano vedere questi tafferugli, vi faremo avere anche il video di tutto l'accaduto. Restate Sincronizzati!

Intanto vi facciamo vedere L'OMINO DELL'AUDIENCE all'opera, aspettando il nostro filmato sulla serata sabettese.



venerdì 29 maggio 2009

Lettera agli elettori del candidato Sindaco Emilio Militello

Care cittadine/Cari cittadini,
il 6 e 7 giugno prossimi si svolgeranno a Santa Elisabetta le elezioni amministrative per la scelta del Sindaco ed il rinnovo del Consiglio e della Giunta comunale.
Nei mesi scorsi gli aderenti al Partito Democratico hanno scelto all'unanimità di appoggiare la mia candidatura alla carica di Sindaco. Candidatura condivisa anche da altre forze politiche che hanno deciso di unirsi al nostro progetto. Adesso, con l’appoggio del mio partito e di validi alleati, ritengo di poter assumere responsabilmente questo compito che vivo con autentico spirito di servizio per la comunità e le persone che ci vivono.
Nel corso degli anni, mi avete conosciuto perché ho svolto con impegno e dedizione il ruolo di Consigliere Comunale, e Segretario di Partito dell’allora DS: esperienze che mi hanno insegnato a coniugare sogni e ideali al senso di responsabilità e concretezza.
Ho imparato a mantenere un approccio pragmatico, senza mai perdere di vista i valori che mi guidano da sempre e che sono quelli della democrazia, dei diritti (al lavoro e sul lavoro; civili; alla giustizia sociale; alla pace ed alla non violenza e alla lotta alla mafia), del rispetto per l’ambiente alla ricerca di una qualità della vita e di uno sviluppo economico ecologicamente sostenibili.
Ho imparato quanto sia importante essere aperti all'ascolto ed al dialogo, perché credo che la ragione non stia mai da una sola parte e considero le differenze fonte di arricchimento. E proprio dalla comprensione vorrei che Santa Elisabetta inizi il suo cammino verso una comunità solidale, rispettosa, attenta ai più deboli e che cresca a misura dei bambini e dei diversamente abili.
La mia concretezza di imprenditore, padre e marito mi ha portato, nella gestione delle situazioni economiche, ad un approccio volto a ottimizzare le risorse disponibili e a scegliere con oculatezza le priorità di spesa. Obiettivo primo del nostro programma sarà il risanamento finanziario dell’Ente attraverso politiche di sviluppo economico, sociale e culturale, nonché la riduzione dei costi della politica attraverso l’eliminazione dei costi superflui e lo sfruttamento delle risorse interne. Naturalmente, per un concreto benessere economco, bisognerà dedicarsi con passione alla creazione di progetti che possano lenire la forte disoccupazione, sfruttando le potenzialità della nostra classe lavoratrice.
Penso inoltre che sia indispensabile trovare soluzioni innovative per ridurre i consumi energetici e per fare un salto di qualità nella raccolta differenziata al fine di indirizzare i rifiuti verso il circuito del riciclaggio, in modo da ridurre al minimo i rifiuti da destinare alle discariche o all'incenerimento e pretendere dall’ ATO delle tariffe proporzionate al servizio reso.
Sono consapevole che per raggiungere tali obiettivi è altrettanto importante promuovere e incentivare comportamenti quotidiani virtuosi che permettano il risparmio di energia, di acqua e la riduzione dei rifiuti. Una comunità che non spreca e che usa tutte le risorse con parsimonia è sicuramente una comunità che prepara al meglio il futuro dei propri figli.
Per raggiungere gli obiettivi prefissi e meglio venire incontro ai bisogni della mia comunità, con l’aiuto dei tanti giovani che comporranno il puzzle della mia squadra, vorrei sperimentare forme nuove di partecipazione dei cittadini alla vita sociale dell'Ente Locale. Il mio desiderio è che ogni singola persona possa far sentire la propria voce e trovi ascolto ai propri bisogni, per costruire insieme un futuro migliore per tutti noi, nessuno escluso.
Nel programma preparato dalla mia lista, troverete una sintesi delle proposte programmatiche.
E’ un programma ambizioso però realizzabile a patto che gli elettori comprendano che è necessario l’impegno di tutti e per questo la squadra di assessori sarà scelta soprattutto all’interno dei partiti ma anche tra i cittadini che vorranno far proprio questo programma, seguendo i canoni della correttezza, dell’onestà e della capacità politico-amministrativa, messi al servizio degli interessi generali di tutta la cittadinanza sabettese.
Se vi riconoscete nelle mie parole, nei miei valori e negli obiettivi del programma elaborato da me e dalle forze politiche che mi appoggiano, con l’apporto di numerosi cittadini sabettesi che, a titolo personale e con autentico senso civico, hanno partecipato a questa campagna, allora il 6-7 giugno scegliete il mio nome. Insieme possiamo fare molto per Santa Elisabetta.

Un caro saluto

Emilio Militello


mercoledì 27 maggio 2009

la legge è uguale per tutti.....o no?....

Fatti processare
Il Pd ha presentato una mozione che pone al centro la sentenza Mills e la richiesta a Berlusconi di rinunciare al Lodo Alfano.

Gli affideresti i figli?
Una mozione parlamentare che pone al centro la sentenza Mills e la richiesta di rinunciare al Lodo Alfano è quella che è stata presentata dal Pd per far fronte all'emergenza democratica dopo le ultime vicende che hanno coinvolto il premier Berlusconi, unico cittadino italiano per cui la legge non è uguale per tutti.Per Dario Franceschini "non c'è dubbio che Berlusconi sia un imprenditore e un politico di successo, ricco, furbo e potente. Ma alle italiane e agli italiani vorrei rivolgere una semplice domanda: fareste educare i vostri figli da quest'uomo? Chi guida un paese ha il dovere di dare il buon esempio, di trasmettere valori positivi". Dario Franceschini non ha voluto seguire i canti delle sirene lanciati fino all'ultimo minuto da parte di Antonio Di Pietro che lo invitava a firmare la mozione di sfiducia nei confronti del Presidente del Consiglio, azione che avrebbe avuto l'effetto contrario a quello voluto, ovvero ricompattare la maggioranza. Il segretario del Pd è convinto che agli italiani interessi solo la crisi economica e sull'inadeguatezza delle risposte del governo bisognerebbe insistere. ''Il problema – ha dichiarato Franceschini - è che, visti i polveroni alzati dal governo su altri temi di 'distrazione' di massa, dovremmo stare zitti sette giorni su sette". Franceschini ha ribadito poi che anche la volontà di Berlusconi di ridurre il numero dei parlamentari è solo l'ennesima boutade elettorale e che passate le prossime europee, il tema del taglio della casta sarà riposto nel cassetto proprio dalla maggioranza. Ma che a questo punto bisogna sfidare gli avversari sul proprio terreno: ''Siamo disponibili ad andare in Aula già domani mattina per approvare il nostro ddl che prevede la riduzione a 500 e una sola Camera che fa le leggi”.Nella mozione non viene menzionato nulla che riguardi il caso Noemi Letizia. “Non ne faremo oggetto di iniziative parlamentari – ha spiegato Franceschini - ma tra la gente continueremo a chiedere di dire la verità a chi ha responsabilità politiche”.*****Abrogazione della legge n. 124 del 2008 riforme cost, li e interventi in tema di giustizia Primo firmatario: Dario Franceschini Cofirmatari: Antonello Soro, Marina Sereni, Gianclaudio Bressa Numero: 100185 La Camera, premesso che:
nelle motivazioni della sentenza di condanna emessa dal Tribunale di Milano nei confronti di David Mills si legge che lo stesso «ha certamente agito da falso testimone, da un lato, per consentire a Silvio Berlusconi ed al Gruppo Fininvest l'impunità dalle accuse o, almeno, il mantenimento degli ingenti profitti realizzati attraverso il compimento delle operazioni societarie efinanziarie illecite compiute sino a quella data; dall'altro, ha contemporaneamente perseguito il proprio ingente vantaggio economico»;
la pubblicazione di queste motivazioni accreditano gravi responsabilità penali del Presidente del Consiglio;
il processo nei confronti del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è in realtà sospeso e stralciato per effetto della legge n. 124 del 2008 nota come «lodo Alfano»;
la stessa legge prevede all'articolo 1, comma 2, che «l'imputato o il suo difensore munito di procura speciale può rinunciare in ogni momento alla sospensione»;
nella relazione che accompagnava il disegno di legge del Ministro della Giustizia Alfano si leggeva che «la rinuncia alla sospensione assume un valore obiettivo, dimostrando che, nel caso concreto, lo svolgimento del processo non interferisce con il «sereno svolgimento della carica», alla cui esclusiva tutela è preordinato il meccanismo di sospensione»;
ribadito il giudizio negativo della legge n. 124 del 2008 che impropriamente, ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo, con norme di rango ordinario, sottrae le più alte cariche dello Stato alla giurisdizione penale;
per la tutela della onorabilità della istituzione che il Presidente del Consiglio rappresenta, per il «sereno svolgimento della carica», è indispensabile che il Presidente utilizzi la rinuncia alla sospensione di cui al comma 2 dell'articolo 1 della legge 124 del 2008;
a fronte delle perentorie e reiterate dichiarazioni del Presidente del Consiglio, a mezzo stampa, di totale estraneità e non conoscenza di elementi specifici della vicenda oggetto del procedimento conclusosi in primo grado, si è determinato un diffuso clima di disorientamento nell'opinione pubblica italiana e internazionale, accresciutosi a seguito delle esternazioni riguardanti i rapporti tra organi e poteri Costituzionali;
in particolare, le dichiarazioni dei Presidente del Consiglio sulla Magistratura (da ultimo in relazione al caso Mills) e sul Parlamento si pongono in contrasto, non solo con le più elementari regole di correttezza istituzionale, ma con alcuni fondamentali principi costituzionali che informano la nostra forma di Stato e di governo;
nel nostro ordinamento, come in tutti gli ordinamenti democratici e pluralisti, il Parlamento è una delle massime espressioni della sovranità popolare, del carattere plurale della società e, quindi, dei diritti di libertà e di partecipazione politica e sociale dei cittadini;
la nostra Costituzione, peraltro, continua a delineare una forma di governo parlamentare che, per quanto temperata e razionalizzata, attribuisce al Parlamento una primazia sul Governo;
con le sue dichiarazioni il Presidente del Consiglio sembra voler superare il principio della separazione dei poteri (anche) dal punto di vista istituzionale e organizzativo: non più solo confusione e concentrazione, in un solo soggetto, del potere politico, del potere economico e del potere culturale dei mezzi di comunicazione, ma anche confusione e concentrazione in un solo organo, quello esecutivo, di quasi tutte le funzioni dello Stato;
ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo dalle dichiarazioni del Presidente del Consiglio traspare sul piano del diritto costituzionale una concezione distorta del proprio ruolo quale: legislatore costituzionale, sintesi ed unica espressione della sovranità popolare, oltre che giudice in ultima istanza della correttezza delle decisioni della magistratura, che sul piano del diritto positivo prefigura con riferimento alle dichiarazioni sulla magistratura e sul Parlamento tutti gli elementi per un conflitto di attribuzione per menomazione tra i poteri dello Stato;
la nostra convinzione della necessità di una revisione delle istituzioni è dimostrata dalla presentazione da parte del Gruppo del Partito Democratico di diverse proposte di legge già all'inizio della attuale legislatura;
la via maestra per riformare le istituzioni rimane quella fissata dalla Costituzione vigente, nel pieno rispetto delle prerogative dei diversi attori istituzionali;
oggi, per riportare nell'alveo della normalità e della serenità il rapporto tra i diversi organi e poteri costituzionali, è necessario che il presidente Berlusconi rinunci alla sospensione dei processi in virtù dell'applicazione del lodo Alfano.

lunedì 25 maggio 2009

Complotto contro il Recidivo!!!!

Perchè ho voluto pubblicare questo video, nonostante a Santa Elisabetta si debba parlare di altro? Perchè se per ora siamo più concentrati ad appoggiare il nostro candidato a Sindaco Emilio Militello e la, speriamo, futura consigliera Ivana Iacono, noi non dimentichiamo mai perchè siamo nati, cioè per informare. E perchè nel leggere alcuni commenti di Un Sabbittisi e parlando con alcuni colleghi universitari poco informati, mi accorgo che le "paure" e le idee di Berlusconi sulla magistratura italiana, spesso diventano anche nostre senza che ce ne accorgiamo, cosicchè mi capita spesso di sentire parlare le persone, con le stesse parole del Nano sentite al TG1. Inconsciamente!!
Ci lavano il cervello senza che ce ne accorgiamo! E allora avanti con le frasi del genere " non è giusto che un Presidente del Consiglio venga arrestato perchè deve lavorare per l'Italia"; " lo perseguitano da quando è sceso in politica"; " i giudici in Italia fanno troppa politica, hanno troppo potere, la Forleo di turno non può alzarsi la mattina e decidere di mettere a soqquadro palazzo Chigi" per finire con " siamo tutti spiati dal Grande Fratello Genchi, ste cavolo de intercettazioni costano troppo, ci vuole un limite". Sono le stesse parole del Nano, di La Russa, di Gasparri e Alfano (guarda un pò,tutti siciliani ), che puntualmente ritrovo in bocca a tanta gente.
Beh, le risposte a questi luoghi comuni, che ormai sono radicati nell'immaginario collettivo di almeno il 60% degli italiani ( non vi nascondo che a furia di sentirli, spesso mi è venuto il dubbio che avessero ragione!!), le trovate nel video qui di seguito. Devo solo aggiungere che le intercettazioni da 400 milioni di euro all'anno, hanno fatto recuperare solo ai danni della Mafia, 1300 milioni in un anno e mezzo, fra soldi e beni immobili e che se ci può essere una forma di immunità per il Presidente, semmai deve esserci per atti commessi nell'esercizio delle funzioni pubbliche, non nella gestione delle sue aziende private.
" Hai truffato, corrotto, fatto acquisizioni illecite? Niente paura: candidati col Popolo della Libertà Provvisoria" potrebbe recitare uno slogan pubblicitario ( e di questo passo arriveremo anche a questo...).Siete sicuri che i guai giudiziari di Silvio siano iniziati dopo la sua discesa in campo, o quest'ultima è stata una soluzione ai problemi che avrebbe avuto Berlusconi per fatti commessi fin dalla metà degli anni 70 ( ebbene si, trentanni fà, ben lontani dal 1994 ) . Uomo che si è fatto da solo?
E se l'opposizione vi dice che Berlusconi non è il problema, sappiate che ci sarebbero, sanciti dalla Costituzione, quattro poteri e una funzione di garanzia: potere Esecutivo, Legislativo e Giudiziario + il Quarto Potere che è l'informazione. Tre li ha tutti lui, l'unico che per Costituzione deve essere indipendente,il giudiziario, lo attacca continuamente e cercherà in tutti i modi di indebolirlo... sulla funzione di garanzia che deve esercitare il Presidente della Repubblica, leggetevi l'art. 3 della Costituzione e il lodo Alfano e traete le vostre conclusioni....ma che fine ha fatto la sacrosanta separazione dei poteri alla base di ogni Democrazia?

venerdì 22 maggio 2009

Noi facciamo della musica libera, dura, che picchi forte sull'Anima in modo da aprirla. (Jimi Hendrix)


Qualsiasi uomo si sia mai accostato alla Musica, per semplice piacere, per passione o per follia, non è più riuscito a staccarsi dall’influsso positivo che quest’arte esercita sul nostro corpo e sul nostro spirito. La sua completezza riesce a far godere tutti i sensi di cui la natura o Dio ci ha fatto dono. La Musica è arte visiva, quando il suo ritmo scava nei nostri ricordi alla ricerca dei paesaggi più belli; la Musica passa sotto la nostra pelle trasformando il chitarrista in scultore e il pianista in pittore allorché il primo, accarezzando le corde modellerà il volto della melodia e il secondo con le sue mani sottili dipingerà il vento; La Musica è odori e sapori: l’odore del legno di una “kamale ngoni” arpeggiata in un prato, il sapore della libertà tra le labbra di un cantante.
La Musica è l’unica forma di globalizzazione ammissibile in un mondo che cerca sempre di più di omologare insieme ai prodotti anche i valori, relegando questi ultimi ad un ruolo sempre più secondario rispetto al benessere materiale. La musica si è rivelata un collante transatlantico, in grado di tessere relazioni pacifiche ben più forte delle organizzazioni internazionali. Ha tenuto accesa la fiamma della solidarietà tra popoli, tramandando la forza e la passione di tutte le genti.
La Musica viaggiando libera raccoglie nuovi suoni portando con sé un colore, un sapore, un’immagine, e un’origine, una cultura,un sentimento… come tante piccole pietre preziose, frammenti di un mosaico chiamato Umanità.

Ai nostri sensi e alla nostra Anima è dedicata la serata di DOMENICA 24 MAGGIO in P. zza Giovanni XXIII, dove si esibiranno la band locale “The Echoes” e “Gai Bennici Band”.
La manifestazione è stata organizzata dai consiglieri della “LISTA EMILIO MILITELLO”per offrire al paese, una serata musicale degna della nostra migliore gioventù. Domenica, la musica sarà per noi e per voi, un importante momento di aggregazione, un angolo di libertà dove lasciare fluttuare energia positive.

GAI BENNICI BAND
La portata semantica del suo nome non ha ancora raggiunto la sua portata artistica, ma Gai Bennici è ormai ben conosciuto dal pubblico più critico e appassionato del vero blues. Una carriera di fama quasi ventennale, il suo curriculm suscita curiosità e invidia se solo si provasse a immaginarlo sullo stesso palco delle più grandi stelle del blues mondiale: “Sherman Robertson”, “Chico Banks”, “The Holmes Brothers”, “Roy Roberts”, “Churly Musselwithe”, “Eddie Floyd” e, last but not least , la legendaria “Blues Brothers Band”.
Affiancato da altri due importanti musicisti della scena agrigentina, Angelo Spataro e Domenico Cacciatore, Gai Bennici Band si presenta come un trio perfettamente sincronizzato e votato per offrire al pubblico un grande spettacolo.
I due componenti della band non sfigurano accanto al nome del maestro:
Angelo Spataro, tra i fondatori dei famosissimi Tinturia, può andar fiero di una carriera ricca di collaborazioni importanti fra cui, il noto Francesco Buzzurro, Roy Paci, Gegè Telesforo, Ambra Angiolini, Francesco Baccini, Mare Nostrum, Charamyra, Orazio Maugeri, Rodolfo Laganà, Alessandro Haber, Ficarra e Picone, Francesco Marchetti, Claudio Trippa, Valeria Rossi, Esha Tizafy. Oltre all'attività da palco, dal 2000 tiene lezioni di avviamento e perfezionamento della batteria, e dal 2004 è insegnante nelle scuole di musica Yamaha.
Anche Domenico Cacciatore ha subito sfoderato una maestria che gli ha concesso una rapida ascesa nella scena musicale del soul internazionale. Nel 2005 ha vinto il 3° Concorso "Euro Bass Day" per giovani bassisti europei,mentren nel 2006 gli è stato conferito il Premio Internazionale "Pigna d'Argento" per l'Arte musicale.
Tra le sue collaborazioni più importanti troviamo quelle legate ai Tinturia, Gigi Cifarelli, Orazio Maugeri, Mauro Schiavone, Francesco Buzzurro, Giuseppe Milici, Gianni Cavallaro, Diego Spitaleri, Anna Bonomolo, Sebastiano Alioto, Giovanni Buzzurro, Daniele Guastella, Riccardo Piparo, ecc.
I tre musicisti, come tre viaggiatori che si addentrano in un mondo onirico, sventrano i loro strumenti liberando al pubblico la paradisiaca essenza della Musica.

Concludo citando colui che fatto delle parole la sua arte, il grande poeta Heinrich Heine, che ha saputo capire che “Dove le parole finiscono, inizia la musica”

Vi aspettiamo domenica 24 Maggio in P.zza Giovanni XXIII per assistere alle performance dei “The Echoes”che si esibiranno alle 20.30. Alle 21.30 prenderà la parola il candidato a Sindaco Emilio Militello e alle 22.00 ancora musica con la “Gai Bennici Band”!

giovedì 21 maggio 2009

GIURO SUI MIEI FIGLI...

L'articolo 3 della Costituzione Italiana recita:
"Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali."

Forse una volta, quando ancora in Parlamento non era stato approvato il lodo Alfano, che, come molti di voi sapranno, protegge da qualsiasi processo penale le quattro cariche principali dello Stato: Presidente della Repubblica, della Camera, del Senato e del Governo.
Era il 22 luglio 2009. Casualmente poco tempo dopo, l'inglese David Mills viene condannato con una sentenza di primo grado per falsa testimonianza e corruzzione dal tribunale di Milano.
Corrotto da chi?
Chi è questo coimputato che gli farà compagnia nella sentenza in veste di corruttore?
Il coimputato c'è... e la sentenza lo dice chiaro: è Silvio Berlusconi...
Ma il Cavaliere lascierà solo David Mills a subire la condanna, infatti il Presidente del Consiglio non può essere processato grazie al lodo Alfano.
Così anzicchè stare dietro le sbarre, anzicchè dimettersi e farsi processare, così come avviene in tutti gli altri stati europei, sputa fango ai giornalisti che fanno delle semplici domande, e continua a giurare sui suoi figli di essere innocente.
Giura davani all'evidenza.
David Mills, infatti, si era incastrato con le sue stesse mani, anzi, per essere più precisi, con la sua stessa mano destra.
Mano con la quale scrisse una lettera al suo commercialista in cui diceva di aver ricevuto 600.000 dollari da mister Berlusconi, per averlo tenuto fuori dai guai in una testimonianza, durante un processo in cui i giudici di Milano indagavano su conti Fininvest, su tangenti alla guardia di finanza e su altri conti esteri in nero di cui lo stesso Mills era consulente.
Mills chiedeva al commercialista come nascondere questi soldi, perchè se li avresse dichiarati al fisco se ne serabero accorti subito che erano illeciti, visto che in quel periodo c'erano perquisizioni in corso per i processi Fininvest.
Ma mentre in Italia il commercialista in questi casi aiuta il cliente a raggirare lo Stato, in Inghilterra, il suo commercialista lo denuncia, e la lettera arriva direttamente nelle mani del tribunale di Milano.
Mills non può più negare davanti all'evidenza, e ammette di aver scritto la lettera in questione.
Condannato a 4 anni e 6 mesi il corrotto, ma incredibilmente il corruttore resta impunito.

Alla faccia del poveretto che ha già superato 6 processi per prescrizione, più quelli per falso in bilancio, grazie all'annullamento della pena fatto dal suo stesso governo.
Alla faccia del poveretto che si presenta agli italiani come un cane bastonato perchè perseguitato dai giudici, anzi, dalle toghe rosse, mentre lui è innocente, o meglio, giura sui suoi figli di esserlo.

Ma forse il Cavaliere non sa ancora che ESSERE IMPUNITI non è la stessa cosa che ESSERE INNOCENTI.

Andate a spiegarglielo, l'importante è che non lo dite ai suoi figli...

martedì 19 maggio 2009

Preti e Buoi, dei paesi tuoi...

A Santa Elisabetta ogni giorno che passa, avvicinandoci sempre più alla fatidica data delle elezioni, si parla sempre più di politica locale.
Nei bar, per strada, tra amici, conoscenti e familiari... ormai i soggetti di ogni discorso sono Emilio Militello e Francesco Carrubba...
Stacchiamo un pò la spina... torniamo alla vita normale... solo per dieci minuti... il tempo di goderci questa bella intervista a Padre Vito Tangorra... Pastore di una piccola comunità evangelica riformista di Santa Elisabetta...
anche se un pò timido per la presenza della telecamera, troverete nelle sue parole un giusto peso di fede cristiana...

Buona Visione

venerdì 15 maggio 2009

Istruzioni Per l'Uso

Piccole Precisazioni:
Cari amici, cari lettori, cari compagni, e soprattutto cari avversari politici …
Volevo precisare alcuni punti riguardanti le interviste da noi realizzate, per rispondere anche ad alcune accuse che personalmente mi sono giunte.

Punto Primo: Le interviste NON MIRANO, nella maniera più assoluta, A METTERE IN RISALTO gli esponenti della lista di cui fa parte il PD. Questo è lontano anni luce dai nostri progetti. Il nostro obiettivo è quello di dar voce ad ogni singolo movimento o corrente di pensiero. Abbiamo iniziato questo cammino con l’idea di mettere a confronto i 4 esponenti principali dei partiti di Santa Elisabetta: Salvatore Trapani in quanto coordinatore del PD, Gigi Milioto in quanto ex sindaco ed ex consigliere dell’UDC, Gianluca Miccichè in quanto Presidente del Consiglio uscente dell’MPA, e Raimondo Rizzo in quanto ex candidato alle provinciali 2008 del PDL. Se fate un po’ bene i conti, due di questi fanno parte della coalizione di Emilio Militello, mentre gli altri due di quella di Francesco Carrubba.
Solo Gianluca Miccichè non ha accettato l’intervista dicendo di voler parlare dopo le elezioni, così la scelta dell’esponente dell’MPA da intervistare è caduta su Stefano Gueli, consigliere uscente del partito.
Noi Giovani Democratici non siamo i leccaculo di nessuno, siamo dichiaratamente a favore e sosteniamo la candidatura di Emilio Militello, perché è una persona a cui crediamo profondamente, ma le nostre interviste non hanno minimamente lo scopo di pubblicizzare la lista da lui formata.

Punto Secondo: Le domande presentate agli intervistati sono frutto di un lavoro comune. Non escono dalla testa di un singolo, o di chi va a fare l’intervista, e non sono tantomeno dettate dal Partito Democratico.
Abbiamo più volte invitato i lettori ad inviarci proposte, anche in forma anonima, ma siccome siamo tutti bravi a criticare, e lo siamo meno a consigliare, a parte “un sabittisi”, nessuno più ha inviato proprie idee.
Nelle interviste fino ad ora realizzate, le domande sono state preparate da Marcella Militello, Agostino Miccichè, Davide Miccichè, dal sottoscritto Cicco Treseghè, e da “un sabittisi”.

Punto Terzo: Assieme abbiamo deciso di seguire una determinata linea, che ci impone che le interviste devono essere “secche”, cioè domanda e risposta, senza contro dibattiti da parte dell’intervistatore e dell’intervistato. Se poi l’intervistato X spara una grossa cazzata, sta a chi ha seguito l’intervista esprimersi, scrivendo tramite commento, e dare la propria versione dei fatti (naturalmente in questo caso non si accettano anonimi), e se vuole, chiedere di essere intervistato personalmente. Siamo disposti a dar voce a chiunque si presenti a chiederci parola.

Questo Blog è amministrato solo da noi Giovani Democratici.
Noi non siamo parte di un partito… Noi siamo un partito: Giovani Democratici “Vittoria Giunti”.
Noi desideriamo e chiediamo una politica pulita.
Noi siamo affamati di verità.
Noi lavoriamo per informarci e dare informazione.
Noi sogniamo un paese più puro.
Noi siamo orgogliosi nel scrivere che “La Mafia è una montagna di Merda” su un cartellone enorme e metterlo davanti agli occhi dei cittadini.
Noi crediamo di poter riuscire a cambiare le cose… crediamo nelle nostre capacità… nella nostra forza e in quella di coloro che riusciremo a coinvolgere… al di là di ogni colore politico… al di là di ogni divisione…
… ma per favore… non venite ad accusarci di sottostare alle decisioni di altri…
Noi sottostiamo solo alle nostre decisioni… alle nostre idee e alla nostra voglia di ESSERE GIOVANI DEL NOSTRO PAESE… in nome di quell’immensa cosa che si chiama DEMOCRAZIA…
(demo… che?)

giovedì 14 maggio 2009

Dalla strage di Via D'Amelio a " WHY NOT". Solo quattro politici un pò disattenti?

Qualcuno si starà già domandando: ma che c**** c'entra la strage del 19 luglio del 1992 in cui perse la vita Borsellino e la sua scorta, con l'inchiesta che sembrava intaccare per lo più partiti dell'opposizione e qualche sbadato come Rutelli che parlava con qualche imprenditore di finanziamenti a congressi e giornali di partito? E di qualche centinaio di milioni di euro UE di cui non si sa che c**** di fine hanno fatto. Mi scuso per la parolaccia,anche se censurata con gli asterischi, ma dopo che ho visto il video che vi posto di seguito, avrei voluto scriverla bella,chiara e per intera! (Mi perdonerete!)
Un titolo del genere era pure più appropriato: " Ma chi c**** ce le dice queste cose?". Alzi la mano chi,da quando è scoppiato il caso Genchi, ha sentito in tv ( a parte La7 )o nei giornali,anche quelli più di sinistra, queste dichiarazioni di Genchi, gravissime.
E' SCOPPIATO UN CASO? NO !
Anzi, dalla parte dei delinquenti sono passati De Magistris e Genchi, il pericolo nazionale, il Grande Fratello che spia le case degli italiani, talmente pericoloso che il nostro carissimo conterraneo, Angelino Alfano ( fra lui e Cuffaro,vidi chi bedd'anuri ) si premura di varare un decreto legge che tuteli la privacy di chi? Ma chi può avere paura delle intercettazioni o dei tabulati, se non chi si trova a parlare col malavitoso di turno, possibilmente su una delle decine di utenze telefoniche di un Parlamentare. Ma secondo voi una persona ha paura che Genchi gli senta dire a so muglieri "di calari a pasta ca staiu vinennu" o forse si preoccupa che dai tabulati e dalle intercettazioni risulti che ha parlato col malavitoso o politico di turno? Ma è ancora più grave che si parli di Eluana, delle Vignette di Vauro, di Noemi Letizia figlia di un messo comunale (!!!???!!) che propone, al Presidente del Consiglio, la candidatura europea del coordinatore campano di Forza Italia!!!!!!!!! ( e questo ci piglia pure per i fondelli a Porta a Porta ). Mentre di una inchiesta che doveva essere come una bomba atomica che doveva spazzare gli ultimi 20 anni di politica Italiana, naturalmente non se ne parla più. A casa De Magistris, ancora indagato Genchi! Tutti Salvi!
Aveva ragione Francis Ford Coppola, nelle parole di Vito Corleone a suo figlio Michael, nel Padrino, quando ancora Toto Riina stava solo iniziando la scalata a Cosa Nostra: " Tu dovevi essere il Puparo che tende i fili dei Pupi, dovevi essere il senatore Corleone, non un boss! "
Beh, ci pensate: il Capo dei capi, il mandante, il più carnefice dei boss siciliani, potrebbe essere stato un "semplice soldatino", il braccio armato e nient'altro!!!
E alle prossime Europee? Ma di questo parleremo un'altra volta! Buona visione.

mercoledì 13 maggio 2009

Il circolo del Partito Democratico e dei Giovani Democratici di S.Elisabetta si associa al dolore del compagno Vincenzo Di Vincenzo e della famiglia Milioto, per la scomparsa del loro congiunto Carmelo.

lunedì 11 maggio 2009

Parola al "Fu Sindaco" Milioto:

Dopo aver dato parola al cordinatore del PD, Totuccio Trapani, noi Giovani Democratici continuiamo il nostro cammino in cerca di risposte tra i vari esponendi dei partiti del nostro paese.

Nuova tappa a casa Milioto, dove abbiamo intervistato l'ex Sindaco Girolamo Milioto.
I prossimi intervistati sul piano politico saranno Stefano Gueli, esponende dell'Mpa, e Raimondo Rizzo, giovane del Pdl.
Se avete domande da porci (porci non nel senso animale), potete lasciarli tramite commenti (come ha già fatto in passato "un sabittisi"), o tramite e-mail all'indirizzo gdsabettesi@gmail.com

Buona Visione e commentate pure...

sabato 9 maggio 2009

A Peppino Impastato...

La notte del 9 Maggio ‘78…
a Cinisi, un piccolo paese vicino Palermo, viveva un giovane che tutti nella zona conoscevano: Peppino Impastato…
Peppino era conosciuto perché era uno che combatteva contro il potere mafioso che attanagliava il paese.
Peppino era conosciuto perché era l’unico ad avere il coraggio di ribellarsi, contro i “potenti”, contro la sua stessa famiglia.
Peppino era conosciuto perché aveva fondato una radio… e tramite quella radio faceva sentire la sua voce… tramite quella radio faceva sentire la verità.
Peppino era conosciuto perché scriveva… Peppino scriveva che “La mafia è una montagna di merda!”.
Peppino, quella notte, quella del 9 Maggio ’78, veniva ammazzato, attaccato alle rotaie di una ferrovia e fatto saltare in aria con il tritolo.
Peppino oggi, a 31 anni di distanza è ancora vivo… negli occhi di chi lo ha conosciuto in vita, e di chi lo ha conosciuto dopo la sua morte.
Peppino Impastato è ancora vivo nei cuori di chi vive nella sua stessa speranza: una Terra senza Padroni.

« Nato nella terra dei vespri e degli aranci, tra Cinisi e Palermo parlava alla sua radio,
negli occhi si leggeva la voglia di cambiare, la voglia di giustizia che lo portò a lottare,
aveva un cognome ingombrante e rispettato, di certo in quell'ambiente da lui poco onorato,
si sa dove si nasce ma non come si muore e non se un ideale ti porterà dolore. »

A Peppino Impastato... noi Giovani Democratici Sabettesi abbiamo dedicato questo video...


giovedì 7 maggio 2009

Parole Sante...

Continua il viaggio dei Giovani Democratici Sabettesi per le vie del paese a cercare di capire i problemi e soprattutto le soluzioni in vista delle prossime amministrative.
Dopo il lato giovane di Ivana, NinA E Simona(Baby-Sindaco), dopo le Parole del saggio "Totuccio Trapani" coordinatore del Partito Democratico Sabettese, ecco a voi, Ladies and Gentleman, l'intervista a Padre Calogero Morgante!!!
Nato ad Agrigento il 16 ottobre 1976 e appartiene alla comunità parrocchiale di San Rocco di Grotte (AG).
Ammesso in Seminario il 18 settembre 1990.
Ordinato sacerdote, ha celebrato la sua prima messa Martedì 20 novembre 2001 alle ore 17.00 nella Chiesa Madre di Grotte (AG).
Ha preso possesso della Chiesa di Santo Stefano Protomartire di Santa Elisabetta (AG) il 01 ottobre 2005.
Prossimamente le interviste ai rappresentati delle altre comunità presenti nel nostro paese.
Il prossimo protagonista del nostro viaggio sarà niente popo di meno che l'avv.Girolamo Milioto, esponente di spicco dell'UDC di Santa Elisabetta. Continuate a inviarci le vostre domande all'indirizzo di posta elettronica gdsabettesi@gmail.com oppure lasciateci un commento sul blog.

BUONA VISIONE.

martedì 5 maggio 2009

"Non è un paese per vecchi"

AGGUINTE LE PARTI 3 E 4 DELL'INTERVISTA.
(Basta cliccare sulle freccette ai lati dei video e scorreranno tutte le parti). Buona visione!!!

Dagli autori di "Ciak si gira...Parola ai giovani" e dopo il "Il paese che vorrei",opera prima di Claudia Di Vincenzo ( benvenuta), il titolo piu' ovvio a questa nostra seconda serie di interviste, sarebbe dovuto essere: " Parola ai vecchi". Ma abbiamo preferito concentrarci sulla parola paese, senonaltro perche' l'intervistato di questa settimana vecchio non e'. Nato nel '58, ha tre anni in meno del suo ex segretario nazionale, Veltroni, coetano di Dario Franceschini e solo 3 anni piu' grandiciello di Barack Obama! Quindi... poi chi lo conosce ci dice che e' lo spirito e l'anima che e' giovane, noi GD, l'idea del Sabetta Stock, il futuro concertone stile 1 Maggio di Santa Elisabetta, l'abbiamo presa da lui ..... volete sapere di chi stiamo parlando?
Naturalmente del nostro primo coordinatore (segretario) del circolo PD di Santa Elisabetta:
Ladies and Gentlemen, per voi tutti, Totuccio Trapani nella prima parte della nostra intervista.
Alla prossima, con un altro giovane... Don Calogero.

ANNA POLITKOVSKAJA NEL GIARDINO DEI GIUSTI


5 MAGGIO. Milano, nel Giardino dei Giusti sulla collina del Monte Stella, verrà intitolato un albero in memoria di Anna Politkovskaja, la giornalista russa uccisa il 7 ottobre 2006 per aver svelato al mondo le vergogne della Russia. Da una raccolta firme organizzata dal giornalista e inviato Rai Andrea Riscassi e dallo scrittore e saggista Gabriele Nissim, attraverso il blog http://www.unalberoperanna.blogspot.com/ , si è arrivati alla costituzione dell’associazione ANNAVIVA, un’associazone senza scopo di lucro che mantenendo vivo il ricordo di Anna Politkovskja, si occupa dei problemi che ancora oggi affliggono i paesi del blocco dell’ Ex – URSS.

Finalmente, dopo più di due anni dalla morte della giornalista russa, il Comitato dei Garanti dell'Associazione del Giardino dei Giusti, ha accolto la proposta dell’associazione ANNAVIVA di dare un segnale forte a chi credeva che uccidendo Anna Politkovskaja sarebbe riuscito davvero a fermare le sue parole.
La piantumazione avverrà alle ORE 10.30 AL GIARDINO DEI GIUSTI. Alle ORE 21 si terrà la COMMEMORAZIONE AL CIRCOLO DELLA STAMPA DI MILANO
Alla manifestazione parteciperà anche, Vera Politkovskaja, figlia della giornalista.

CHI ERA ANNA POLITKOVSKAJA? Una GIORNALISTA o una MEDIATRICE
L’immagine che ho di Anna Politkovskaja, scolpita cuore, non è l’immagine di una giornalista che dal suo albergo a 5 stelle si sposta per una conferenza stampa del presidente, per porgere le domande a lui più gradite. L’immagine che ho di lei è talmente ricca dei valori che ella portava con se, che mi sembra di offendere il suo ricordo ogni volta che, per indicare gli sciacalli della televisione, li chiamo giornalisti. Per questo non preferisco non chiamarla più giornalista e a buon ragione.
Nel corso dei suoi innumerevoli viaggi in Cecenia, Anna Politkovskaja, aveva abbandonato pian piano il suo ruolo di giornalista per approdare a quello di attivista. Quei viaggi che per gli altri giornalisti erano parte del loro lavoro, per lei si erano ormai trasformati in missioni, come amava chiamarli. Anche per lei, come per Terzani, il compito di documentare era finito nel momento in cui aveva iniziato a cercare la verità. Una verità che andava raccontata in tutta la sua crudezza. I suoi libri sono ricchi di odori e suoni: sono uno scorrere di immagini di violenza e rabbia, di sangue e dolore, di speranze e lacrime. La sua missione era quella di sentire, vedere e provare ciò che sente, vede e prova la vittima di una guerra, tanto sanguinaria quanto ingiusta. La sua missione era quella di testimoniare tutto questo dolore, di far conoscere al suo popolo ciò che accade ai suoi “fratelli”. La sua missione era denunciare ogni singolo responsabile di questa carneficina e dichiarare al mondo cosa accade in quel piccolo angolo d’inferno. La sua missione era di creare un legame tra la realtà russa e quella cecena, avvicinarle, farle incontrare, far conoscere le diverse ragioni, i diversi approcci alla guerra; far loro capire che sono entrambe vittime di uno stesso gioco geopolitico.
Anna Politkovskaja ha sviluppato così un tipo di mediazione che va oltre i tentativi di conciliazione tra realtà in conflitto, perché parte dalla ricerca della verità per arrivare a mostrare ai destinatari dei suoi appelli quanto sia necessario giungere a un accordo. E per svolgere il suo ruolo di mediatrice ha utilizzato gli strumenti del giornalismo. Vi sono mediatori che per adempiere alla loro funzione utilizzano le loro capacità oratorie o i trattati. Anna mediava attraverso la sua penna. La sua attività di mediazione partiva da una ricerca che la vedeva in prima linea, pronta a vivere la vita dei protagonisti delle sue cronache. Viveva le loro storie, sentiva il loro dolore, vedeva gli stessi orrori. Spesso, per ricercare la verità ha dovuto provare sulla sua pelle le loro stesse paure. Una volta ottenute le informazioni necessarie, iniziava una nuova ricerca, quella della Legge: la Legge che dovrebbe essere applicata alla realtà per tutelare la verità. Dopodiché sfoderava i ferri del mestiere e iniziava a scrivere. 752 articoli pubblicati su “Novaja Gazeta”, undici libri pubblicati nel mondo. Da lì iniziava una nuova parte del suo mestiere: raccontare, descrivere dei dettagli, sconvolgere, far indignare, denunciare e infine lanciare il suo appello di mediatrice. Mediava tra le madri della Russia: si rivolgeva alle madri cecene che vedevano sparire i loro figli o perché vittime dell’ “orgia poliziesca anticena” o perché vittime di un ideale deviato dalla violenza; si rivolgeva alle madri moscovite che perdevano i loro figli in una guerra che non li riguardava; Anna Politkovskaja si rivolgeva all’esercito regolare che si macchiava di atroci crimini ma si rivolgeva anche agli indipendentisti che attirano tra le loro fila giovani pieni di rabbia e paura e utilizzano il fondamentalismo islamico per fomentare l’odio antioccidentale; la sua opera di mediazione si esercitava anche quando vedeva i migliori figli della Russia lavorare con fatica ma morire di fame e freddo, se non addirittura cadere nell’alcolismo perché la ricca Russia odierna continua a mantenere il costo del pane più alto della vodka. Mediava tra coloro che chiedevano giustizia e i rappresentanti di un sistema giudiziario corrotto. Mediava tra il mondo di Putin e Kadyrov, dei ricchi, potenti e dei prepotenti, e quello della popolazione civile, povera, debole e indifesa. Era una mediatrice perché tramite le sue parole lanciava un appello alle democrazie occidentali, liberando l’urlo di un popolo che ha bisogno di aiuto.
Grazie all’approccio del giornalista è riuscita ad adempiere al suo ruolo di mediatrice con una professionalità che non è possibile conseguire solo con gli studi accademici. Lo studio della storia, le ricerca, le interviste, le registrazioni, le foto, i filmati, poi ancora ricerche, studi di legge, di medicina, allora la comprensione, infine la stesura e la liberazione dell’urlo.
Con la sua attività, Anna ha voluto dire alle vittime della Russia di Putin “coraggio”; ai politici ha detto “vergogna”; ai Paesi Occidentali “vigliacchi”; a chi vede e tace “ribellatevi”. La sua costante attività era finalizzata a permettere a tutti di conoscere quelle stesse verità, indignarsi e agire. Ma per svolgere il suo ruolo di mediatrice, non si accontentava di ciò che leggeva sui giornali o vedeva in televisione o osservava dagli spazi appositamente riservati ai giornalisti. Lei aveva deciso di vedere in faccia la “verità”, di viverla e di raccontarla per come l’aveva vista, bella o brutta che fosse. La penna era la sua freccia. Il giornale il suo arco. La sensibilità dell’uomo il suo bersaglio.
Marcella Militello


LIBRI DI ANNA POLITKOVSKJA


- Un piccolo angolo d'inferno. La verità sulla guerra in Cecenia, Rizzoli, Milano 2008;

- Cecenia, il disonore russo, Fandango, Roma 2003;

- La Russia di Putin, Adelphi, Milano 2005;
- Diario Russo. 2003-2005, Adelphi, Milano 2007;
- Proibito parlare. Cecenia, Beslan, Teatro Dubrovka: le verità scomode della Russia di Putin, Mondadori, Milano 2007.

sabato 2 maggio 2009

Il paese che vorrei


Finalmente ci siamo, ragazzi: le elezioni per il nuovo sindaco di S.Elisabetta sono alle porte e, come sappiamo, tutti i partiti del paese stanno già avanzando le loro liste con i relativi candidati. Ma, aldilà dei vari orientamenti politici e delle coalizioni che si stanno venendo a creare, proviamo a dare uno sguardo più generale al luogo che ci ha accolti nel suo grembo sin dalla nascita, che è stato muto testimone della nostra infanzia, della nostra adolescenza e che rappresenta la culla di un'intera vita di tradizioni familiari a tutti i suoi abitanti.
Sappiamo benissimo in che condizioni si ritrova il nostro povero paese e, del resto, credo che tutti siano d'accordo con me nel dire che non vive certo i suoi tempi migliori; perché quelli li ha già vissuti. Oh sì! E quello era davvero un periodo di coesione, culturalmente e ideologicamente, molto florido.
Ma adesso? Adesso che succede? Bé, è cambiato tutto, ovviamente, o forse dovrei dire purtroppo. Già... se si tiene conto di ciò che accade, o meglio di ciò che NON accade, perché diciamocelo francamente: a S.Elisabetta NON SUCCEDE PIU' NIENTE! Le strade sono deserte, non vi sono iniziative di alcun tipo; le feste locali si sono notevolmente ridotte, per non parlare dei giovani che, oltre a non sentirne il vero spirito, quasi non avvertono il bisogno di mobilitarsi per qualcosa di diverso, qualcosa che cambi le cose. Al nostro paese manca quella vitalità e quel buon vecchio spirito di coesione che in altre parti ha recuperato situazioni prima ritenute disperate. Dove è andato a finire tutto questo? E di chi è la colpa del nostro declino? Della società che si è venuta a creare? Delle istituzioni centrali?
Oppure, semplicemente di noi sabettesi che in questo declino ci viviamo? Certo, molte spiacevoli situazioni si potrebbero facilmente risolvere, se solo ognuno di noi riuscisse a creare qualcosa di nuovo, a riunirsi in gruppo e dare vita...ad una compagnia teatrale, per esempio, o ad un piccolo giornale o a qualche festa che inviti la cittadinanza tutta a celebrare la grandezza di un paese che, per quanto piccolo, si porta sulle spalle secoli e secoli di storia mai raccontata.
In questi ultimi due anni di amministrazione, la gente ha potuto ben vedere quanto le sue aspettative di rinnovamento fossero state il larga parte deluse, e per la maggior parte dei casi anche inconsapevolmente.
Ma adesso ci saranno nuove elezioni, nuove amministrazioni e, si spera, una nuova e più positiva figura del “potere centrale” che riporti luce e vitalità ad un paese, come il nostro, che ne necessita in maniera assoluta. Ed è proprio questo il compito primario che deve assumersi e perseguire il nostro futuro sindaco:
- ripristinare e rendere di nuovo agibili zone di interesse e utilità pubblica, trascurate e vituperate ormai da molto tempo
- promuovere attività storico-culturali che uniscano grandi e giovani nel comune obbiettivo di creare un forte legame concreto, che consenta di operare in un clima di aperta e viva coesione e di “rispolverare” il passato e le tradizioni che hanno reso unica S.Elisabetta;
- incentivare i giovani ad impegnare concretamente le loro abilità (sportive, artistiche, letterarie, ecc.) a favore del sano sviluppo delle relazioni e delle comunicazioni tra tutti i paesani, e a questo proposito sarebbe molto utile, ad esempio: fondare un giornale locale o formare una compagnia teatrale che racchiuda in sé vecchi e giovani e che si proponga di portare in scena opere di acuta rilevanza artistica, forgiate dai migliori autori siciliani;
- istituire un centro giovanile dove i ragazzi di tutto il paese possano integrarsi ed esprimere le proprie opinioni su argomenti di attualità e interessi di vario genere ;

Tutto questo riuscirà a riportare coesione e un vivo spirito di associazione all'interno di ogni cittadino sabettese, che avrà di certo la possibilità di far risplendere il proprio paese di quella luce solare e nostalgica capace di risvegliare e di far ricordare che nella nostra “piccola” porzione di mondo è ancora possibile dar vita a qualcosa di incredibilmente grande, ad ogni speranza sempre sentita e mai espressa che brilla da secoli nei nostri occhi e nei nostri cuori.
Sì, tutto questo è possibile! “Cambiare è possibile!” (come disse Obama) e ci vorrà ancora molto tempo e notevoli sforzi prima che possa davvero realizzarsi, ma, se uniamo le nostre forze, ce la faremo.
INSIEME CE LA FAREMO!


Claudia Di Vincenzo