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"Il popolo che rinuncia alla libertà per la sicurezza, non merita e non avrà né libertà né sicurezza" (Benjamin Franklin)

giovedì 30 dicembre 2010

Lei dov’era la notte del 28 dicembre tra l’1 e le 2 e mezza?

di Francesco Treseghè

Io ero davanti al comune a guardare 7 ragazzi che si divertivano a combinare una marachella. Avevano “preso in prestito” una quarantina di scope e moci, una decina di piante, che i sabettesi così fiduciosi del proprio prossimo lasciano davanti gli uscii delle proprie case, più un tenero pupazzetto perso per strada da qualche innocente e piccolo padroncino. Ero lì mentre loro sistemavano il tutto davanti la porta del comune.
Confesso: Non ho saputo resistere. Erano così scherzosi, oddio, sapevano che stavano combinando na cazzata, ma immaginando le facce di chi l’indomani avrebbe visto il loro piccolo regalo, si stavano pisciando dalle risate.
Confesso … Sono sceso anch’io e gli ho dato una mano. Erano un po’ spaesati, non sapevano bene come distribuire moci, scope piante davanti il piccolo spiazzale del comune, e così non ho potuto fare a meno di dargli una mano: “Una pianta qua … un’altra sta meglio la … le scope tutte da questa parte.” “E il pupazzo?” “Va beh.. Quello puoi anche appenderlo lì”. “Ok … Tutto sistemato … Scappiamo!”
Fine della scena. Non c’è bisogno di nessun plastico, nessuna indagine, nessuna denuncia verso ignoti. L’indomani una piccola risata di chi avrà accettato lo scherzo; qualche occhio guardingo in cerca di quale pianta potersi arruffare e portare a casa alla moglie come dono natalizio; una sbuffata di chi pensa che i giovani di oggi sono una generazione bruciata, dimenticando di aver avuto anch’egli vent’anni; una battuta spiritosa di chi, invece, si sarà ricordato di aver vissuto anch’egli quegli anni … Qualcosa però non quadra.
Oggi si parla di una scritta trovata all’interno del comune. Parole pesanti, in puro stile mafioso, poche ma sufficienti per far arrivare il messaggio. Parole da vigliacchi. Ed ecco che il gioco di alcuni ragazzi, ignari del malumore di qualche frustrato dipendente, entra inevitabilmente a far parte della scena del crimine: le scope diventano simbolo di protesta segno degli articolisti in rivolta, le piante ornamento di un comune triste, e il tenero pupazzetto di quell’innocente e piccolo padroncino a raffigurare un sindaco impupato da mettere al chiodo.
Questo è lo scenario finale. Scatta la denuncia, partono le indagini, e ognuno inizia a costruirsi il proprio plastico mentale.
Peccato che i 7 ragazzi, colpevoli della propria giovinezza, mancano di codardia e così si costituiscono. Qualche ramanzina dei genitori, due parole e un brindisi con il Sindaco, molto imbarazzo, la consapevolezza dei propri errori e l’assunzione delle proprie responsabilità: “Piante, scope e il tenero pupazzo, siamo stati noi, ma la scritta non ci appartiene.”
E’ vero. Io c’ero. Li ho aiutati cazzo … Non potevano … Non avevano né le chiavi né il movente per compiere un atto simile. Aggiungo … mancavano anche di cattiveria e vigliaccheria.
L’ipotesi allora? Che sia stato qualche scontento dipendente, chiavi in mano, la mattina del 28 dicembre, ad aver impresso quelle vergognose parole, approfittando della situazione creata dai ragazzi, finora è lo scenario più probabile. Parola poi a chi indaga.
E le scope e le piante? Qualche dipendente comunale ha riconosciuto le proprie … almeno così dicono.

sabato 25 dicembre 2010

Buon Pacco di Natale a tutti voi!




L'aula del Senato ha approvato, in terza lettura e in via definitiva, il disegno di legge di riforma dell'universita' con 161 si', 98 no e sei astenuti. A favore hanno votato, Pdl, Lega e Fli; contrari Pd e Idv; astenuti Udc, Api, Mpa, Svp e Autonomie (a Palazzo Madama l'astensione equivale a un voto contrario).

L'università italiana sta crollando e il nostro futuro non esiste più. Purtroppo in questo natale non c'è un bel niente da festeggiare!

Wikileaks: D'Alema attaccò i pm La smentita: «Mai contro i giudici»

Nel dispaccio del 3 luglio 2008, pubblicato da El Pais e intitolato "Berlusconi incontra forti turbolenze", nel paragrafo "La magistratura in Italia: per molti un sistema 'rotto'", l'ambasciatore americano argomenta che la pubblicazione delle intercettazioni telefoniche relative alle inchieste giudiziarie da parte della stampa creano "imbarazzo a coloro che si battono per una riforma del sistema giudiziario e per la fine della pratica delle intercettazioni".

I responsabili delle fughe di notizie "raramente vengono" individuati. "Sebbene la magistratura italiana sia tradizionalmente considerata orientata a sinistra, l'ex premier ed ex ministro degli Esteri Massimo D'Alema ha detto lo scorso hanno all'ambasciatore (Usa, ndr) che la magistratura Š la pi— grande minaccia allo Stato italiano", scrive ancora Spogli. "Nonostante 15 anni di dibattiti sulla necessita' di una riforma del sistema, non sono stati fatti progressi significativi. Gli italiani considerato il loro sistema 'rotto' e hanno veramente poca fiducia sul fatto che garantisca giustizia", commenta ancora il diplomatico americano.

LA REPLICA DI D'ALEMA
''Accanto ad osservazioni ovvie su fughe di notizie e intercettazioni, viene riportato un giudizio abnorme sulla magistratura che non ho mai pronunciato, che non corrisponde al mio pensiero e che evidentemente all'epoca è stato frutto di un fraintendimento tra l'ambasciatore Spogli e me''. E' quanto si legge in una nota del presidente del Copasir Massimo D'Alema, in riferimento al cablogramma pubblicato da Wikileaks. 24 dicembre 2010

tratto da l'unità del 24 dicembre 2010
http://www.unita.it/italia/wikileaks-d-alema-attacco-i-pm-br-la-smentita-mai-contro-i-giudici-1.262553

giovedì 23 dicembre 2010

Il pd: partito di governo o stampella di Di Pietro E Vendola?


Il partito democratico è nato solo nel 2007, ma da quel momento quanti litigi, quante incomprensioni, quanti tormenti. Abbiamo solo tre anni, ma ne dimostriamo molti di più.
Sono passati più o meno due anni dalla caduta del governo Prodi e il mondo è cambiato, le persone sono cambiate, il modo di pensare è cambiato, la memoria è corta.
Ma due anni fa si votò per le politiche. Ricordo bene quella campagna elettorale: tutti noi eravamo d'accordo sulla vocazione maggioritaria. Che era bello si correva da soli! senza Bertinotti, Vendola, Pecoraro Scanio, Cossutta, Di Liberto, Ferrero!
Ricordo che i due anni di governo Prodi ci insegnarono qualcosa, che se non si è uniti non si vince e non si governa. Tutti noi eravamo d'accordo e gridavamo : "basta non si può più governare insieme a loro, insieme a coloro che ci tagliano le gambe ogni giorno e che protestano contro i governi di cui fanno parte!
Non era un progetto eversivo allora e non vedo il perchè oggi dovrebbe essere un suicidio non allearsi con Vendola.

Il pd deve farsi rispettare dai suoi futuri alleati. Io non sarò disposto a tollerare nuovamente un governo o una alleanza dove ognuno tira per se e per il proprio partito remando contro il governo stesso. L'esperienze di governo 2006 e 1996 ci hanno insegnato che prima bisogna fissare dei paletti solidi e poi si potrà parlare del resto.

Il partito democratico è il maggiore partito di opposizione e dobbiamo essere noi a dettare l'agenda politica agli altri. Gente come Vendola e Di Pietro non devono proporre patti e matrimoni al nostro partito, non devono essere la nostra ossessione e non devono con i loro partiti PERSONALI insegnarci cosa significa DEMOCRAZIA. Noi abbiamo un segretario eletto con le primarie, nei loro partiti neanche esistono le primarie.

Vendola e Di Pietro devono fare una cosa semplice: accettare il nostro programma di governo e solo dopo potranno interloquire con noi per formare un'alleanza di governo.
é inammissibile che i tuoi alleati ti segano quotidianamente le gambe solo per motivi propagandistici e per acquisire consenso elettorale per i loro interessi partitici; non è attaccando il pd che si riesce a sconfiggere berlusconi.

Io non sono disposto a stare in un partito che rinuncia alla propria natura riformista e di alternativa a berlusconi. Non sono disposto a stare in un partito che non si fa rispettare dai propri alleati e per dirla franca non penso sia il massimo allearsi con chi ti bastona quotidianamente per rubarti voti. Non è cosi che si costruisce l'alternativa a BERLUSCONI, NON è COSI che si acquisisce consenso elettorale. Non possiamo ricadere nell'errore di rifondare una nuova unione più litigiosa della vecchia unione.

é arrivato il momento di rialzare la testa e di farci rispettare da tutti. Il pd ha un programma serio, ha proposte di legge sul fisco, scuola, università, acqua, costi della politica, economia e lavoro! Vendola e Di Pietro farebbero bene ad abbassare un pò la cresta, ad avere un pò meno di arroganza e ad essere un pò più autocritici verso il proprio passato. Prima di proporre matrimoni è meglio che accettino le nostre proposte e poi si potrà riparlare di alleanze.

Il segretario Bersani fa bene in questi giorni a parlare in questi termini. Se non si stabiliscono regole chiare non si va da nessuna parte. Il concetto è chiaro: il pd ha un programma ed è disposto ad allearsi con chi condivide le nostre idee.
Naturalmente lo spazio è aperto anche ad un eventuale alleanza con i centristi di casini e rutelli. Il pd deve interloquire con tutti i partiti dell'opposizione: non possiamo rinunciare al confronto con l'aera moderata. L'occasione è storica e per sconfiggere la destra non basta il solo centro sinistra i numeri parlano chiaro.

In altri paesi come la Germania e l'Inghilterra si sono formate alleanze eterogenee e oggi questi stati crescono il triplo dell'Italia. Se vogliamo veramente cambiare questo paese io sono dell'idea che dobbiamo dare una sterzata al modo di intendere la politica come una eterna opposizione tra due fazioni. Io penso che non dobbiamo più ripararci dietro i muri delle ideologie: e poi per dirla tutta la vera ideologia di sinistra è quella che ti porta a risolvere i problemi della gente e questo si può fare formando un governo responsabile: l'ideale non deve condannarti sistematicamente ad essere un perdente seppur bello e puro. Gli ideali che deve inseguire il pd sono semplici: governabilità, riforme, responsabilità,lavoro, precarietà e giovani, economia e famiglie; tutto questo si fa con un governo forte e coeso che duri un intera legislatura non certo un governi deboli e litigiosi come quelli che ci hanno abituato a vedere.

Il pd deve farsi sapere rispettare. Oggi è presto per dire se è meglio allearsi con la sinistra radicale o con i centristi, ma una cosa deve essere chiara: mai più coalizioni che portano solo confusione e danneggiano l'immagine dell'azione di governo come hanno fatto con il povero Prodi.

venerdì 17 dicembre 2010

"Il popolo che rinuncia alla libertà per la sicurezza, non merita e non avrà né libertà né sicurezza" (Benjamin Franklin)

Foto di Remo Cassella (all rights reserved ©)
Quindici anni fa il popolo italiano imparava a guardare la tv, tacere e ossequiosamente obbedire;
in tutti questi anni di silenzio, il governo italiano ha imparato a sentire appena il ronzio delle mosche ed ora non ammette alcun rumore.

In quindici anni, il popolo italiano ha votato questo governo a tre riprese, lamentandosene ma mai troppo;
in questi quindici anni le proteste sono avvenute sotto forma di manifestazioni studentesche, e raramente i docenti hanno creato disagi alla didattica per difendere i loro diritti, finché i disagi hanno coinvolto gli stessi docenti, studenti, didattica e diritti.

Sempre quindici anni fa, giovani trentenni appartenenti a diversi classi lavorative avevano creduto che i "contratti a termine" potessero andar bene, e che fossero quasi comodi, garantendo una maggiore flessibilità;
quindici anni fa quei giovani trentenni non riflettevano sul fatto che oggi avrebbero avuto 45 anni, famiglie a carico e nuovi concorrenti under 30 pronti ad accettare quel contratto a termine che a loro non basta più.

Quindici anni fa, il ceto medio italiano pensava di avvicinarsi via via al ceto alto e che le riforme berlusconiane gli avrebbero fatto comodo;
quindici anni fa il ceto medio italiano non immaginava di poter scendere precipitosamente in direzione dei ceti bassi.

In tutti questi anni il popolo italiano ha pensato che la sicurezza di una nazione possa basarsi solo sul potere delle forze dell'ordine;
dopo tutti questi anni il popolo italiano si dovrebbe rendere conto che, senza una sicurezza economica, le forze dell'ordine non saranno in grado di garantire alcun altro tipo di sicurezza.


mercoledì 15 dicembre 2010

Riassumiamo un pò questi due giorni. Berlusconi si è "prodizzato"


Jean Jacques Rousseau diceva :
"La Democrazia esiste laddove non c'è nessuno così ricco da comprare un altro e nessuno così povero da vendersi"

E berlusconi questo lo sa bene. Vince il braccio di ferro con il nemico Fini, ma ha vinto solo la prima battaglia di quella che può essere per lui una lenta agonia prima della "morte" politica. Berlusconi si è prodizzato, ma che dico peggio !
Con soli tre deputati di maggioranza sappiamo tutti che è impossibile governare. La situazione è molto più critica di quella del governo Prodi che poteva contare, oltre ai due senatori in più, anche sul sostegno dei 7 senatori a vita che più di una volta hanno salvato il povero e incompreso governo Prodi.

Intanto in Sicilia passa all'ars il provvedimento sulla stabilizzazione:



Intervista al deputato regionale del partito democratico onorevole Marziano. L'intervista è stata realizzata da blog sicilia.

martedì 14 dicembre 2010

Il libro della settimana

More about L'invenzione di Palermo
L'invenzione di Palermo
Giulio Perrone Editore

di Giuseppe Rizzo
ultracentenario inventore sabbettese

Martedì 22 dicembre alle 19:00 verrà presentato presso il circolo Arci Nzocchè (via E. Ximenes, 95) di Palermo, all’interno del ciclo di interviste pubbliche "Palermo, che puzza!" gestite da Titti De Simone, il libro di Giuseppe Rizzo "L'invenzione di Palermo".

DICONO DEL LIBRO:

Sergio Pent, TuttoLibri, La Stampa: "Nelle frenesie imbarbarite e mafiose di Giuseppe Rizzo (...) l'inferno attraversato dalla quindicenne Annina si risolve in un collettivo sorriso di speranza, restata intatta la necessità di raccontare ciò che vede lottare da sempre gli italiani contro un immobilismo ormai incancrenito".

Errico Buonanno, Il Riformista: “Una lingua espressionista, contaminata, da applauso”.

Salvatore Ferlita, La Repubblica: “Rizzo sorprende una Palermo dannata, gremita di personaggi parossistici, marchiati dall'infamia. Annina, la protagonista, è risentita e blasfema, imperlata da un turpiloquio visionario. E la cifra, che spesso fa leva sulla pronuncia oscena, ha un che di poetico, di fantasia linguistica”.

Marta Cervino, Marie Claire: “Libro devastato e tenerissimo che arriva e si ferma al cuore”. 

Tiziana Lo Porto, La Sicilia: “Romanzo comico e struggente. A conquistare il lettore è sicuramente il linguaggio, una riuscita e bella combinazione di vulgata popolare, vocaboli inventati e parolacce inesistenti ma efficaci di cui si affolla la testa, e di conseguenza anche la bocca, di Annina dal giorno della morte della madre. Parolacce che, in qualche inspiegabile modo, riescono a poeticizzare la rabbia e a farci sorridere malgrado le cose della vita”.

Enzo Rammairone, Rockerilla: “Un esordio al romanzo, questo di Giuseppe Rizzo, che trova il suo punto di forza nella leggerezza”

domenica 12 dicembre 2010

Libertà per Khodorkovsky e Lebedev!


Mikhail Khodorkovsky (Il magnate del petrolio del gruppo Yukos, e grande oppositore di Vladimir Putin ) e Platon Lebedev (suo socio in affari) hanno trascorso gli ultimi 7 anni in carcere. Stanno scontando una pena per presunti reati economici e fiscali.
Dovevano essere rilasciati nel 2011, ma le autorità russe hanno pensato che la condanna fosse troppo breve! Così hanno istruito un secondo processo al quale ha fatto seguito una nuova imputazione: non solo non avrebbero pagato le tasse sul petrolio, come recita la sentenza per frode ed evasione fiscale emessa nel 2003, ma avrebbero sottratto quel petrolio alla Yukos.
Il 22 ottobre 2010 la Procura ha chiesto per i due imputati altri 14 anni di reclusione per i reati di riciclaggio e appropriazione indebita.
La sentenza è attesa per il 15 dicembre.

Non c’è nessuna speranza di ottenere un verdetto che rispetti giustizia e legalità. Ma noi, gente del mondo, possiamo porre fine a questa persecuzione!
È nel potere del presidente della Federazione Russa Dmitrij Medvedev bloccare quest'azione di accanimento giudiziario, per questo l'associazione AnnaViva, in sostegno al comitato Free Khodorkovskij, lo esorta a dimostrare il suo coraggio liberando Mikhail Khodorkovsky, Platon Lebedev e gli altri imputati dichiarati colpevoli e condannati nel caso Yukos.
Alla luce dei fatti invitiamo la società civile tutta a firmare l’appello presente sul sitohttp://www.free-khodorkovsky.com/ e rivolto al presidente della Federazione Russa.

C’è tempo fino al 13 dicembre 2010. Tutte le cartoline pervenute entro questa data saranno stampate e consegnate agli uffici d'amministrazione del presidente Medvedev.

giovedì 9 dicembre 2010

Carta Straccia

di Francesco Treseghè



Ho realizzato questo video per non smettere di gridare... per non affievolire la voce...
Per chi ancora crede in una sinistra migliore da questa.
Se il governo cadrà.. chi sarà l'alternativa..? Loro?


mercoledì 8 dicembre 2010

Chi c'ha la moglie bella sempre canta, chi c'ha pochi quattrini sempre conta




I commenti di Luciana Littizzeto questa domenica al programma di Fabio Fazio Che tempo che fa hanno finalmente suscitato polemica tanto da essere il tema di apertura della puntata di Ballarò di ieri, 7 dicembre 2010.
Certo più pragmatica ed efficace la Littizzetto che l'insieme di politici presenti a Ballarò. Citando una signora intervistata  in uno dei servizi di Ballarò "Chi c'ha la moglie bella sempre cantachi c'ha pochi quattrini sempre conta" . E così ieri sera mentre dallo studio di Floris, il vicepresidente al Senato Gaetano Quagliarello (PDL) intonava odi a Silvio per aver mantenuto la "stabilità" durante la crisi economica, mentre da casa qualcuno contava i piccioli persi durante l'apparente stabilità mantenuta dal governo.
L'imprenditore Diego Della Valle sembrava essere l'unico a voler contare i piccioli. Certamente i suoi interessi in gioco sono alti; come alto è il numero dei dipendenti che rischia di licenziare. Ma almeno qualcuno si è assunto la propria responsabilità, più le responsabilità di altri, investendo 25 milioni di euro per il restauro del Colosseo prima che si sbricioli anche lui come un wafer del discount.
E la cosa triste è che ancora una volta il popolo italiano si ritrova d'accordo con un imprenditore. Di nuovo! Un'altro! E mai sentirci capiti dai politici di professione, che con il loro reddito medio di 20.000 euro mensili (per essere generosi) non potranno certo sapere come arranca un misero cittadino con 500 euro al mese... quando ce li ha!

sabato 4 dicembre 2010

Ecco dove andrebbero fatti i tagli..non alla scuola, non alla salute..alla politica improduttiva

La nostra trinacria ama distinguersi per primati: dopo il primato Cuffariano per il numero più alto di capi-redattore (tredici circa...più di Buckingham Palace!), ci pensa il Sindaco di Palermo Cammarata e tutta la giunta comunale, percependo indennità e gettoni di presenza più alti d' Italia. Si potrebbe pensare a uno stimolo a lavorare di più... purtroppo però l' aumento dei redditi resta inversamente proporzionale alla produttività.


di Sara Scarafia
tratto da Repubblica.it del 03/12/2010

Ai consiglieri di Palermo i compensi più alti d'Italia


I consiglieri comunali di Palermo sono i più pagati di Italia con un gettone di presenza di 156 euro e un'indennità mensile che può arrivare a 3.030 euro al mese. Ben 749 euro in più dei colleghi milanesi, ma anche il doppio rispetto ai compensi che toccano ai consiglieri comunali della Capitale. Gettoni "d'oro" a fronte di un record di improduttività. A Cammarata 1000 euro più della Moratti

di SARA SCARAFIA

A Milano la paralisi del Consiglio comunale è finita al centro del dibattito politico: in due mesi, tra settembre e ottobre, l'aula ha approvato soltanto sei delibere. Chissà cosa direbbero i consiglieri milanesi se, spulciando l'elenco degli atti approvati da Sala delle Lapidi dall'inizio dell'anno, scoprissero che da gennaio i cinquanta consiglieri hanno detto sì ad appena una decina di delibere di peso, limitandosi per il resto a votare debiti fuori bilancio, mozioni o piccole modifiche a precedenti atti.
Dieci delibere che, però, sono costate care: le delibere più care di Italia. Nonostante i picchi di improduttività, i consiglieri comunali di Palermo sono i più pagati: il gettone di presenza degli eletti al Comune di Palermo è di 156 euro lordi per una indennità che può arrivare, se si raggiungono le 21 presenze, a 3.029,95 euro al mese. Ben 749 euro in più dei colleghi milanesi che al mese guadagnano al massimo 2.280 euro. Ma anche il doppio rispetto all'indennità che tocca ai consiglieri comunali della Capitale: il loro gettone sfiora i 70 euro per un compenso mensile massimo di 1.500 euro.
A Roma i consiglieri percepiscono metà dell'indennità rispetto ai colleghi di Palermo, ma devono fare quattro sedute in più per ottenerla: devono riunirsi 25 volte al mese contro 21. Un privilegio, quello dei consiglieri di Sala delle Lapidi, che può essere definito geografico: la Sicilia è una regione a statuto autonomo e decide da sé quanto pagare i suoi amministratori. Ed è per questo, dunque, che Diego Cammarata, con una retribuzione lorda che sfiora i 10 mila e 100 euro al mese, supera di mille euro la collega milanese Letizia Moratti. Indennità più alte, dunque, anche per gli assessori, considerato che i loro introiti sono calcolati proprio sulla base del compenso del sindaco.
In Sicilia i tagli decisi dal governo nazionale con la Finanziaria non vengono recepiti: se anche a Palermo fossero applicate le norme che valgono per il resto di Italia, i consiglieri dovrebbero rinunciare ad almeno 500 euro al mese. Anche le altre regioni a statuto autonomo avrebbero potuto imitare la Sicilia: ma a Trento, per esempio, il gettone di presenza dei consiglieri è di 120 euro mentre a Cagliari non arriva nemmeno a 70: nel capoluogo sardo, i consiglieri non guadagnano più di 1.500 euro lordi al mese. Proprio come a Roma. Il gettone "d'oro" di Palazzo delle Aquile non è un incentivo per lavorare di più: in Consiglio sono al palo quasi trecento delibere.
Tra queste anche provvedimenti che l'amministrazione ritiene strategici: dal piano regolatore del porto alla individuazione delle aree Peep per realizzare 7.200 alloggi. Ma anche la riorganizzazione delle linee dei bus, che consentirebbe di ridurre i tempi di attesa alle fermate, il regolamento per i gazebo e quello per le corsie preferenziali. Confindustria attraverso Alessandro Albanese due giorni fa ha duramente criticato gli inquilini di Sala delle Lapidi: "Vorrei vedere in aula lo stesso zelo che i consiglieri hanno allo stadio".
Ma anche le critiche non producono alcun effetto. Il presidente del Consiglio comunale Alberto Campagna, pur puntando il dito contro la paralisi dell'aula, difende il gettone "d'oro" dei consiglieri palermitani: "Non è lo stipendio dei consiglieri di Sala delle Lapidi a essere alto è quello degli altri consigli a essere troppo basso - dice Campagna, che è anche coordinatore della conferenza dei consigli comunali di Sicilia per l'Anci - La Sicilia ha sfruttato la sua autonomia. Il problema è che, al momento, anche un gettone di un euro sarebbe uno spreco considerata l'improduttività dell'aula: non possiamo più nasconderci dietro le beghe politiche. Quello sull'assestamento può essere considerato un voto politico, ma cosa dire degli altri 300 punti all'ordine del giorno?".

venerdì 3 dicembre 2010

Lombardo, Schifani e Cammarata duramente contestati dagli studenti universitari

tratto da: La Sicilia.it del 3/12/2010

Circa mille studenti palermitani delle facoltà di Lettere, Agraria, Scienze Matematiche, Agricoltura e dell'Accademia di Belle Arti (che è occupata da ieri sera) stanno protestando con cori e striscioni davanti a Ingegneria dove verranno assegnati i premi alle migliori idee innovative.

"Erano attesi il presidente del Senato, Renato Schifani, il governatore Raffaele Lombardo e il sindaco Diego Cammarata - dice Giorgio Martinico, della facoltà di Lettere - tutte persone degne del nostro disprezzo. Ma non sono arrivati perchè hanno paura delle nostre azioni e delle nostre parole".

Stanno arrivando anche gli studenti di Medicina, in agitazione da una settimana, mentre questa mattina è stata intitolata a Norman Zarcone (il dottorando di Lettere morto suicida gettandosi dal settimo piano della facoltà ndr) l'aula magna di Lettere con una targa apposta dagli studenti. È saltato invece il sit-in previsto in via Maqueda promosso dal movimento studenti Medi delle scuole superiori.

Gli studenti delle facoltà occupate di Palermo sono entrati nell'aula magna di ingegneria, dove si sta svolgendo la cerimonia di consegna del premio nazionale per l'innovazione 2010. Il rettore Roberto Lagalla ha dovuto interrompere il convegno. Gli studenti si sono seduti al posto di professori e politici ed hanno esposto i propri striscioni sulla cattedra, cantando cori contro il governo e contro la riforma Gelmini. Il preside di lettere, Mario Giacomarra, che nei giorni scorsi si era pronunciato a favore della protesta, non ha voluto commentare l'episodio.

http://www.lasicilia.it/index.php?id=49679&template=lasiciliait


QUESTO è SOLO L'ULTIMO EPISODIO DELLA CATENA DI PROTESTE ATTUATA DAGLI STUDENTI.
CERTO DI SICURO IL GOVERNO SI DIFENDERà ATTACCANDO GLI STUDENTI CHE SCIOPERANO "ANTIDEMOCRATICAMENTE". CERTO ANCHE NOI SAPPIAMO CHE BLOCCARE LE AUTOSTRADE, LE FERROVIE, LE CITTà E OCCUPARE I MONUMENTI SIMBOLO DELL'ITALIA è "ANTIDEMOCRATICO" TANTO QUANTO COME IMPEDIRE AGLI ALTRI DI PARLARE, MA SE QUESTO è L'UNICO MODO PER FARCI SENTIRE E PER DARE VOCE ALLE NOSTRE ESIGENZE NON C'è ALTRO MODO!

LA VERITà è CHE I VERI ANTIDEMOCRATICI SONO CHI CI GOVERNA, IL LORO MODO DI FARE POLITICA DISTACCATO DAI BISOGNI REALI DELLA GENTE COMUNE.

SE IL GOVERNO NON ASCOLTA LA GENTE, SE IL GOVERNO NON ASCOLTA GLI STUDENTI, I SINDACATI E TUTTE LE CATEGORIE SOCIALI è QUESTA LA VERA ANOMALIA ANTIDEMOCRATICA DI QUESTO PAESE!!!

mercoledì 1 dicembre 2010



Partenze dalla Sicilia per Roma con treni da Palermo e Catania, dando un contributo di 10 euro.
Per la nostra provincia, con pullman gratuiti da Agrigento, dando l'adesione entro la mattina del 3 dicembre prossimo.
Per le partenze con i pullman da Agrigento potete contattare Giovanna Iacono.
Ulteriori e più dettagliate informazioni saranno fornite in seguito.

MARIO MONICELLI senza cultura in Italia non rimane nulla (ultima intervi...

E' la cultura che da all'Italia un suo riconoscimento [...]Se si taglia alla cultura, dell'Italia non rimane niente,se non un'immagine di affarismo[...] (Mario Monicelli)