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"Il popolo che rinuncia alla libertà per la sicurezza, non merita e non avrà né libertà né sicurezza" (Benjamin Franklin)

giovedì 9 dicembre 2010

Carta Straccia

di Francesco Treseghè



Ho realizzato questo video per non smettere di gridare... per non affievolire la voce...
Per chi ancora crede in una sinistra migliore da questa.
Se il governo cadrà.. chi sarà l'alternativa..? Loro?


9 commenti:

Anonimo ha detto...

Polis
Di Massimo Giannini

Il cecchino Matteo

"Oltre le ideologie". Nella strisciante balcanizzazione in corso all'interno del Partito democratico, prende dunque corpo una "dottrina Renzi". Il leader della fertile corrente dei Rottamatori del centrosinistra l'ha illustrata in queste ore, per spiegare le ragioni che l'hanno indotto a recarsi in visita ad Arcore, cioè nella trincea del "nemico", per ottenere dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi "un impegno per Firenze". L'intento è nobile: come ha chiarito lui stesso, il giovane sindaco del capoluogo toscano l'aveva incontrato qualche tempo fa per parlare della questione dei rifiuti, e il Cavaliere gli aveva fatto una promessa: avrai più fondi, magari addirittura una legge speciale dedicata a Firenze. Figuriamoci: quando mai una promessa è stata un problema per Berlusconi? Governa il Paese promettendo tutto a tutti da quindici anni, perché non promettere qualcosa anche a Renzi? Forte di questa cambiale in bianco, il buon Matteo ha dunque provato a passare alla cassa. Con il suo solito piglio: realistico, pragmatico. "Per il bene di Firenze vado dove mi chiamano. E anche stavolta sono andato oltre le ideologie". Ma il bene del Pd? Se ne occupa qualcuno, di questi tempi? L'iniziativa di Renzi è discutibile. Nella forma e nella sostanza.

Anonimo ha detto...

Per quanto riguarda la forma: non c'è nulla di male che un sindaco incontri un capo di governo per parlare dei problemi
della sua città. Ma i luoghi, in quanto simboli, contano. Non si può andare, cappello in mano, nella residenza privata del premier. Tanto più se si ammette che "la notizia doveva restare riservata". Ci sono tanti posti, dove le istituzioni possono e devono dialogare. A Roma c'è Palazzo Chigi, sede naturale del governo. A Firenze c'è Palazzo Vecchio, sede naturale del Comune. A Milano c'è la Prefettura, campo neutro per definizione. Ma Arcore no, ad Arcore non si può. Nell'ottobre del 2002 accusammo i vertici della Fiat (all'epoca Paolo Fresco e Gabriele Galateri) che in una piovosa domenica d'autunno si recarono in processione riservata a Villa San Martino, a prendersi gli sberleffi del premier sulla mala gestione del colosso automobilistico sull'orlo della bancarotta. Anche lì: cappello in mano, in una sede impropria e inadeguata. Oggi Renzi commette lo stesso errore. Inaccettabile, ingiustificabile.

Per quanto riguarda la sostanza: alla vigilia di un voto che probabilmente sancirà la fine di questo governo, la visita del sindaco di Firenze è quanto meno intempestiva. E dunque persino sospetta. Cosa può garantire, a Firenze, un presidente del Consiglio che tra una settimana, a quest'ora, starà forse già al Quirinale a rassegnare le sue dimissioni? Nulla, con tutta evidenza. E allora non si può non pensare che anche questa mossa di Renzi, persino suo malgrado, rientri in una più generale "strategia della tensione" che serve a destabilizzare il Pd. Non ci vuole molto, visto che il partito guidato da Bersani è esposto ormai a tutte le scorrerie possibili e a tutte le spallate immaginabili. In questo, magari anche al di là delle intenzioni, il sindaco fiorentino si sta rivelando un cecchino inesorabile. Sparare sul "quartier generale" è una sua specialità. In molti casi ha anche ragione: la campagna di svecchiamento delle classi dirigenti è un tema vero, a sinistra come a destra. Ma in molti casi ha anche torto: far fuori qualunque dirigente politico dopo tre legislature, indipendentemente dall'autorevolezza, dall'esperienza e dal contributo dato al Paese oltre che al partito, è una scorciatoia nuovista che non porta lontano.

Se confonde il "nuovo" col "nuovismo", il Pd si scava da solo la sua fossa. Per ritrovare il radicamento sul territorio, per parlare il "linguaggio della gente", per tornare a candidarsi al governo del Paese, il centrosinistra deve sapere innanzi tutto da dove viene. Quali sono i valori da salvare, dal Novecento italiano che ha espresso Gramsci e De Gasperi, Moro e Berlinguer. Quali sono i principi da ridefinire, nel programma del Terzo Millennio che esige fantasia ma ancora e soprattutto identità. Solo quando avrà spiegato questo, saprà poi dire agli italiani dove vuole andare. Andare "oltre", sempre e comunque, non serve a niente e a nessuno. Le ideologie del secolo scorso hanno prodotto tragedie, dal fascismo italiano al comunismo sovietico. Ma un manifesto politico che abbia come unico slogan l'idea di andare "oltre le ideologie" non è niente. È il vuoto. O forse è solo un altro ideologismo.
(07 dicembre 2010)

Naturalmente da Repubblica
Grazie per l'ospitalità

08 dicembre, 2010 18:03

Francesco Treseghè ha detto...

Renzi avrà pur sbagliato... Ma le idee rimangono. Alle prossime elezioni il Pd si ripresenterà con i soliti nomi? Con i maestri dell'inciucio? E' grazie ai vari Fassino, D'Alema, Violante & Co. se Berlusconi, dopo l'entrata in politica nel '94, si è risollevato ogni volta. E' grazie a loro se il cavaliere, dopo ogni crisi, è tornato più forte di prima. Oggi nel 2010, a 16 anni di distanza Berlusconi ci governa ancora.. e il merito è loro. Grazie Compagni.

Anonimo ha detto...

Nulla da dire. povero Renzi una occasione persa. Si è giocata tutta la credibilità. Mi spiace, perchè non voglio che il nuovo sia questo barattolo vuoto. VDV

Marcella ha detto...

Allora...è palese che l'anonimo sapesse che toccando Renzi, Fra si sarebbe risentito per la sua speranza delusa. A Fra un invito a non cedere a tali provocazioni. All'anonimo un invito a farle al bar. A entrambi un invito a un po di coerenza: visto l'amore per il PD, dovreste difenderne lo statuto anche costo di non poter difendere coloro i quali non abbiano le caratteristiche per essere candidati: chi per problemi di legislature in avanzo, chi per problemi di poca trasparenza...
Se Berlusconi ci governa ancora è per colpa degli italiani che lo hanno votato innanzitutto, poi dell'opposizione frantumata e debole, e poi anche di quella parte della Sinistra che per ben due volte ha fatto cadere gli unici inizi di Governo che abbiamo avuto.

Ricordiamoli TUTTI i parlamentari passati..quelli che hanno votato con Berlusconi e quelli che hanno votato contro Prodi (come il sig. Vendola)... Ricordiamoli tutti!
E ricordiamo che anche il sign. D'Alema andò a cena con Berlusconi!
Chi piangerà Renzi, chi Vendola e chi D'Alema... tutti da riciclare..abbiamo bisogno di energia pulita!

Anonimo ha detto...

Grazie per questo intervento cara marcella, io credo che si inizi a ragionare , a discutere , a riflettere a fare quella che gramsci chiamava analisi politica.
Il pd ha bisogno di un renzi , come di un d'alema , di una serrcchiani come di una bindi, etc, etc.
Cioè, l'energia dei giovani , con le loro passioni, con con le loro quinte marce, con i loro , perchè no, "spinelli", con il loro essere a volte psichedelici, e la saggezza dei "vecchi", con le loro baattaglie fatte, i loro errori politici... questa unione dovrebbe fare grande un partito, dovrebbe unirlo, dovrebbe corroborarlo, nutrirlo, dargli una prospettiva futura.
Il pd adesso è come un neonato che ha bisogno di cure , di comprensione, di nottate perse per confortarlo nei pianti: questo dovrebbero fare tutti i militanti, questo dovrebbero fare chi ha a cuore questo partito, questo neonato, questo bambino che inizia a dare i primi passi.
Smettiamola di farci del male.

Grazie per l'ospitalità

Stefano Di Vincenzo ha detto...

anche io penso che renzi e d'alema invece di farsi la guerra potrebbero benissimo collaborare assieme!!!

Marcella ha detto...

io penso che Renzi e D'Alema debbano rivedere il loro modo di far politica, lavorare per il partito rinunciando alla candidatura. Solo cosi mostreranno di aver a cuore il popolo e non la poltrona. Io penso che la Bindi non possa far parte di un PD avendo in mente uno stato non laico. Io penso che la Finocchiaro debba delle scuse al popolo di sinistra Siciliano per averlo abbandonato subito dopo la sconfitta, per una poltrona a Montecitorio. Io penso che i vecchi debbano certamente stare in partito a dare consigli e guidare i giovani che siederanno in parlamento. Io penso che se non si darà occasione di una prima volta non si avrà mai gente abbastanza esperta per sedere in Parlamento. Io penso che i politici debbano esser forti dei loro ideali per raggiungere il potere al servizio del bene comune e non utilizzare gli ideali come strumento per raggiungere il potere al servizio del bene privato.

Francesco Treseghè ha detto...

Certo... D'Alema e Renzi possono benissimo collaborare assieme.
D'Alema è sempre stato bravo a collaborare... chiedetelo a Berlusconi!