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"Il popolo che rinuncia alla libertà per la sicurezza, non merita e non avrà né libertà né sicurezza" (Benjamin Franklin)

domenica 8 febbraio 2009

Appello alla coesione sociale

Art. 1. L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.
Art. 2. La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.
Art. 3. Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.

(Costituzione della Repubblica Italiana)
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La parola Repubblica viene dal latino rě(m) publica(m),cosa pubblica; l'aggettivo che nella nostra costituzione la caratterizza deriva da democrazia, dêmos e -kratìa, potere e popolo. Al popolo il potere di gestire la cosa pubblica, quale è lo Stato.
E’ un impegno importante nonché una grande opportunità che ci siamo lasciati sfuggire per molto tempo e così, oggi, ci ritroviamo ad avere una nazione che fa acqua da tutte le parti, una regione minata da 30 anni di autonomia distruttiva, una provincia che ogni anno si gioca l’ultimo posto delle classifiche italiane, e un paese che ancora si ostina ad essere amministrato senza un briciolo di buon senso. Abbiamo però, un grande potenziale. Come è stato, ultimamente più volte, ricordato, a differenza di molti altri paesi, a S. Elisabetta sono molti i giovani ad interessarsi dello stato di salute della propria società, e la dimostrazione è che attualmente sono fortemente attivi due gruppi :il partito giovanile del PD e il gruppo dell’ SSF. Al contrario di chi dice che a S. Elisabetta non ci sono più giovani che si impegnano, in totale ci sono una trentina di giovani (e anche più) che oggi giorno discutono, litigano, si scambiano informazioni, idee su ciò che avviene e potrebbe avvenire in questo piccolo paese. Siamo tutti ragazzi diversi, con interessi diversi e che hanno scelto di muoversi in maniera diversa. Ma la diversità non deve costituire necessariamente un impedimento, può anzi essere un arricchimento, perché le idee e le opinioni sono in continuo movimento e in continua crescita. Senza stimoli esterni, finiremmo di ragionare.
C’è chi ha deciso di muoversi aderendo ad un partito, c’è chi ha deciso di muoversi attraverso l’SSF, entrambe le decisioni hanno come obiettivo comune creare la risposta alla domanda “che ne sarà del nostro futuro”? Nonostante ciò le critiche e i dissapori scorrono a fiumi e mi chiedo: perché non apprezziamo il fatto stesso che un giovane decida di muoversi, al di là del gruppo a cui appartiene? Perché non sfruttiamo davvero il fatto che esistano più movimenti? Perché non cogliamo la bellezza di una gioventù così attiva? Perché non iniziamo ad ascoltare senza basarci su preconcetti? (perché S. Elisabetta vive di preconcetti). Possibile che "o sei dentro" o "sei fuori"? Perché? Non si può essere impegnati senza essere pro o contro partito? Perché chi è dentro ad un partito deve vedere la merda fuori e chi ne è fuori vede la merda dentro? Non possiamo iniziare a parlare di persone, anziché di fazioni, partiti e famiglie? Gesù cristo era figlio di Dio, eppure anche lui discuteva con suo padre! Anche Peppino Impastato era figlio di suo padre; anche Borsellino era iscritto ad un partito di destra; Tiziano Terzani, invece, non ha mai aderito ad un partito; e Aleksander Panagulis, sebbene odiasse i partiti ci si è iscritto per essere candidato e cambiare le cose dall’interno. Non furono tutti grandi uomini? Eppure la pensavano tutti in maniera diversa. Ragazzi il mio appello questa volta va a noi: impariamo ad essere un po’ più tolleranti verso chi non la pensa come noi; apriamoci agli altri e chiediamoci il perché la pensano diversamente da noi; cogliamo ciò che di buono ognuno, come singolo, può dare; usiamo la diversità come punto di partenza per una riflessione che vada al di là delle apparenze; ignoriamo le discussioni negative e pertanto inutili, ma manteniamo accese quelle positive; impariamo a traghettare tra le diverse culture che percorrono le linee verticali e orizzontali della società. Se insieme lavoriamo bene sulla materia sociale, e gettiamo le basi per costruire nei giovani una coscienza politica, potremo vedere crescere il nostro paese sotto il profilo etico, economico e politico-amministrativo.
Un abbraccio a tutti
Marcella

10 commenti:

Anonimo ha detto...

Conversando..
Si sa':Perche si possa formare una nuova dirigenza politica nella nostra comunita', che sviluppi organicamente e con rinnovati criteri l'interesse colettivo, si dovranno creare delle condizioni che non devono dipendere dalla nostra volonta'( i padri).
E' certissimo pero' che tali premesse non si raggiungono ne si facilitano discutendo, sebbene appassionatamente nei soli blog.
Bisogna uscire innanzitutto dal circolo vizioso che si sta' creando delle reciproche diffidenze,e se n'esce solo con un gesto collettivo, il quale dimostri che i giovani, coscienti del propio destino, nonostante con la sofferenza di quanto e' successo in questi ultimi anni, rispondano concretamente alla chiamata, in questa (speriamo)importante campagna elettorale.
Tutta la gioventu' deve saper guardare in faccia a questa grande opportunita', e rispondere in massa con un atto di dedizione per le sorti del futuro della nostra piccola comunita'.
Quindi niente recriminazioni di parte che possano alimentare sospetti e diffidenze, ma soltanto un grande sodalizio collettivo dei nostri giovani, che possa essere foriero di nuove idee, nouova progettualita' e un rinnovato spirito di collaborazione in questo delicato momento di sfiducia che si e' generato nei nostri concittadini nei confronti della politica.
Se saprete coglierlo con spirito democratico, dedizione e serieta' la "vittoria" sara' vostra.
auguroni nino micciche'

Marcella ha detto...

Grazie per le belle parole!

Giovanna ha detto...

Un saluto all'amico Nino Miccichè.
Hai detto bene, abbiamo avuto tante delusioni in questi anni, che hanno generato molta sfiducia dei cittadini, e dei giovani sopratutto, nei confronti della politica. Noi nonostante tutto non ci tiriamo indietro. Noi giovani siamo la speranza, siamo il futuro, siamo un’importante risorsa. Ognuno con il proprio bagaglio culturale e le proprie esperienze, ma tutti accomunati da un unico obbiettivo: cambiare le sorti del nostro paese. Lavoriamo ogni giorno per creare una coscienza politica nei giovani che sono disinteressati e distanti dai problemi della nostra comunità e vogliamo sfruttare a pieno questa grande opportunità che abbiamo per migliorare il nostro paese. Grazie per questo bellissimo commento, grazie per il tuo sostegno.

Stefano Di Vincenzo ha detto...

putroppo a santa elisabetta esistono i preconcetti..come si può giudicare senza conoscere?? di tutta l'erba si fa un fascio, ma noi siamo diversi...ci criticano che i partiti devono uscire dalle proprie sezioni? almeno da noi le porte delle sezioni esistono...siamo l'unico partito degno di chiamarsi tale...

Agostino Micciche' from Rome ha detto...

ste',dimentica il passato e pensa al futuro!
Diamola un possibilita' a questo paese!
Io penso positivo perche' son vivo perche' son vivo!Finquanto credo! Diceva Jovanotti.Nei precedenti articoli e commenti c'e' molta speranza,a partire dalla piu' piccola Claudia,passando per le sempre presenti Marcella e Giovanna,fino a mio padre,nonostante le diversita' che inevitalbimente hanno due distinte generazioni.
Ripeto!Cerchiamo di essere sempre piu' propositivi e di non farci condizionare dai preconcetti,altrimenti se diamo per irremediabilmente corrotta a priori, una situazione locale,nazionale e internazionale che,purtroppo,appare cosi',le persone,a partire da Obama,e perche' no,per finire a noi, che quantomeno ci stanno provando,non avrebbero neanche'motivo di esistere,perche' figli di quella situazione,e di conseguenza saremmo inevitabilmente corrotti.E invece fino ad adesso abbiamo resistito,bisogna solo vedere se siamo soli.Cito per l'ennesima volta uno slogan che mi sta molto a cuore per la sua semplicita' e speranza:
CHANGE CAN HAPPEN

Anonimo ha detto...

ma come vuoi cambiare ago?? dai la ricetta..la ricetta è semplice è quella dei partiti..un vero partito può fare questo..non significa che io non sono ottimista o che non guardo al futuro sono più ottimista di te in un certo senso...la tua ricetta qual'è???

stefano div

Agostino Micciche' from Rome ha detto...

Volevo fare un discorso piu' ampio,piu'(come te lo posso spiegare)bello,in linea con le parole altrettanto belle spese ultimante nel blog,e piu' incentrato sulla voglia di cambiare che accomuna due generazioni.Il focus non era sul come,sulla ricetta.Quella forse non ce l'ha neanche Obama.Bisogna prima essere nelle condizioni di poter cambiare,e soprattutto,non bisogna essere soli.Il partito puo' essere certamente una possibile soluzione,ma non soltanto il vincitore,ma anche chi perde le elezioni.Ti cito l'esempio di quella che per me e' oltre alla piu' discussa,anche la migliore democrazia al mondo,gli Stati Uniti d'America.Alla notizia della vittoria di Obama nelle elezioni,McCain,dal suo quartier generale,sconfitto,parlava dell'elezione del proprio rivale come di un evento storico,dicendo agli Americani di aver dimostrato di essere la miglior democrazia al mondo.Si parla di apertura da parte del governo Obama,di concedere cariche ai propri contendenti,non rivali.E i toni in campagna elettorale non erano stati per niente amichevoli(scrivi Palin su google e vedi gli scivoloni che ha fatto).Anche nelle primarie,dove sono tutti della stessa fazione,guerra aperta fino alla elezione del candidato alla presidenza,dopo tutti a remare per la stessa barca.E potrei citarti anche cosa fece Al Gore,nelle controverse elezioni del 2000 di Bush.Ma questa e' storia!
Da noi,con un popolo spaccato a meta',nelle politiche vinte dall'Unione con Prodi,una mattina Bertinotti,faceva il presidente della Camera,l'altra dichiarava dopo neanche un anno che il governo per lui era finito.Poi hanno pure il coraggio di lamentarsi di una delle,fino ad ora, poche cose giuste e coraggiose che abbia fatto Veltroni,cioe' andare da solo.E nel nostro paesino una unione simile,ancora piu' eterogenea,ha fatto la stessa fine di quella nazionale,con amministrazione che e' diventata opposizione,l'opposizione che non ha voluto o non ha potuto fare l'opposizione,e meno male che qualcuno ha deciso di levare le tende.Spero che qualcuno finalmente capisca che non si puo' ripartire da quelle stesse basi!
Perche' non si pensa,anzi,non si e' pensato,a come si potra' governare,ma ad andare a governare!Dico che si e' pensato,perche' voglio sperare che qualcosa sia cambiato!
Ma se una volta che si governa non ci sono poi le basi per farlo,che governo e'!
L'ideale sarebbe che i partiti,al prurale,fossero la soluzione,ma se questo non sara' possibile,io di sicuro la ricetta non ce l'ho,e quindi cerco di parlare su quali possano essere le basi di partenza di un progetto.Usando il buon senso,o gli esempi storici di successi e insuccessi.Io penso che la ricetta non ce l'abbia nessuno,ma si possa parlare di rimedi,data la situazione.Arginarla se e' possibile.Obama proprio in questi giorni lanciava l'allarme al mondo,dicendo che la situazione e' grave,addirittura si sfiora il collasso,la catastrofe.In Italia,col nostro ottimismo,ancora non ci crediamo! Aspettiamo che siano gli altri a tirarci fuori!
E la priorita' per il Premier all'inizio dell'anno qual'e'?(parole sue):la riforma della giustizia!Ma viviamo in un'altra galassia!
Del resto non sarebbe la prima volta che ci prende per co....soprattutto chi non lo vota.
Io non sono per niente rassegnato,sicuramente deluso,ma neanche ottimista.Ho pero' speranza in noi! Bisogna parlare prima delle basi etiche,morali e di buon senso,che si sono perse,e dopo parlare di ricette,partendo da quelle basi fondamentali.Se salteremo questo step,che ricette potremmo avere.
Dopo aver letto questo post,qualcuno potrebbe dirmi:"Belle parole,gia' sentite,anche in bocca a qualche politico,ma la soluzione dov'e'".Ed e ' proprio questo l'errore,non partire dalle basi,dalle fondamenta,perche' cio' che e' morale,qualcuno vuol farci credere che e' anormale,fuori di testa.E cio' che e' amorale e' diventato normale.Per non parlare di cio' che e' illegale!
E spesso non e' proprio Macchiavellico questo ragionamento.Perche' qualche compromesso,al limite e a volte,puo' essere giustificabile o quantomeno passabile,ma senza perdere di vista il fine!L'ideale sarebbe partire con la possibilita' di non farli.E soprattutto devono essere una opzione,dopo che sono state vagliate tutte le altre strade possibili.Perche' fasciarsi la testa prima di romperla!
Ste',mi sono dilungato,ma spero di averti spiegato bene tutto e sarei felice di risponderti se ancora su qualcosa non ci siamo afferrati,ciao

Anonimo ha detto...

agosti..non è che io la pensi in maniera diversa..io dico solo che tutte questi bei propositi che noi abbiamo li possiamo realizzare solo con un partito forte, queste cose che tu dici e che noi tutti pensiamo non si possono realizzare se non con i partiti...l'unico modo è questo, l'unica ricetta possibile è questa..non è che io sono più pessimista di voi anzi la pensiamo tutti alla stessa maniera, abbiamo tutti le stesse idee cambia solo in alcuni la ricetta per attuare questi buoni propositi..alcuni giovani si sentono anarchici e odiano i partiti facendone di tutta l'erba un fascia( i soliti preconcetti) e non so sinceramente in che maniera loro vogliono migliorare la situazione..alcuni parlano di uomini non di partiti, ma sbaglio o i partiti sono fatti di uomini che scelgono tutti in democrazia??
mi sa che a santa elisabetta non tutti conoscono il significato di partito e alcuni giovani genberalizzano sulla questione...che senso ha dire affidiamo tutto alle persone e non ai partiti?' si sa che senza organizazione non si va da nessuna parte....questo è il mio pensiero

stefano div

stefano div

Marcella ha detto...

"Bisogna parlare prima delle basi etiche,morali e di buon senso,che si sono perse" Agostino mi trovi completamente con te! Così come Stefano ha perfettamente ragione nel dire che i partiti sono uno strumento fondamentale per mettere in atto la democrazia. Purtroppo ci stiamo solo rendendo conto che ad analizzare il legame partito-società è come guardare un cane che si morde la coda:il partito è un'organizzazione necessaria per essere rappresentati e possiede, inoltre, quegli strumenti (soprattutto economici) ultili all'organizzazione di quelle attività che possano sensibilizzare la società. Ma ciò deve essere fatto non solo aprendo le porte (il quale costituisce comunque il primo lodevole passo), ma uscendo da quelle porte. Se la gente non è sensibilizzata come fa a decidere di mettersi in gioco. Poi non è vero che la sensibilizzazione si può fare solo con un partito (il quale ripeto è uno strumento importante)ma vi sono miliardi di modi: si può appunto fare al bar, tramite un blog, facendo il giornalista, lo scrittore, il cantante, il conduttore televisivo o radiofonico, lavorando per una società di microcredito, facendo volontariato.. Ognuno ha i suoi metodi. Non tutti sono portati per fare politica ma tutti sono potenzialmente portati per occuparsi di tematiche sociali (che sono tutte legate alla fine alla politica). A mio avviso, non c'è un metodo più efficace di un altro. Un partito è indispensabile per la sua società tanto quanto la quest'ultima (fatta di giornalisti, scrittori, banchieri, chiacchieroni da bar..) è indispensabile per l'esistenza stessa del partito. E più la società è ricca di valori, più il partito si arricchisce degli stessi valori. (ecco il legamen partito-società). Con un partito è sicuramente più facile organizzare eventi e manifestazioni, ma è anke più facile cullarsi nella bellezza di ritrovarsi fra persone che la pensano allo stesso modo e dimenticarsi che fuori c'è un mondo ke vive sencondo schemi totalmente opposti. Quel ke volevo dire col mio post è: siamo una gran bella classe di giovani, oltre ad aprire le porte (sezione o organizzazione che sia), apriamoci davvero al dialogo per sensibilizzare gli altri ma anche (e soprattutto) per senssibilizzarci noi e capire il perkè gli altri la pensano diversamente. Se riusciamo a capire la verità che stà dietro un pensiero o un "non pensiero", avremo investito sul nostro bagaglio culturale, e di conseguenza, sulle nostre capacità potenziali nella società.
tanti baci
xxx

Anonimo ha detto...

marcè mi trovo perfettamente d'accordo con le tue parole..si può sensibilizzare con infiniti modi brava, hai fatto un bel riassunto ..

stefano div