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"Il popolo che rinuncia alla libertà per la sicurezza, non merita e non avrà né libertà né sicurezza" (Benjamin Franklin)

martedì 30 marzo 2010

shhhh!! non si parla di politica... potreste svegliare il popolo che dorme!

Ieri sera sentivo i telegiornali annunciare gli esiti delle elezioni regionali:
"Strano", mi sono detto "non sapevo che ci fossero le elezioni... va bene che noi siciliani non siamo stati chiamati alle urne... ma cazzo LIGURIA, VENETO, PUGLIA, LAZIO, BASILICATA, LOMBARDIA, TOSCANA, CAMPANIA, MARCHE, CALABRIA, UMBRIA, PIEMONTE, EMILIA ROMAGNA... più altre importanti province... loro si... più di 40 milioni di italiani si dovevano presentare alle urne e alla Tv non hanno detto nulla? Nessun programma con dibattiti tra i vari candidati? E le trasmissioni politiche? Annozero, Ballarò, e dai ci metto pure Porta a Porta, pure loro silenti all'argomento?
Allora è proprio vero che al seggio oltre che la tessera elettorale e il documento di riconoscimento bisogna portare anche la propria ignoranza!"
Sarà forse per questo motivo che ha vinto l'ASTENSIONISMO?

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Le elezioni regionali si sono svolte e il risultato tentiamo di spiegarcelo, ognuno di noi o meglio ogni forza politica l'interpeta a modo suo. La destra esulta. Abbiamo strappato quattro regioni alla sinistra. E' vero. La sinistra a detta di bersani non vince ma nemmeno perde, vista la situazione politica in cui si è trovata negli ultimi due anni. Ha ragione pure Bersani. Alla fine chi le ha vinte ste elzioni? Ancora è presto per dirlo secondo me. Certo che se grillo e i grillini non avessero fatto quel grande favore a Cota, alla lega e al PDL, non saremmo qui a discutere chi ha vinto e chi ha perso. In ogni modo le sconfitte o le vittore non possono passare da in 0,4 per cento cioè 4 mila voti. E non mi vengano a dire, i grillini, che era impossibile fare l'accordo in Piemonte assieme all'UDC perchè in liguria si è fatto ed è stato vincente. Allora per chi giocano ste persone? Per il momento credo per il Berlusca. Vedranno le conseguenze in Piemonte a cominciare dalla TAV e dalla pillola antiabortiva, e non abbiamo visto ancora niente. Sempre la solita storia a sinistra, loro compatti e uniti attorno al capo noi sempre divisi e rissosi nel nome del primato di chissà che cosa visto che alla fine si perde. Certo il PD è ancora in mezzo al guado, deve tornare a radicarsi nelle società e nei ceti popolari. Guardate la Lega vince perchè sul territorio è organizzata come il PCI di una volta e molti dei dirigenti attuali erano dirigenti del PCI. Allora ha ragione Bersani che bisogna dare solidità al partito, alle sezioni organizzate sul territorio e non solo alle sezioni, alle organizzazioni culturali, ai patronati per andare incontro alle esigenze anche minime dei lavoratori. Bisogna insomma uscire dai salotti e entrare nelle fabbriche, nelle imprese, nei luoghi di lavoro insomma come si faceva una volta. Ha ragione bersani quando dice dobbiamo ridiventare il partito della lavoro, delle riforme, della legalità e delle regole costituzionali. Spero che tutto il partito adesso non perda tempo a dire abbiamo perso o non abbiamo perso? Io sono convinto che è una piccola tappa, certo poteva andare meglio, poteva. Qualche errore forse è stato fatto alla luce dei risultati ma tutto resta appeso al quel 0,4 per cento piemontese. Bersani sta dando dignità e connotazione di sinistra moderata al partito, ma di sinistra finalmente. Bisogna da ora in avanti dettare noi l'agenda politia italiana e non farcela dettare dal PDL. Quindi fuori subito le proposte sulle riforme, come dice Veltroni, ( e qui ha ragione), cancellazione delle provincie, dimezzamento dei parlamentari,riduzione di tutte le indennità legate alla politica, riforma elettorale con colleggi uninominali, no al presidenzialismo e conferma della repubblica parlamentare, riforma della giustizia per i cittadini e no per la famosa casta , e mi fermo qui per il momento. Sul lato economico bisogna insistere con le nostre proposte, sull'informazione essere più efficaci e più attenti. Non bisognava lasciare campo libero a Berlusconi l'ultima settimana, dovevamo reagire in maniera più forte e se era neccessario occupare fisicamente la RAI. Gli analisti sui flussi difatti affermano che il B. ha spostato quel tanto da fargli vincere Lazio e Piemonte. Chiudo qui e spero aprire una discussione seria tra compagni analizzando la situazione senza preconcetti.VDV

Marcella ha detto...

Francé sicuramente la malaiformanzione e soprattutto l'assenza di informazione contribuisce la strafottenza e quindi l'astesionismo. Ma ci sono tante altre variabili che lo influenzano, come l'essere stanco di votare per il "meno peggio", o il non sapere nemmeno chi rappresenta quali ideali, ecc...
Sul risultato... meglio di me spiegherà Bloch "La politica e’ la sottile arte di prendere voti dai poveri e finanziamenti dai ricchi promettendo di proteggere gli uni dagli altri"

Anonimo ha detto...

Se il Partito democratico
entra alla corte di Lombardo
di SEBASTIANO MESSINA (Repubblica del 04/04/2010 )

Raffaele Lombardo
La politica non si fa con i se e con i ma, eppure proviamo per un momento a ragionare come se il presidente della Regione non fosse indagato per concorso esterno in associazione mafiosa, e poniamoci la domanda che ormai da quattro mesi attende una risposta chiara e netta: può il Partito democratico allearsi con Raffaele Lombardo? Può entrare nella sua giunta, sedersi ufficialmente al suo tavolo e spartire con lui il potere del governo siciliano?

Lasciamo da parte le inchieste che, a quanto pare, costituiscono per il procuratore della Repubblica di Catania soprattutto un fastidio - aumentato dall'impertinenza dei giornalisti di Repubblica che osano darne notizia - e fingiamo di non vedere il pesantissimo sospetto che grava sul governatore. Ebbene, la nostra risposta è semplice: l'alleanza con Lombardo segnerebbe la fine del Pd siciliano. Cambierebbe drammaticamente la natura di quel partito, lo spoglierebbe del patrimonio di valori che ha ereditato dal sacrificio di uomini coraggiosi come Pio La Torre e Piersanti Mattarella e lo porterebbe irreversibilmente sullo stesso piano di quei partiti che hanno costruito la loro forza elettorale sul clientelismo organizzato.
In realtà questo processo è già cominciato, perché è un segreto di Pulcinella che due degli assessori del Lombardo-ter - Pier Carmelo Russo e Mario Centorrino - siano stati nominati su indicazione precisa di quello schieramento "collaborazionista" che attraversa il Pd siciliano.

(CONTINUA )

Anonimo ha detto...

REPUBBLICA 3

È un ragionamento cinico, che si presta però a due obiezioni fondamentali. La prima: cosa fa credere a Cracolici, a Lumia, a Genovese e a Cardinale che quei siciliani che hanno votato il Pd senza chiedere nulla in cambio - eccetto l'impegno a battersi per una politica pulita, senza imbrogli e senza clientelismi - continuino a votare per loro, una volta che il partito avrà passato il Rubicone siciliano e si sarà alleato con il grande tessitore della rete di favori, prebende e raccomandazioni? La seconda: se anche il Pd sdoganerà il clientelismo di Lombardo, facendo cadere l'antico muro della questione morale, perché mai un disoccupato dovrebbe preferire il dilettantismo dei nuovi arrivati all'esperienza trentennale di un professionista del clientelismo? A quale porta andrà a offrire il suo voto, quel disoccupato, a quella di Cracolici o a quella di Lombardo? Provate a mettervi al suo posto e non avrete dubbi.

Può darsi che a qualcuno non importi che fine farà il Pd dopo che lui avrà ritirato i suoi dividendi di potere. Può darsi. Ma l'astuto Cracolici non dovrebbe dimenticare che il Pd ha avuto i voti dei siciliani, alle ultime elezioni regionali, perché i suoi eletti conducessero un'opposizione netta a Lombardo, non perché entrassero nel suo governo. E il prudente segretario regionale del Pd, Giuseppe Lupo, si ricorderà certamente di essere stato votato, alle primarie, per dar vita a un'alternativa al leader dell'Mpa, non per costituire un'alleanza con quel partito.

I deputati regionali e i dirigenti siciliani vogliono invertire la rotta, calpestando la volontà così chiaramente espressa dai loro elettori e dalla base del partito? Nessuno può impedirglielo, se non la loro coscienza. Ma prima, invece di organizzare incontri segreti a casa loro con il governatore, dovrebbero avvertire almeno l'esigenza democratica di sottoporre questa svolta, o meglio questa inversione a U, ai loro elettori. Con un referendum, per esempio, che affidi una scelta così drammaticamente impegnativa ai militanti e agli elettori del partito. Prima di gettare giù dalla rupe una storia e un progetto, è giusto che si pronuncino quelli che vi hanno creduto davvero.


(04 aprile 2010)


MEDITATE GENTE, MEDITATE....

Anonimo ha detto...

REPUBBLICA 2
Uno schieramento che comprende il capogruppo all'Ars Cracolici, l'ex segretario regionale Genovese, l'ex presidente dell'Antimafia Lumia e l'ex ministro Cardinale. E chi ha avuto la pazienza di guardare in tv le ultime sedute dell'Assemblea regionale siciliana ha potuto assistere alla fulminea metamorfosi di Antonello Cracolici, che ufficialmente sarebbe un capogruppo dell'opposizione ma in realtà difende il governo con la veemenza tonante di un centurione della maggioranza.

Nei tre mesi che sono passati dal suo insediamento, questa inedita alleanza ha varato due leggi importanti: il piano casa e la riforma degli Ato rifiuti. Con la prima, è stato lanciato un nuovo assalto al territorio, come se la Sicilia non fosse già stata devastata a sufficienza dalla speculazione edilizia. Con la seconda, si è tentato di rimediare alla sciagurata scelta di spogliare i Comuni della responsabilità di tenere pulito il loro territorio (scelta che diede vita a nuovi serbatoi di clientele e a nuove tecniche di sperpero di denaro pubblico) ma non si è avuto il coraggio di restituire ai sindaci il potere e la responsabilità di governare il caos della spazzatura. A essere soppressi, anzi, sono stati quegli Ato che avevano dato eccellenti esempi di efficienza. Se questo è l'inizio della stagione delle riforme, non c'è da stare allegri.
L'inconfessato appoggio esterno del Pd avrebbe dovuto portare, nelle intenzioni dei suoi alfieri, alla prevalenza del merito sull'appartenenza e dell'efficienza sulla fedeltà. S'è visto, a dire la verità, l'esatto contrario. Lombardo ha nominato i nuovi vertici della burocrazia regionale badando solo a piazzare nei posti chiave i suoi fedelissimi, ignorando platealmente l'appello del Pd a non ricorrere a risorse esterne nella composizione degli uffici di gabinetto. La ciliegina sulla torta è stata la conferma dell'assessore Armao, del quale lo stesso Cracolici aveva chiesto poche settimane prima le dimissioni per l'imbarazzante conflitto di interessi nel quale si era trovato nella torbida vicenda dei termovalorizzatori. Armao non solo è stato confermato tra gli assessori, ma è stato promosso all'assessorato alla Cultura ed è diventato, come dicono a Palazzo d'Orleans, il vero amministratore delegato della Lombardo spa.

Ma il peggio deve ancora venire. E verrà nel momento in cui il governatore chiederà al Pd di entrare a far parte, organicamente, della sua giunta e della sua maggioranza. Si dice che la maggior parte dei deputati regionali del Partito democratico siano favorevoli, perché la paura di perdere il seggio per lo scioglimento dell'Ars si unisce irresistibilmente al desiderio di entrare una volta per tutte nella "stanza dei bottoni". Qualcuno si farà il suo giro di giostra, firmando nomine e distribuendo contributi, mentre gli altri si accontenteranno di entrare senza appuntamento negli assessorati. E poi comu finisci si cunta.

E il Pd? Che fine farà il partito per il quale hanno votato quei siciliani che non si sono mai rassegnati al clientelismo come filosofia politica e alla raccomandazione come regola di vita? Semplice, rispondono i "collaborazionisti": costruirà con Lombardo un'alleanza stabile, facendone la testa d'ariete che romperà in Sicilia il muro berlusconiano del 61 a 0. In altre parole, il Pd diventerà il portatore d'acqua dell'Mpa (o del Partito del Sud), accettandone l'egemonia siciliana in cambio dei suoi voti alle prossime politiche.

Anonimo ha detto...

Che cavolo c'entra con la discussione sui risultati. State attenti, cari compagni a quello che pubblicate su questo blog del PD, altrimenti rischiamo di rigirare continuamente la frittata sempre con gli stessi articoli di giornali. A questo punto perchè non pubblicale gli articoli di feltri e company. Scusate ma questo non è una discussione seria. Non stiamo discutendo sulla posizione del PD alla Regione Sicilia, ne discuteremo nel prossimo congresso e penso che alla luce degli ultimi fatti giudiziari presto si andrà a votare, ma sui risultati delle regionali ultime. Ho chiesto un contributo in primis ai Democratici e poi agli altri esterni ma non si partecipa con degli articoli tratti da giornali anche se il giornale e Repubblica. VDV

Anonimo ha detto...

SICILIAINFORMAZIONI.COM 2

E nelle pause fa risuonare l’inno dedicato alla sua persona, non al suo partito – meno male che Silvio C’è.

E allora, perché riesce a farcela?

Qual è veramente il segreto di Silvio, il suo capolavoro comunicazionale.
La sua capacità di sdoppiarsi, di rappresentarsi come oppositore di sé stesso. Facendo dimenticare di essere “governo”. Riuscire a diventare uno dei tanti che non arriva a fine ,mese mentre con il passare dei minuti il suo patrimonio colossale cresce in misura esponenziale.

Silvio combatte il governo che rappresenta, cioè sé stesso, facendo credere che in realtà non è lui a governare, ma i giudici costituzionali, amministrativi, le toghe, i tribunali o le banche o i sindacati e le cooperative rosse, i poteri forti,gli intellettuali che monopolizzano la cultura e la scuola o i comunisti che si trovano ovunque sotto mentite spoglie, a seconda della circostanza.

Lo spazio dell’opposizione in campagna elettorale si restringe, perché l’aggressività, l’entità della sfida, la qualità delle accuse, la spregiudicata contestazione verso coloro che stanno dall’altra parte non lascia la parola ad alcuno. Per questa ragione non si confronta mai con l’opposizione come si fa in tutti i Paese del mondo e inventa ogni scusa per evitare di misurarsi con il rappresentante degli avversari. Se accettasse l’invito si farebbe ingabbiare nel ruolo che ha, il capo del governo, il leader del partito di maggioranza e di un esercito di deputati e sanatori che possono fare e sfare quello che vogliono. Suggellerebbe, in definitiva, le sue responsabilità di governo.

Questa geniale duplicità è resa possibile dal controllo dei mezzi di comunicazione più popolari, i network televisivi pubblici e privati (con qualche eccezione) , che non la svelano né la mettono in discussione.

Il miracolo, tutto italiano, si compie da quasi vent’anni senza soluzione di continuità.
I nemici giurati – da Di Pietro a Travaglio – e quelli politici,– da Veltroni a Bersani – hanno avversato, criticato, combattuto, contestato il capo del governo. Ma Berlusconi non lo era, nella rappresentazione pubblica. Perciò ogni strale è finito fuori bersaglio.

Anonimo ha detto...

da SICILIAINFORMAZIONI.COM


Perché vince il Cav? Ve lo riveliamo in esclusiva
Non è un segreto, ma ci assomiglia
01 aprile 2010 20:12
(essepì) Chi si strappa i capelli, chi se li cosparge di cenere, chi vuole la confessione della sconfitta e chi sostiene che tutto sommato si è caduti all’impiedi; c’è chi si rammarica che Vendola è uno solo e non tredici quante le regioni al voto, e chi se la prende con i grillini che hanno fatto regalato il Piemonte a Berlusconi per interposta persona. E tutti a cercare di capire perché mai Silvio Berlusconi riesce a farcela anche quando le cose gli vanno così male che peggio non si può. Scandali, escort, processi, moglie inviperita, il cofondatore del partito “di traverso”: che altro avrebbe dovuto succedergli? Se non ce l’hanno fatta stavolta, quando mai potrà accadere, si chiedono sommersi dal senso d’impotenza.

Presi da scoramento, pretendono di trovare risposte negli errori che commettono, nei contenuti che illustrano, nelle piazze che frequentano, come se a decretare il successo o l’insuccesso fossero loro, l’ideologia, il destino cinico e baro, l’insufficienza della classe politica, l’assenza di una identità riconoscibile.

Nessuno che si chieda veramente perché vince Berlusconi. Non è un’arca di scienza, i suoi discorsi sono privi di contenuti, promette tutto e il suo contrario, s’impegna a guarire i malati di cancro, dialoga con il popolo come quel suo predecessore a Palazzo Venezia, ma senza rimpettirsi, tenendo sottobraccio chi gli sta accanto. Ammiccando, ridendo, gesticolando.
CONTINUA