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giovedì 30 dicembre 2010
Lei dov’era la notte del 28 dicembre tra l’1 e le 2 e mezza?
domenica 26 dicembre 2010
sabato 25 dicembre 2010
Buon Pacco di Natale a tutti voi!
L'aula del Senato ha approvato, in terza lettura e in via definitiva, il disegno di legge di riforma dell'universita' con 161 si', 98 no e sei astenuti. A favore hanno votato, Pdl, Lega e Fli; contrari Pd e Idv; astenuti Udc, Api, Mpa, Svp e Autonomie (a Palazzo Madama l'astensione equivale a un voto contrario).
L'università italiana sta crollando e il nostro futuro non esiste più. Purtroppo in questo natale non c'è un bel niente da festeggiare!
Wikileaks: D'Alema attaccò i pm La smentita: «Mai contro i giudici»
I responsabili delle fughe di notizie "raramente vengono" individuati. "Sebbene la magistratura italiana sia tradizionalmente considerata orientata a sinistra, l'ex premier ed ex ministro degli Esteri Massimo D'Alema ha detto lo scorso hanno all'ambasciatore (Usa, ndr) che la magistratura Š la pi— grande minaccia allo Stato italiano", scrive ancora Spogli. "Nonostante 15 anni di dibattiti sulla necessita' di una riforma del sistema, non sono stati fatti progressi significativi. Gli italiani considerato il loro sistema 'rotto' e hanno veramente poca fiducia sul fatto che garantisca giustizia", commenta ancora il diplomatico americano.
LA REPLICA DI D'ALEMA
''Accanto ad osservazioni ovvie su fughe di notizie e intercettazioni, viene riportato un giudizio abnorme sulla magistratura che non ho mai pronunciato, che non corrisponde al mio pensiero e che evidentemente all'epoca è stato frutto di un fraintendimento tra l'ambasciatore Spogli e me''. E' quanto si legge in una nota del presidente del Copasir Massimo D'Alema, in riferimento al cablogramma pubblicato da Wikileaks. 24 dicembre 2010
tratto da l'unità del 24 dicembre 2010
http://www.unita.it/italia/wikileaks-d-alema-attacco-i-pm-br-la-smentita-mai-contro-i-giudici-1.262553
giovedì 23 dicembre 2010
Il pd: partito di governo o stampella di Di Pietro E Vendola?
Il partito democratico è nato solo nel 2007, ma da quel momento quanti litigi, quante incomprensioni, quanti tormenti. Abbiamo solo tre anni, ma ne dimostriamo molti di più.
Sono passati più o meno due anni dalla caduta del governo Prodi e il mondo è cambiato, le persone sono cambiate, il modo di pensare è cambiato, la memoria è corta.
Ma due anni fa si votò per le politiche. Ricordo bene quella campagna elettorale: tutti noi eravamo d'accordo sulla vocazione maggioritaria. Che era bello si correva da soli! senza Bertinotti, Vendola, Pecoraro Scanio, Cossutta, Di Liberto, Ferrero!
Ricordo che i due anni di governo Prodi ci insegnarono qualcosa, che se non si è uniti non si vince e non si governa. Tutti noi eravamo d'accordo e gridavamo : "basta non si può più governare insieme a loro, insieme a coloro che ci tagliano le gambe ogni giorno e che protestano contro i governi di cui fanno parte!
Non era un progetto eversivo allora e non vedo il perchè oggi dovrebbe essere un suicidio non allearsi con Vendola.
Il pd deve farsi rispettare dai suoi futuri alleati. Io non sarò disposto a tollerare nuovamente un governo o una alleanza dove ognuno tira per se e per il proprio partito remando contro il governo stesso. L'esperienze di governo 2006 e 1996 ci hanno insegnato che prima bisogna fissare dei paletti solidi e poi si potrà parlare del resto.
Il partito democratico è il maggiore partito di opposizione e dobbiamo essere noi a dettare l'agenda politica agli altri. Gente come Vendola e Di Pietro non devono proporre patti e matrimoni al nostro partito, non devono essere la nostra ossessione e non devono con i loro partiti PERSONALI insegnarci cosa significa DEMOCRAZIA. Noi abbiamo un segretario eletto con le primarie, nei loro partiti neanche esistono le primarie.
Vendola e Di Pietro devono fare una cosa semplice: accettare il nostro programma di governo e solo dopo potranno interloquire con noi per formare un'alleanza di governo.
é inammissibile che i tuoi alleati ti segano quotidianamente le gambe solo per motivi propagandistici e per acquisire consenso elettorale per i loro interessi partitici; non è attaccando il pd che si riesce a sconfiggere berlusconi.
Io non sono disposto a stare in un partito che rinuncia alla propria natura riformista e di alternativa a berlusconi. Non sono disposto a stare in un partito che non si fa rispettare dai propri alleati e per dirla franca non penso sia il massimo allearsi con chi ti bastona quotidianamente per rubarti voti. Non è cosi che si costruisce l'alternativa a BERLUSCONI, NON è COSI che si acquisisce consenso elettorale. Non possiamo ricadere nell'errore di rifondare una nuova unione più litigiosa della vecchia unione.
é arrivato il momento di rialzare la testa e di farci rispettare da tutti. Il pd ha un programma serio, ha proposte di legge sul fisco, scuola, università, acqua, costi della politica, economia e lavoro! Vendola e Di Pietro farebbero bene ad abbassare un pò la cresta, ad avere un pò meno di arroganza e ad essere un pò più autocritici verso il proprio passato. Prima di proporre matrimoni è meglio che accettino le nostre proposte e poi si potrà riparlare di alleanze.
Il segretario Bersani fa bene in questi giorni a parlare in questi termini. Se non si stabiliscono regole chiare non si va da nessuna parte. Il concetto è chiaro: il pd ha un programma ed è disposto ad allearsi con chi condivide le nostre idee.
Naturalmente lo spazio è aperto anche ad un eventuale alleanza con i centristi di casini e rutelli. Il pd deve interloquire con tutti i partiti dell'opposizione: non possiamo rinunciare al confronto con l'aera moderata. L'occasione è storica e per sconfiggere la destra non basta il solo centro sinistra i numeri parlano chiaro.
In altri paesi come la Germania e l'Inghilterra si sono formate alleanze eterogenee e oggi questi stati crescono il triplo dell'Italia. Se vogliamo veramente cambiare questo paese io sono dell'idea che dobbiamo dare una sterzata al modo di intendere la politica come una eterna opposizione tra due fazioni. Io penso che non dobbiamo più ripararci dietro i muri delle ideologie: e poi per dirla tutta la vera ideologia di sinistra è quella che ti porta a risolvere i problemi della gente e questo si può fare formando un governo responsabile: l'ideale non deve condannarti sistematicamente ad essere un perdente seppur bello e puro. Gli ideali che deve inseguire il pd sono semplici: governabilità, riforme, responsabilità,lavoro, precarietà e giovani, economia e famiglie; tutto questo si fa con un governo forte e coeso che duri un intera legislatura non certo un governi deboli e litigiosi come quelli che ci hanno abituato a vedere.
Il pd deve farsi sapere rispettare. Oggi è presto per dire se è meglio allearsi con la sinistra radicale o con i centristi, ma una cosa deve essere chiara: mai più coalizioni che portano solo confusione e danneggiano l'immagine dell'azione di governo come hanno fatto con il povero Prodi.
martedì 21 dicembre 2010
venerdì 17 dicembre 2010
"Il popolo che rinuncia alla libertà per la sicurezza, non merita e non avrà né libertà né sicurezza" (Benjamin Franklin)
Foto di Remo Cassella (all rights reserved ©) |
mercoledì 15 dicembre 2010
Riassumiamo un pò questi due giorni. Berlusconi si è "prodizzato"
Jean Jacques Rousseau diceva :
"La Democrazia esiste laddove non c'è nessuno così ricco da comprare un altro e nessuno così povero da vendersi"
E berlusconi questo lo sa bene. Vince il braccio di ferro con il nemico Fini, ma ha vinto solo la prima battaglia di quella che può essere per lui una lenta agonia prima della "morte" politica. Berlusconi si è prodizzato, ma che dico peggio !
Con soli tre deputati di maggioranza sappiamo tutti che è impossibile governare. La situazione è molto più critica di quella del governo Prodi che poteva contare, oltre ai due senatori in più, anche sul sostegno dei 7 senatori a vita che più di una volta hanno salvato il povero e incompreso governo Prodi.
Intanto in Sicilia passa all'ars il provvedimento sulla stabilizzazione:
Intervista al deputato regionale del partito democratico onorevole Marziano. L'intervista è stata realizzata da blog sicilia.
martedì 14 dicembre 2010
Il libro della settimana
L'invenzione di Palermo
Giulio Perrone Editore
di Giuseppe Rizzo
ultracentenario inventore sabbettese
Martedì 22 dicembre alle 19:00 verrà presentato presso il circolo Arci Nzocchè (via E. Ximenes, 95) di Palermo, all’interno del ciclo di interviste pubbliche "Palermo, che puzza!" gestite da Titti De Simone, il libro di Giuseppe Rizzo "L'invenzione di Palermo".
DICONO DEL LIBRO:
Sergio Pent, TuttoLibri, La Stampa: "Nelle frenesie imbarbarite e mafiose di Giuseppe Rizzo (...) l'inferno attraversato dalla quindicenne Annina si risolve in un collettivo sorriso di speranza, restata intatta la necessità di raccontare ciò che vede lottare da sempre gli italiani contro un immobilismo ormai incancrenito".
Errico Buonanno, Il Riformista: “Una lingua espressionista, contaminata, da applauso”.
Salvatore Ferlita, La Repubblica: “Rizzo sorprende una Palermo dannata, gremita di personaggi parossistici, marchiati dall'infamia. Annina, la protagonista, è risentita e blasfema, imperlata da un turpiloquio visionario. E la cifra, che spesso fa leva sulla pronuncia oscena, ha un che di poetico, di fantasia linguistica”.
Marta Cervino, Marie Claire: “Libro devastato e tenerissimo che arriva e si ferma al cuore”.
Tiziana Lo Porto, La Sicilia: “Romanzo comico e struggente. A conquistare il lettore è sicuramente il linguaggio, una riuscita e bella combinazione di vulgata popolare, vocaboli inventati e parolacce inesistenti ma efficaci di cui si affolla la testa, e di conseguenza anche la bocca, di Annina dal giorno della morte della madre. Parolacce che, in qualche inspiegabile modo, riescono a poeticizzare la rabbia e a farci sorridere malgrado le cose della vita”.
Enzo Rammairone, Rockerilla: “Un esordio al romanzo, questo di Giuseppe Rizzo, che trova il suo punto di forza nella leggerezza”
domenica 12 dicembre 2010
Libertà per Khodorkovsky e Lebedev!
giovedì 9 dicembre 2010
Carta Straccia
mercoledì 8 dicembre 2010
Chi c'ha la moglie bella sempre canta, chi c'ha pochi quattrini sempre conta
I commenti di Luciana Littizzeto questa domenica al programma di Fabio Fazio Che tempo che fa hanno finalmente suscitato polemica tanto da essere il tema di apertura della puntata di Ballarò di ieri, 7 dicembre 2010.
Certo più pragmatica ed efficace la Littizzetto che l'insieme di politici presenti a Ballarò. Citando una signora intervistata in uno dei servizi di Ballarò "Chi c'ha la moglie bella sempre canta, chi c'ha pochi quattrini sempre conta" . E così ieri sera mentre dallo studio di Floris, il vicepresidente al Senato Gaetano Quagliarello (PDL) intonava odi a Silvio per aver mantenuto la "stabilità" durante la crisi economica, mentre da casa qualcuno contava i piccioli persi durante l'apparente stabilità mantenuta dal governo.
L'imprenditore Diego Della Valle sembrava essere l'unico a voler contare i piccioli. Certamente i suoi interessi in gioco sono alti; come alto è il numero dei dipendenti che rischia di licenziare. Ma almeno qualcuno si è assunto la propria responsabilità, più le responsabilità di altri, investendo 25 milioni di euro per il restauro del Colosseo prima che si sbricioli anche lui come un wafer del discount.
E la cosa triste è che ancora una volta il popolo italiano si ritrova d'accordo con un imprenditore. Di nuovo! Un'altro! E mai sentirci capiti dai politici di professione, che con il loro reddito medio di 20.000 euro mensili (per essere generosi) non potranno certo sapere come arranca un misero cittadino con 500 euro al mese... quando ce li ha!
lunedì 6 dicembre 2010
sabato 4 dicembre 2010
Ecco dove andrebbero fatti i tagli..non alla scuola, non alla salute..alla politica improduttiva
La nostra trinacria ama distinguersi per primati: dopo il primato Cuffariano per il numero più alto di capi-redattore (tredici circa...più di Buckingham Palace!), ci pensa il Sindaco di Palermo Cammarata e tutta la giunta comunale, percependo indennità e gettoni di presenza più alti d' Italia. Si potrebbe pensare a uno stimolo a lavorare di più... purtroppo però l' aumento dei redditi resta inversamente proporzionale alla produttività.
Ai consiglieri di Palermo i compensi più alti d'Italia
I consiglieri comunali di Palermo sono i più pagati di Italia con un gettone di presenza di 156 euro e un'indennità mensile che può arrivare a 3.030 euro al mese. Ben 749 euro in più dei colleghi milanesi, ma anche il doppio rispetto ai compensi che toccano ai consiglieri comunali della Capitale. Gettoni "d'oro" a fronte di un record di improduttività. A Cammarata 1000 euro più della Moratti
di SARA SCARAFIAvenerdì 3 dicembre 2010
Lombardo, Schifani e Cammarata duramente contestati dagli studenti universitari
Circa mille studenti palermitani delle facoltà di Lettere, Agraria, Scienze Matematiche, Agricoltura e dell'Accademia di Belle Arti (che è occupata da ieri sera) stanno protestando con cori e striscioni davanti a Ingegneria dove verranno assegnati i premi alle migliori idee innovative.
"Erano attesi il presidente del Senato, Renato Schifani, il governatore Raffaele Lombardo e il sindaco Diego Cammarata - dice Giorgio Martinico, della facoltà di Lettere - tutte persone degne del nostro disprezzo. Ma non sono arrivati perchè hanno paura delle nostre azioni e delle nostre parole".
Stanno arrivando anche gli studenti di Medicina, in agitazione da una settimana, mentre questa mattina è stata intitolata a Norman Zarcone (il dottorando di Lettere morto suicida gettandosi dal settimo piano della facoltà ndr) l'aula magna di Lettere con una targa apposta dagli studenti. È saltato invece il sit-in previsto in via Maqueda promosso dal movimento studenti Medi delle scuole superiori.
Gli studenti delle facoltà occupate di Palermo sono entrati nell'aula magna di ingegneria, dove si sta svolgendo la cerimonia di consegna del premio nazionale per l'innovazione 2010. Il rettore Roberto Lagalla ha dovuto interrompere il convegno. Gli studenti si sono seduti al posto di professori e politici ed hanno esposto i propri striscioni sulla cattedra, cantando cori contro il governo e contro la riforma Gelmini. Il preside di lettere, Mario Giacomarra, che nei giorni scorsi si era pronunciato a favore della protesta, non ha voluto commentare l'episodio.
http://www.lasicilia.it/index.php?id=49679&template=lasiciliait
mercoledì 1 dicembre 2010
Partenze dalla Sicilia per Roma con treni da Palermo e Catania, dando un contributo di 10 euro.
Per la nostra provincia, con pullman gratuiti da Agrigento, dando l'adesione entro la mattina del 3 dicembre prossimo.
Per le partenze con i pullman da Agrigento potete contattare Giovanna Iacono.
Ulteriori e più dettagliate informazioni saranno fornite in seguito.
MARIO MONICELLI senza cultura in Italia non rimane nulla (ultima intervi...
lunedì 29 novembre 2010
Domani il governo approverà la riforma Gelmini
La riforma che distruggerà il sistema pubblico universitario.
Il DDL, insieme ai tagli del 2008, alla manovra finanziaria e ai vari decreti ministeriali avrà come conseguenze:
- Il blocco totale della didattica del secondo semestre nell'università di Palermo
-La chiusura di molti corsi di laurea
-la riduzione dell'80% delle borse di studio
-l'aumento delle tasse universitarie e del numero chiuso
-l'annullamento della rappresentanza studentesca
NON FACCIAMOCI RUBARE IL NOSTRO FUTURO!! Tutte le università d'italia sono a rischio e in stato di fibrillazione. Molte sono le iniziative e le proteste degli studenti in tutta italia.
PER QUESTO DOBBIAMO DIRE SI ALLA RIFORMA DELL'UNIVERSITà, MA CHE SIA UNA RIFORMA EQUA NON DI CERTO LA RIFORMA DI QUESTO POVERO GOVERNO CHE TRA LE ALTRE COSE è NELLE SUE ULTIME SETTIMANE DI VITA!
Stabilizzazione dei precari o stabilizzazione dei redditi dei deputati Ars
In un articolo del Giornale di Sicilia, del 27 novembre, riportato di sotto, la situazione reddituale dei nostri rappresentanti al Parlamento Siciliano.
Un nuovo articolo del 28 novembre, il contentino, leggi la proroga (non stabilizzazione) ai precari. http://www.gds.it/gds/sezioni/politica/dettaglio/articolo/gdsid/137133/
Cascio, Presidente dell' ARS dichiara che non è tempo di pensare ai precari, perché la finanziaria è più importante.
Ci rimane da capire come mai lo stato precario di un lavoratore, e quindi un anello dell'economia, non sia legato ai problemi di una finanziaria, e se le indennità da Paperon de Paperoni, percepite dai deputati ARS non influiscano in una certa misura a indebitare la nostra regione.
Ci rimane da capire perché il povero deve restar povero e il ricco deve restar ricco e ci rimane da capire perché entrambi i problemi non siano problemi riguardanti né la giustizia sociale né tantomeno la stabilità economica di una società.
Ci rimane da capire in base a quale criterio il presidente ARS e colleghi decidano quali siano le priorità della nostra società:
- le priorità: scalata in politica, l'aumento di privilegi, il potere di manipolare appalti e concorsi attraverso i quali gestire voti, etc... ATO idrico, ATO rifiuti ATO eolico ATO ossigeno... questo lo mo capito!
- il creterio: briscula a denari ???
di GIACINTO PIPITONE
sabato 27 novembre 2010
Il ritorno della buona Politica anche a Santa Elisabetta
PORTA PER PORTA
La mobilitazione per raccontare all'Italia il Paese che abbiamo in mente.
A Santa Elisabetta l'iniziativa è prevista nelle giornate di sabato 27 novembre e 4 dicembre, in quella di domenica 5 dicembre e comprende una campagna di informazione nei confronti della cittadinanza sull'attività finora svolta dall'Amministrazione comunale.
mercoledì 24 novembre 2010
LA RETE, I MEDIA, IL PRECARIATO: TIRANDO LE SOMME SUL CASO DI POLA CARUSO
venerdì 19 novembre 2010
Mafia, la Corte su Dell'Utri
"Mediatore tra boss e Berlusconi"
Depositate le motivazioni con cui i giudici di Palermo hanno condannato a 7 anni il senatore Pdl per concorso esterno in associazione mafiosa. Era uno "specifico canale di collegamento" tra Cosa nostra e il premier. "Ma non è stato provato il patto di scambio". E la notizia non compare nei titoli di TG1 e Tg5
Marcello Dell'Utri
PALERMO - Il senatore Marcello Dell'Utri avrebbe svolto una attività di "mediazione" e si sarebbe posto quindi come "specifico canale di collegamento" tra Cosa nostra e Silvio Berlusconi. Lo scrivono i giudici della Corte d'Appello di Palermo nelle motivazioni, depositate oggi, della sentenza con la quale Dell'Utri è stato condannato il29 giugno scorso a sette anni 1 di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa.
Nelle 641 pagine depositate in cancelleria i giudici di Palermo spiegano il perché della condanna, legata ai fatti avvenuti fino al 1992, mentre il senatore è stato assolto per quelli successivi. Il collegio presieduto da Claudio Dall'Acqua, a latere Sergio La Commare e il relatore Salvatore Barresi, gli hanno ridotto la pena dai nove anni comminati in primo grado a sette anni.
"Dell'Utri mediatore coi boss". Per i giudici, Dell'Utri "ha apportato un consapevole e valido contributo al consolidamento e al rafforzamento del sodalizio mafioso". In particolare, l'imputato avrebbe inoltre consentito ai boss di "agganciare" per molti anni Berlusconi, "una delle più promettenti realtà imprenditoriali di quel periodo che di lì a qualche anno sarebbe diventata un vero e proprio impero finanziario ed economico". Per questi motivi la Corte ritiene "certamente configurabile a carico di Dell'Utri il contestato
"Mangano garante dell'incolumità di Berlusconi". Il mafioso Vittorio Mangano - si legge ancora nelle motivazioni della sentenza - fu assunto, su intervento di Marcello Dell'Utri, come "stalliere" nella villa di Arcore non tanto per accudire i cavalli ma per garantire l'incolumità di Silvio Berlusconi. I giudici ritengono credibile il collaboratore Francesco Di Carlo, che ha ricostruito il sistema di "relazioni" di Dell'Utri con ambienti di Cosa nostra. Credono fondato soprattutto il suo racconto su una riunione svoltasi a Milano nel 1975 "negli uffici di Berlusconi" alla quale parteciparono, oltre a Dell'Utri, anche i boss Gaetano Cinà, Girolamo Teresi e Stefano Bontade che all'epoca era "uno dei più importanti capimafia".
La presenza di Mangano ad Arcore avrebbe avuto lo scopo di avvicinarsi a Berlusconi, "imprenditore milanese in rapida ascesa economica", e garantire la sua incolumità "avviando un rapporto parassitario protrattosi per quasi due decenni". Berlusconi avrebbe pagato "ingenti somme di denaro in cambio della protezione alla sua persona e ai familiari". La vicenda dei pagamenti da parte del Cavaliere si intreccia, secondo i giudici, con altri versamenti per la "messa a posto" della Finivest che all'inizio degli anni '80 aveva cominciato a gestire alcune emittenti televisive in Sicilia.
"Non provato il patto di scambio". Nessuna prova certa dell'esistenza di un patto politico-mafioso, scrivono i giudici. L'accusa aveva sostenuto che Dell'Utri avrebbe stipulato nel 1994 un "patto di scambio" che per i giudici non è stato accertato: "Non risulta infatti provato -si legge nella motivazione- né che l'imputato Marcello Dell'Utri abbia assunto impegni nei riguardi del sodalizio mafioso, né che tali pretesi impegni, il cui contenuto riferito da taluni collaboranti (generica promessa di interventi legislativi e di modifiche normative) difetta di ogni specificità e concretezza, siano stati in alcun modo rispettati ovvero abbiano comunque efficacemente ed effettivamente inciso sulla conservazione e sul rafforzamento del sodalizio mafioso". Da quest'imputazione il senatore del Pdl è stato pertanto assolto.
Un paragrafo delle motivazioni è dedicato a Massimo Ciancimino, che i giudici peraltro avevano deciso di non sentire. "La pretesa rivelazione da parte del genitore sui presunti rapporti diretti Dell'Utri-Provenzano, che Massimo Ciancimino aveva peraltro taciuto per oltre un anno e 4 mesi, non era suscettibile di possibile utile approfondimento, oltre che manifestamente tardiva". Ma è solo un esempio dei numerosi portati dai giudici, che concludono: "Tutte le superiori considerazioni hanno dunque indotto la Corte a dubitare più che fondatamente della credibilità e affidabilità di un soggetto come Massimo Ciancimino" che viene definito "autore di altalenanti dichiarazioni che non ha esitato a rettificare o ribaltare nel tempo con estrema disinvoltura" e in più "attribuite alle pretese, ma non verificabili, rivelazioni di un padre defunto".