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"Il popolo che rinuncia alla libertà per la sicurezza, non merita e non avrà né libertà né sicurezza" (Benjamin Franklin)

martedì 31 marzo 2009

Sequestro di Persona

Duemila anni fa, a Roma, un capo che vedeva in grande si rammaricò che il genere umano non avesse una testa sola, per poterla mozzare di netto con un colpo solo. Ieri, a Roma, il Senato ha decretato un colossale sequestro di persona: 60 milioni di corpi in un solo colpo. E' così vendicato l'oltraggio sacrilego della morte di una donna dopo soli diciassette anni di persistenza vegetativa, e riscritto il vocabolario italiano, dove pretendeva che una sonda infilata in gola o nella pancia di una persona fosse un trattamento terapeutico, una cura, e non un'ordinaria colazione.

Vasta la maggioranza che ha realizzato l'impresa, ben più della stessa ingente maggioranza uscita dalle urne scorse, così da corrispondere, alla rovescia, alla vastissima maggioranza di cittadini italiani che dissente dal nuovo decreto, quando non ne è atterrita o scandalizzata. Quando se ne completasse il cammino, gli italiani, dal Presidente della Repubblica all'ultimo povero Cristo, finirebbero espropriati della libertà di disporre del proprio corpo, cioè di sé: e con gli italiani chiunque si trovasse ad agonizzare in Italia per qualche circostanza di passaggio. Era il paese della dolcezza del vivere, non è nemmeno un buon paese per morire.

Certo, resta la Corte Costituzionale, finché dura. Resta il referendum: ma ai referendum le Curie hanno escogitato da tempo l'espediente - furbizia con cui soppiantare intelligenza - che lo sventi. Se non si riesca a impedirne l'attuazione, si promuoverà l'astensione: il quorum proibitivo lavora per noi. Furbizia è ormai la risorsa metodica. Fino a poco fa le Curie dicevano no a qualunque legge sul fine vita. Assediate dall'iniziativa laica e dalla pressione popolare, decisero bruscamente di accettare che la legge fosse fatta: a loro immagine, un'antilegge. L'altroieri il cardinal Bagnasco ha chiesto che ci si sbrigasse a farla. Vedete dunque che non è vero che questa Chiesa non creda all'evoluzione. Ma non è ai cardinali e ai vescovi che si devono muovere obiezioni di parole e di coscienze.

La legge è l'opera di una classe politica molto votata, e del sostegno di un'altra parte meno votata.
Quello che succederà d'ora in poi somiglierà a quello che succedeva finora. Che pazienti, famigliari, medici e infermieri faranno quando e come potranno il loro officio pietoso, mutati solennemente in fuorilegge. Finché un'altra donna, un altro uomo deciderà di sfidare pubblicamente l'usurpazione della legge, in nome della propria libertà e della Costituzione italiana, e l'Italia assisterà di nuovo col fiato sospeso a una coraggiosa agonia da una parte, e alle mene affannate delle autorità riunite dall'altra. L'Italia sta imparando dolorosamente a maneggiare in pubblico questioni di vita e di morte finora confinate, e anche protette, nelle corsie di ospedale e nelle stanze da letto di case dalle tende tirate.

Non sarà la stessa Italia, non lo è già. Cartelli esposti in pronti soccorsi e ambulatori, in tante lingue, dicono: "Noi non vi denunciamo". Tante lingue, due Italie, due cartelli opposti. Anche nel maneggiare ottimismo e trepidazione, sanità e malattia. A Bologna, un medico ha sfidato i candidati sindaco a esibire il loro certificato di sana e robusta costituzione fisica. Il presidente del consiglio è, buon per lui, ottimista e in forma, e tratta le malattie come allegre metafore. Ma le metafore tratte dalla malattia, e dalla biologia, sono brutte e pericolose. Se vuole prendersela con l'America, faccia pure; ancora meglio se volesse prendersela un po' con la Russia del suo amicone. Ma se dice: "Il virus americano", non va bene. C'è un odore di caccia all'untore, e anche di peggio. Se vuole prendersela con la magistratura, libero di farlo, salve obiezioni. Ma se dice che "la magistratura - o una sua parte - è una metastasi", offende imperdonabilmente una professione importante e coloro che la professano, e offende ancora più imperdonabilmente chi è ammalato di cancro e sa nel proprio corpo che cos'è una metastasi. Una sciagura, ma la sua, la mia, la vostra sciagura. Con la quale mi misuro io, ti misuri tu, si misura ciascuno a suo modo, espellendolo da sé e combattendolo come un nemico, sentendolo come una parte di sé, ignorandolo, vincendolo, morendone. Si prendano altrove le metafore, e anche le magistrature, e le Americhe. Si lascino i virus e le metastasi a chi sa, per sé o per i propri, di che cosa si tratti.

La politica professionale non è granché, anzi spesso - per esempio oggi - è abbastanza disgustosa, ma non è "un cancro", "un virus", "una metastasi". E tanto meno l'Aids: il cui abuso metaforico e barzellettiere surclassa tutte le altre porcherie analoghe, peste contemporanea per chi ne parla senza esserne affetto, senza pensare di poterne essere affetto, senza pensare a chi ne è affetto, senza immaginare ogni volta che apre bocca di esserne affetto. Come si dovrebbe. Ora e nell'ora della nostra morte, amen.

di Adriano Sofri
consigliato da Vincenzo Di Vincenzo

4 commenti:

Francesco Treseghè ha detto...

il problema dei parlamentari è stato sempre quello di dimenticare di essere stati eletti per rappresentare... non per decidere di testa propria...

il testamento biologico deve essere portato al referendum... ma senza quorum... non vogliamo certo che la storia svolta per l'abrogazione della legge 40 sulla fecondazione assistita si ripeta...

Anonimo ha detto...

berlusconi esalta la chiesa solo per i suoi interessi..ad esempio è contro l'eutanasia, contro i gay e i pacs..tutti argomenti che possono attirare voti e opinione pubblica...ma perchè non esalta la chiesa quando si parla di immigrazione? la chiesa è contro la politica del governo sui clandestini..è tutta una questione di voti ...la chiesa dice che bisogna aitare le classi più povere..si vede che berlusconi si predica portatore dei valori della chhiesa solo quando gli conviene...

stefano di vincenzo

Marcella ha detto...

La pena del morire e del vivere trattata da una persona come Sofri che nella pena ha costruito la quasi totalità della sua esistenza...grazie della segnalazione!

Anonimo ha detto...

Venerdi 3 Aprile alle ore 18.30 si svolgerà la riunione dei Giovani Democratici per discutere di proposte da aggiungere nel programma in vista delle prossime amministrative...
Alle ore 20.30 avrà luogo sempre nella sezione, il secondo CINEFORUM SABETTESE... il titolo del film non ve lo diciamo... vi annunciamo solo che vi farà morire dalle risate... se volete scopire se è vero partecipate in molti... le nostre porte sono sempre aperte...
baci a tutti