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"Il popolo che rinuncia alla libertà per la sicurezza, non merita e non avrà né libertà né sicurezza" (Benjamin Franklin)

lunedì 23 marzo 2009

L'Antenna Non S'ha Da Fa!

Sarà perché siamo in periodo di campagna elettorale… Sarà perché ormai nel nostro paesino ogni goccia diventa oceano… Sarà perché semplicemente viviamo a Santa Elisabetta… Sta di fatto che un semplice caso, che in altri paesi non occuperebbe nemmeno l’ultima riga dell’ultima pagina del quotidiano locale, da noi il caso “Antenna Nokia-Wind” da giorni sta al centro degli ultimi dibattiti.
Ci è stati accusati di esser rimasti muti di fronte questo caso, quando semplicemente stavamo ad origliare davanti alla porta, mentre studiavamo il caso più a fondo per cercare di capirne di più… Non si sa mai, visto che ultimamente le denunce sono facili a volare, meglio curare per bene ogni singola parola.

LA STORIA:
Il decreto Gasparri, datato 4 settembre 2002, introduce norme molto meno restrittive rispetto alle precedenti riguardo il posizionamento dei ricevitori sul territorio dei vari comuni, consigliando a questi di posizionarli ad una distanza di circa 70 metri, lasciando però le amministrazioni locali liberi di alterare questa distanza secondo le esigenze del territorio.
Nel nostro comune, quando Tommaso Militello ha portato la questione “antenna” davanti al consiglio comunale, l’allora maggioranza, ha approvato una legge che stabiliva una distanza minima di 200 metri dalla residenza più vicina. L’UDC si era espressa contraria definendo questa nuova legge “carta straccia”. Gli stessi esponenti dell’UDC però, quando il capo ufficio tecnico del nostro comune, Calogero Miccichè, la sorvola, stabilendo il luogo di locazione del ripetitore in contrada “Zolfare”a soli 25 metri di distanza dalla prima casa abitata, denunciano il mancato rispetto per la legge comunale (a cui loro, ricordo, avevano votato contro) e i possibili rischi ambientali, presentando una denuncia penale al Tar.
Il 23 Marzo 2009, a distanza di un mese dal ricorso, il Tar di Palermo, accoglie la denuncia e ordina la sospensione dei lavori per l’istallazione dell’antenna.

IL NOSTRO PUNTO DI VISTA:
Vista l’importanza data all’argomento, venerdì scorso, durante la nostra riunione abbiamo discusso a lungo sulla vicenda, per avere una visione più chiara e completa della situazione.
Abbiamo fatto ricerche sull’argomento “radiazioni”, cercando di capire i possibili rischi causati da una distanza così ridotta dalla zona abitata, e prendendo ad esempio altri casi simili al nostro.
Studi scientifici dimostrano che le emissioni prodotte dai ripetitori di nuova generazione sono meno pericolose di prolungate conversazioni telefoniche su cellulari portati all’orecchio.
Altri esempi di radiazioni che si presentano molto più dannose rispetto alle radiazioni causate dai ripetitori telefonici sono: i collegamenti internet Wifi che molti di noi usano per facilitare la connessione “casa casa”, e i tralicci ad alta tensione presenti in molte zone all’interno dei paesi.
In molte città, infatti, non è strano vedere ripetitori simili anche sopra i tetti dei palazzi in pieno centro!
Ma alcune domande senza risposta, ci portano però a schierarci dalla parte contraria all’istallazione del ripetitore:
“Perché il capo ufficio tecnico non è rimasto in linea con quanto deciso dal consiglio comunale e ha ridotto notevolmente la distanza dell’ubicazione del ripetitore con la zona abitata?”
“Perché anziché scegliere un terreno di proprietà privata, non si cercava un luogo di proprietà comunale cosicché i 1000 euro al mese andavano a beneficiare le casse comunali ridotte al lastrico, anziché quelle di un singolo privato?”
E poi ancora: “Perché le stesse facce che lo scorso anno raccoglievano firme per impiantare l’antenna nel nostro paese, fino a ieri le raccoglievano per ostacolarne i lavori?”
Di tutti i fatti che sono accaduti, uno ci colpisce particolarmente al cuore e ci rende solidari con Vincenzo Burgio, proprietario del luogo dove tutto ciò sta avvenendo: disprezziamo le azioni mafiose da lui subite, e ci vergogniamo di come in basso possa cadere l’omertà di un paese, che di fronte a certe vergogne si dovrebbe schierare in pieno appoggio del cittadino che è costretto a subire intimidazioni da organizzazioni criminali, solo perché, come affermava V. Di Vincenzo, colpevole solo di aver stipulato un contratto privato d’affitto di proprietà.
L’antenna non s'ha da fa… ha detto il Tar di Palermo…
Per noi invece si deve fare… ma in pieno rispetto della nostra legge comunale, e soprattutto in altri luoghi, in modo che i beneficiari, non siano solo i cittadini che potranno godere del servizio, ma anche le povere casse comunali!


8 commenti:

Stefano Di Vincenzo ha detto...

palermo è pieno di palazzi con antenne del genere...sopra i tetti delle case...sopra le camerette dei bambini...

Agostino Micciche' from Rome ha detto...

si,ok...pero' che sia chiaro che cosi' dicendo, non stiamo affermando che non fanno male,e tu Franceso,sei sicuro che la foto e' di un ripetitore? Perche' sembra alquanto minacciosa.
Comunque,scherzi a parte,c'e' poco da scherzare:ok con gli allarmismi,ma se si rispettano i limiti di distanza,e 200 metri direi che sono gia' abbastanza abbondanti,specialmente in una zona a bassa densita' abitativa,ci sono ben altri pericoli prima ancora di un ripetitore telefonico.
Pensate che in una puntata inchiesta di Report,su Raitre,l'esposizione all'elettrosmog di un router wi-fi all'interno di una stanza,in fase di download(quannu si scarica),era 6 volte piu' alta di quella che si avrebbe a 100 metri di distanza da un ripetitore simile a quello che verrebbe montato a Santa Elisabetta.
Coi telefonini e con l'alta tensione,poi,non c'e' proprio partita.
Tanto alla Strada Nuova per cercare il segnale e stare due ore a telefono ci andiamo lo stesso!
Certo,sapere che l'antenna verrebbe montata a 25 metri dalla prima abitazione e' uno scandalo! E se gli effetti delle radiazioni si vedono dopo parecchi anni,o puo' anche succedere che non ve ne siano,capisco che solo psicologicamente,avere questo gigante a pochi passi e ad altezza balcone,e' sicuramente preoccupante. Considerando che sara' un modello presumibilmente piu' potente di quelli che si vedono nelle citta'.
A questo punto,paradossalmente,e' meglio che la montano sul tetto di questa abitazione,perche' il campo che genera ha un raggio di incidenza che va verso i lati,che aumenta in base all'altezza,lasciando una zona morta sotto di essa.Immaginate un albero,con le radiazioni che sono rappresentate dalle foglie,e il tronco che costituisce la zona morta,con meno radiazioni.
E nelle citta',proprio per ovviare a questo problema,ne montano un numero maggiore,ma piu' piccole,e con emissioni ridotte.
A questo punto e' chiaro che con i parametri di costruzione usati per quella del nostro paese,il progetto deve bloccarsi,trovando un sito diverso,e il TAR non poteva fare diversamente.
L'idea di Francesco di usare il suolo pubblico e cosi' sostenere le casse del paese,non e' male,e io avrei pure trovato il sito,che tra l'altro e' uno dei luoghi consigliati dalla legislazione,che,con tutto il rispetto dovuto alla sacralita' del luogo,risulta essere il cimitero.
Ovviamente in una posizione che rispetti i limiti dalle case.E non vi preoccupate per quelli che ci vanno a trovare i cari per pochi minuti:ci vogliono anni di esposizione per rischiare qualcosa!
Ovviamente bisogna vedere se da li ci sarebbe la copertura adeguata,ma credo di si.
Intanto,potremmo iniziare a combattere l'elettrosmog,informandoci se i cavi dell'alta tensione,che abbiamo vicino casa,sono schermati,oppure no.
Quelli si che sono un pericolo da non sottovalutare!
Spero che si sia fatta chiarezza e che si risolva per il meglio la situazione.
A presto.

Agostino Micciche' from Rome ha detto...

Dimenticavo...
Il comune,credo per legge,una volta installati apparecchi come le antenne in questione,dovrebbe munirsi di un attrezzo professionale che periodicamente dovra' misurare i livelli di emissione,e vedere se sono a norma.E' una specie di palmare gigantesco.Costa qualche migliaio di euro, ma verrebbe ripagato abbondandemente dalle entrate derivanti dall'affitto del suolo pubblico,o se sara' costruita su un terreno privato,il proprietario sara' sicuramente felicissimo di regalare l'apparecchiatura necessaria alla comunita' sabettese.Ciao

Anonimo ha detto...

Bravo Francesco, da un juventino non potevo dubitare. Finalmente un pò di chiarezza, anche scientifica, su questo benedetto ripetitore.
Avete visto che alla fine, come io avevo previsto, il TAR ha concesso la sospensiva perchè il procedimento ha diversi vizi. Ci sono responsabilità politiche, se non sbaglio per la ordinaria amministrazione era ancora in carica il vicesindaco Catalano, e responsabilità amministrative. Non si concede una autorizzazione che possa recare danno a terzi, in questo caso i cittadiani residenti in quel contrada. Prima si doveva convocare una conferenza dei servizi con tutti gli attori in campo, cittadini, associazioni, forze politiche, e dopo, solo dopo, scelto il sito adatto conforme al regolamento si poteva dare l'autorizzazione. Lo ripeto al Comune manca l'autorità politico amministrativa, morale e civile, tutto è in mano agli impiegati. Impiegati a volte, come nel nostro caso, con un forte conflitto di interesse. Bassanini da diverso tempo aveva diviso le responsabilità politiche da quelle amministrative, assegnando ai politici il potere di programma e di indirizzo e all'amministrazione il potere di attuare quel programma e quell'indirizzo. Nel nostro caso le due cose coincidono, e nel corso degli ultimi anni hanno arrecato molti danni alla nostra comunità. Penso che per il futuro queste situazioni si debbano evitare in maniera assoluta. Sono convinto che alla fine il TAR darà ragione ai cittadini e la nuova amministrazione, se sarà quella auspicata, sicuramente saprà affrontare il problema come si deve. Da adesso in poi ragazzi vi propongo di aprire un forum sul programma, aspetto interventi. V. Di Vincenzo

Francesco Treseghè ha detto...

Ecco... bella idea di Ago... Il cimitero sarebbe un luogo perfetto!...
(sempre che i morti non ne vogliano a male!)
E secondo me... questa ipotesi non è nuova... qualcuno l'avrà certamente scartata precedentemente: I morti mica votano!

Agostino Micciche' from Rome ha detto...

ma su questo,Francesco,non ne sarei tanto sicuro.Ti garantisco che in passato hanno fatto votare pure loro,e indovina dove?(http://nuke.democraziapalermo.org/LinkClick.aspx?fileticket=a9cNFgXZjDU%3D&tabid=57&mid=409)
Comunque finiamola con questo argomento,tanto,come ci ha spiegato Di Vincenzo,ci dovra' pensare la prossima amministrazione,e iniziamo a pensare a proposte che riguardano i giovani del nostro paese.
Se poi qualcuno bene informato ci spiega se e' possibile e se funziona l'antenna nel cimitero,ne saremo lieti,ma adesso concentriamoci su altro,ciao

Anonimo ha detto...

Cronaca | Santa Elisabetta | 25 Mar | 09:10 Il Tar dà ragione agli abitanti: quell'antenna non s'ha da fare Sarà rimossa l'antenna di telefonia mobile di via Carlo Marx. La vicenda era partita dalla decisione di numerosi cittadini di Santa Elisabetta di contestare l’operato di un dirigente comunale il quale, in un primo momento aveva correttamente rigettato e dopo alcune settimane autorizzato la richiesta avanzata da parte della società Nokia Siemens Network Spa di installare un impianto di telefonia mobile nella via Carlo Marx sul terreno di altro funzionario comunale. Gli abitanti, difesi dall’avvocato Giuseppe Arnone, hanno ottenuto dal Tar la sospensiva del provvedimento, e pertanto l’impianto in questione in quel sito non sarà collocato.
di Gioacchino Schicchi

Anonimo ha detto...

Santa Elisabetta: stop all'antenna della discordia
martedì 24 marzo 2009
L’antenna di telefonia mobile "della discordia" non verrà installata nel territorio comunale: il TAR di palermo, accoglie le richieste dell’avvocato Giuseppe Arnone, e sospeso il provvedimento autorizzativo.


La vicenda della "antenna della discordia" ha preso le mosse, mesi addietro, dalla decisione di numerosi cittadini di Santa Elisabetta di contestare l’operato del dirigente comunale , il quale in un primo momento aveva correttamente rigettato e dopo alcune settimane inspiegabilmente autorizzato la richiesta avanzata da parte della società Nokia Siemens Network di installare un impianto di telefonia mobile nella via Carlo Marx, sul terreno di altro alto funzionario comunale. Gli abitanti hanno chiesto all’avvocato Giuseppe Arnone di assumere la loro difesa, e innanzi al TAR con l’impugnazione del provvedimento autorizzativo del funzionario comunale e innanzi alla Procura della Repubblica evidenziando all’Autorità Giudiziaria i possibili profili di reato in esso contenuti.

Nei suoi atti proposti innanzi all’A.G. Arnone ha evidenziato che il Regolamento in materia del Comune di Santa Elisabetta vieta la collocazione di simili impianti a meno di 200 metri dalle case. Venerdì scorso, innanzi al TAR di Palermo, si è discussa la richiesta di sospensiva del provvedimento autorizzativo. Nell’ambito di un contraddittorio molto acceso con i legali della Nokia Siemens e del Comune di Santa Elisabetta l’avv. Arnone ha insistito sulla illegalità del provvedimento e sulla necessità, appunto, di sospenderlo. Ieri mattina il TAR di Palermo ha reso nota la sua decisione di accoglimento della richiesta dell’avv. Arnone: è stata quindi concessa la sospensiva e pertanto l’impianto in questione in quel sito non potrà trovare collocazione.

L’avv. Arnone ha così dichiarato: “Già il TAR ha reso giustizia ai cittadini onesti. Adesso attendiamo le decisioni della Procura di Agrigento che, a mio parere, dovrà procedere contro i funzionari comunali responsabili di aver dato un’autorizzazione illegale e di aver protervamente insistito per il suo mantenimento”.