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lunedì 30 novembre 2009
ADESSO L'EUROPA TEME IL CONTAGIO!
venerdì 27 novembre 2009
4 novembre 2009
lunedì 23 novembre 2009
Finalmente Pallavolo!!
Ci scusiamo con tutti coloro che martedì si sono recati alla palestra per giocare, ma per problemi che vanno al di sopra di tutto, non abbiamo potuto reperire la chiave.
L'appuntamento è rinviato a Giovedì 26/11/2009, sempre alle 21:00!!
Non preoccupatevi, abbiamo già la chiave!
A grande richiesta, per tutti gli amanti della pallavolo, tutti i martedì alle ore 21:00, riapre la palestra comunale dell'Istituto "Luigi Capuana" sita in Santa Elisabetta!! Se questa estate, come dei "malati" di pallavolite cronica, riuscivamo a giocare in quel di piazza San Carlo, non potete mancare! Data l'enorme affluenza che ci aspettiamo, cercheremo di fissare un altro appuntamento settimanale, in modo da accontentare tutti. Inoltre consigliamo vivamente di iniziare subito ad allenarsi in vista del torneo che inizierà a breve! Non perdete tempo, ci vediamo domani!
Per info: il consigliere Stefano Marsiglia, Francesca Rizzo e Agostino Miccichè saranno ben lieti di rispondere a tutte le vostre domande. Stefano Marsiglia, causa impegni istituzionali, riceve solo per appuntamento!!
domenica 15 novembre 2009
Il lupo non perde né il pelo... né il vizio
“Signor Presidente del Consiglio, io non rappresento altro che me stesso, la mia parola, il mio mestiere di scrittore. Sono un cittadino. Le chiedo: ritiri la legge sul “processo breve” e lo faccia in nome della salvaguardia del diritto. Il rischio è che il diritto in Italia possa distruggersi, diventando uno strumento solo per i potenti, a partire da lei.
Con il “processo breve” saranno prescritti di fatto reati gravissimi e in particolare quelle dei colletti bianchi. Il sogno di una giustizia veloce è condiviso da tutti. Ma l’unico modo per accorciare i tempi è mettere i giudici, i consulenti, i tribunali nelle condizioni di velocizzare tutto. Non fermare i processi e cancellare così anche la speranza di chi da anni attende giustizia.
Ritiri la legge sul processo breve. Non è una questione di destra o sinistra. Non è una questione politica. Non è una questione ideologica. E’ una questione di diritto. Non permetta che questa legge definisca una volta per sempre privilegio il diritto in Italia, non permetta che i processi diventino una macchina vuota dove si afferma il potere mentre chi non ha altro che il diritto per difendersi non avrà più speranze di giustizie”.
Ho letto questa lettera di Roberto Saviano ieri mattina in prima pagina su “la Repubblica”, e con tutta onestà: avevo le lacrime agli occhi. Proprio come mi era capitato leggendo i suoi libri, sentendo il numero di vittime con le quali ogni anno la Camorra riempiva le strade campane, sentendo nomi come Don Peppino Diana, Anna Politkovskaja, Miriam Makeba, e tanti altri personaggi da lui ricordati per la loro voglia di “parlare”.
Proprio così... Parole che segnano la fine di qualcuno o qualcosa...
Lacrime per ricordare.
Ricordare i grandi nomi... le grandi gesta...
Ricordare ciò che è stato... Ricordare una giustizia...
Quando si dice che il cavaliere sta distrugendo la democrazia in Italia, non è semplice satira, non sono semplici parole così per far ridere la gente. E’ la verità... E’ una verità che supera pure la satira.
Se facciamo un breve excursus delle 5 legislature del cavaliere Berlusconi ci accorgiamo come tutto ciò che sia solamente surreale a pensarsi, in realtà assolutamente vivo. Presente e passato:
2001- Legge sul falso in bilancio; legge sulle rogatorie internazionali; e primo Scudo Fiscale.
2002- Legge Cirami (grazie alla quale sono caduti in prescrizione ben 5 dei suoi processi); legge sul conflitto di interessi; e la legge Pecorella (che fino al 2007 non consentirà alle procure di appellarsi a chi è stato assolto in primo grado).
2003- Lodo Schifani (poi bocciato dalla consulta per anticostituzionalità); prima legge sulle intercettazioni; Tremonti bis (con il quale detassa i ricchi per non dare ai poveri), e il decreto “salva Rete 4”.
2004- Riforma Gasparri sulle telecomunicazioni, segreto di stato col decreto “Certosa”; e sanatoria sui reati ambientali e sulle coste.
2005- Ex Cirielli (con la quale cadono in prescrizione ben 35 mila processi, guardacaso 5 suoi. Legge tanto vergnosa che il deputato stesso, Eduardo Cirielli, che la firmò se ne pentì, ma ormai tardi, fu nominata, appunto, “Ex Cirielli”).
2008- Norma blocca processi, seconda legge sulle intercettazioni, e Lodo Alfano (nuovamente bocciato dalla consulta per anticostituzionalità.
2009- Secondo Scudo Fiscale; Riforma della giustizia “salva premier” (visto che il Lodo che congelava i processi del cavaliere è stato bocciato, allora quei processi è meglio eliminarli una volta per tutte e non se ne parli più).
Signori e Signori... benvenuti per l’ennesima volta nella Repubblica delle banane...
Vedete il video per tutto quello che c'è da sapere sulla legge "porcata". Tutti i processi che salterebbero.
martedì 10 novembre 2009
Prosciughiamo l'Atlantico
Ho fatto un calcolo: sono circa 9.129 i chilometri che dividono Palazzo Chigi dalla Casa Bianca.
Roma - Washington.
Berlusconi - Obama.
9.129 chilometri.
ITALY - Sono giorni di fuoco per la politica italiana e per la sua maggioranza. Il premier corre contro i suoi processi, contro le toghe rosse, contro i giudici che lo vogliono inchiodare.
U.S.A. - Sono giorni di fuoco anche per la politica americana e per i democratici. Il presidente americano ha messo le mani sulla tanto attesa riforma sanitaria.
In Italia il premier ha le idee chiare: prescrizione breve e norma del 5% dei processi tributari, per salvare se stesso dai suoi processi e salvare la sua Mondadori dal contenzioso di tasse non pagate nel ‘91, pari a 400 miliardi delle vecchie lire.
In America, invece Obama, dopo lunghi decenni di guerra epocale sul sistema sanitario, del quale nessun suo precedente è riuscito a costruire degne riforme, ha ottenuto il primo consenso della camera, che estenderà la copertura dell’assistenza sanitaria ad altri 36 milioni di cittadini, per arrivare entro il 2020 a coprire il 96% della popolazione americana, e migliorando anche le tutele dei lavoratori e i rapporti con le polizze assicurative.
Ma che ti trovi in Italia o in America, le strade sono sempre ardue e tortuose. C’è sempre qualcuno che deve rompere i maroni e mettere il bastone tra le ruote.
ROMA - Il premier italiano sta perdendo un pò i conti. Da giorni organizza riunioni e incontri con le varie parti della maggioranza. Bossi vuole la Lombardia per le prossime regionali, oltre che al Veneto e al Piemonte. I vecchi An non stanno al gioco dei leghisti che vogliono dominare tutto il nord-italia. Fini adesso fa l’eroe in tv e sui giornali dicendo di non voler approvare nessuna legge “salva premier”, perchè danneggerebbe la giustizia e non garantirebbe la sicurezza dei processi a tutti i normali cittadini.
WASHINGTON - Il presidente americano, invece i conti li deve fare bene. La riforma sanitaria adesso dovrà passare al senato. Alla camera sono stati 220 i voti a favore contro i 200 contrari. A ostacolarlo sono infatti i repubblicani e i democratici moderati, che vedono nello spirito ugualitario e sociale che spinge la nuova riforma un provvedimento troppo “socialista”. E sappiamo bene che la parola “socialista” nella cultura americana, nella scala dei nemici, sta dietro solo al terrorismo.
Ma i nostri eroi non si danno certo per vinti.
SILVIO - Berlusconi dal canto suo la sa lunga. Il furbacchione non si smentisce mai. Riabbraccia Casini, minaccia attraverso Feltri di cacciare dal Pdl Fini e chi si oppone alla prescrizione breve, e adesso mescola tutte le carte: riforma giudiziaria e prossime elezioni regionali tutte su un unico tavolo di trattativa. “Do ut des”.
BARACK - Obama è fiducioso, invece, che tutto andrà bene pure al senato. In quanto a furbizia non è da meno: introduce nella riforma sanitaria pure la restrizione ai finanziamenti pubblici per le interruzioni delle gravidanze e si conquista qualche voto dei repubblicani.
La morale?
La stampa italiana fra un paio di mesi darà la notizia della prescrizione del processo Mills e la riduzione dei danni alla Mondadori che metteranno la definitiva parola FINE alla lunga lista dei processi contro il cavaliere senza nessuna condanna e senza nessuna sentenza.
La stampa di tutto il mondo fra un paio di giorni darà la notizia dell’approvazione del senato americano alla riforma sanitaria di Obama, che porterà il presidente americano ad essere ricordato alla storia non più come il primo presidente di colore americano, ma come il primo presidente a riuscire dove tutti gli altri democratici hanno fallito, il primo a fare approvare una riforma “socialista” al parlamento americano.
9.129 chilomentri. Quanto mare!
lunedì 9 novembre 2009
Chi non muore si rivede
Ve lo riporto sotto:
“Rinnovamento, ricambio generazionale, nuova classe dirigente.”
Da tempo non si parla d’altro nel PD: ma, spulciando tra le liste dei candidati all’assemblea nazionale che saranno eletti il 25/10/09 insieme al segretario, saltano fuori parecchi nomi noti.
Sulla scena da anni, qualcuno da decenni. Dinosauri della politica, come il presidente della Campania Antonio Bassolino, primo in una lista per Bersani al collegio 5 di Napoli. Già ministro, deputato, due volte sindaco, due a capo della regione, è stato travolto dallo scandalo dei rifiuti eppure è sempre li. Inamovibile da 16 anni: ma Bersani garantisce “con lui ho parlato di rinnovamento”. Ah beh, allora.
In lista a Pozzuoli anche la moglie del governatore, la senatrice Annamaria Carloni, che già nel 1980 era consigliere comunale a Bologna.
Sempre a Napoli è lanciata "con Bersani verso il futuro" il sindaco Rosa Russo Iervolino. Un’altra neofita: la prima volta in parlamento è stata poco dopo il rapimento Moro, nel 1979.
Era contrario al PD, poi dopo ci ha ripensato ed eccolo in lista Gavino Angius: sei legislature in tutto, equamente divise tra camera e senato.
E se in qualche collegio i dinosauri si sono ritirati, non si sono certo estinti: voilà al loro posto ecco i figlioli, vedi Piero De Luca, capolista a Salerno dove papà Vincenzo è sindaco, o il consigliere comunale a Napoli Emilio Montemarano, rampollo di Angelo, noto ex assessore alla sanità della Campania.
In Calabria è capolista al collegio 1 il governatore della regione Agazio Loiero: il sostegno a Bersani è l’ultima di una lunga serie di scelte: ex Dc,ex Ppi, ex Cdu, ex Udeur, ex Margherita.
L’altro capolista per Bersani è il determinato di ferro Nicola Latorre, il senatore già sottosegretario ne primo governo Prodi, di recente balzato agli onori delle cronache per il pizzino allungato al Pdl Italo Bocchino, di fronte alle telecamere de La7, perché potesse replicare a IDV, che però sarebbe un alleato del PD.
A Bari sta con l’ex ministro il grande vecchio del partito, l’84enne Alfredo Reichlin; a Latina l’ex presidente della camera Luciano Violante,deputato già 30 anni fa e ancora fino al 2008.
In Sardegna spuntano i nomi di alcuni “castosauri” dinosauri della casta, come da velenosa definizione giornalistica: sono con Bersani il senatore Antonello Cabras, già presidente della regione, e l’ex assessore alla sanità oggi deputato; Paolo Fadda, tra i nemici di Soru nell’isola.
Ma anche Dario Franceschini, a fronte dell’icona giovanilista Debora Serracchiani, schiera parecchi nomi che evocano il ‘900. Per esempio a Palermo, dove capolista e l’ex sindacalista Sergio D’Antoni, già creatore di Democrazia Europea e poi vice segretario dell’UDC. O il capolista in provincia di Catania:Enzo Bianco, sindaco della città alla fine degli anni 80 e ministro nel 99.
A Cosenza a capitanare i Democratici con Franceschini è Mario Pirillo: assessore la prima volta nel 1972, eletto consigliere regionale la bellezza di 4 volte, ora Europarlamentare.
A Pescara è capolista l’ex presidente del senato Franco Marini: in 76 anni è stato sindacalista, segretario del Ppi,parlamentare in Italia e in Europa.
A Roma centro, capolista il deputato quasi 80enne Furio Colombo: numerose le cariche in 50anni di onorata carriera, dalla direzione dell’unità al parlamento.
Un altro testimone della prima repubblica, l’ex portavoce di Forlani ed ex capo ufficio stampa della Dc, Enzo Carra, guida i democratici con Franceschini, mentre nel viterbese è capolista l’ex ministro Giuseppe Fioroni, democristiano di lungo corso, stabilmente alla camera dei deputati dal 1996.
Chi è senza peccato scagli la prima pietra: in fondo, anche la mozione del rinnovamento, quella di Ignazio Marino, ha il suo “dinosauro” in provincia di Firenze è capolista Goffredo Bettini, deputato per la prima volta nel 1992, figura potente e riconosciuta della politica romana: fin dagli anni ‘70 era nella direzione nazionale della Fgci. Segretario era Massimo D’Alema .......! sbommmmmmmmmmmmmm
È bello vedere come la vecchia classe politica da finalmente spazio alle “giovani leve”
Il futuro siamo noi,anzi voi, anzi loro …… bò! forse son confuso.
“Il futuro è il passato”
giovedì 5 novembre 2009
Padre perdona loro perchè non sanno quello che dicono
Il ministro La Russa tuona su Rai Uno, ospite di Sposini: “Il crocifisso resterà in tutte le aule di scuola. Possono morire, loro e quei finti organismi internazionali.”
Belle parole, filologicamente degne di un ministro di Berlusconi.
Tutti sul piede di guerra. Un tema a lungo discusso, su cui Tar e giudici nazionali, a volte hanno preferito non esprimersi, e quando lo hanno fatto, hanno agito troppo in fretta e senza alcuna base giuridica.
Non vi è nessuna legge infatti che stabilisce che il crocifisso debba rimanere affisso nelle aule di scuola.
L’unico decreto a riguardo risale ai tempi di Mussolini, giudicato addirittura dalla corte come semplice dispositivo senza alcuna forza di legge, che fornisce indicazioni dell’affissione della croce come semplice arredo.
Non importa se l’articolo 7 della costituizione rivendica chiaramente la laicità dello Stato Italiano.
Il crocifisso è visto come un logo di ideali puri.
Vi voglio riportare un pezzo dell’articolo di Travaglio, in prima pagina oggi su “il Fatto” :
“Dipendesse da me, il crocifisso resterebbe appeso nelle scuole. E non per le penose ragioni accampate da politici e tromboni di destra, centro, sinistra e persino dal Vaticano. Anzi se fosse per quelle, lo leverei anch’io. [...]
Gesù Cristo è un fatto storico e una persona reale, morta ammazzata dopo indicibili torture, pur potendosi agevolmente salvare con qualche parola ambigua, accomodante, politichese, paracula. E’, da duemila anni, uno scandalo sia per chi crede alla resurrezione, sia per chi si ferma al dato storico della crocifissione.
L’immagine vivente di libertà e umanità, di sofferenza e di speranza, di resistenza inerme all’ingiustizia, ma soprattutto di laicità e gratuità.
Gratuità: la parola più scandalosa di questi tempi dominati dagli interessi, dove tutto è in vendita e troppi sono all’asta. Gesù Cristo è riconosciuto non solo dai cristiani, ma anche dagli ebrei e dai musulmani, come un grande profeta. Infatti fu l’ideologia più pagana della storia, il nazismo, a scatenare la guerra ai crocifissi. E’ significativo che oggi nessun politico nè la Chiesa riescono a trovare le parole giuste per raccontarlo.”
Queste sono le parole a difesa del crocifisso che ho ritenuto più meritevoli.
Travaglio vede al di là della visione cattolica, e pone dunque questo simbolo come immagine di libertà, umanità, sofferenza e speranza.
Ma il crocifisso appeso nelle scuole non è solo questo: non rappresenta solo il più grande uomo della storia del mondo. Il primo rivoluzionario. Ma è imposto come simbolo di fede, come segno di un’unica religione.
Fede quella cattolica che non può avere questa autorità in uno stato laico.
Accompagniamo la croce con le foto di Falcone, Borsellino, Impastato, e magari pure El Che... “par condicio” direi...
Ok, va bene, è una idiozia... ma è lo stesso che penserei io nel vedere in un luogo, come la scuola, fonte di cultura di ogni tempo e terra, un solo simbolo di Ideale.
La mia libertà finisce dove inizia la tua. Che libertà è se ci vengono imposti pure gli ideali?