|| gdsabettesi@gmail.com ||

"Il popolo che rinuncia alla libertà per la sicurezza, non merita e non avrà né libertà né sicurezza" (Benjamin Franklin)

sabato 31 ottobre 2009

La camorra alla conquista dei partiti in Campania


Quelle dichiarazioni dei pentiti su Nicola Cosentino, ex coordinatore provinciale Pdl, ora sottosegretario all'Economia. Unico sviluppo di questi territori è stato costruire enormi centri commerciali che andavano ad ingrassare gli affari dei boss.

Per i clan la sola differenza è tra uomini avvicinabili, uomini "loro", e i pochi politici che non lo sono
Se la politica non vuole essere una stampella di un'altra gestione del potere, deve correre ai ripari.

"Quando un'organizzazione può decidere del destino di un partito controllandone le tessere, quando può pesare sulla presidenza di una Regione, quando può infiltrarsi con assoluta dimestichezza e altrettanta noncuranza in opposizione e maggioranza, quando può decidere le sorti di quasi sei milioni di cittadini, non ci troviamo di fronte a un'emergenza, a un'anomalia, a un "caso Campania". Ma al cospetto di una presa di potere già avvenuta della quale ora riusciamo semplicemente a mettere insieme alcuni segni e sintomi palesi.

Sembra persino riduttivo il ricorso alla tradizionale metafora del cancro: utile, forse, soprattutto per mostrare il meccanismo parassitario con cui avviene l'occupazione dello Stato democratico da parte di un sistema affaristico-politico-mafioso. Ora che le organizzazioni criminali decidono gli equilibri politici, è la politica ad essere chiamata a dare una risposta immediata e netta. Nicola Cosentino, attuale sottosegretario all'Economia e coordinatore del Pdl in Campania, fino a qualche giorno fa era l'indiscusso candidato alla presidenza della Regione. Nicola Cosentino, detto "o'mericano", è stato indicato da cinque pentiti come uomo organico agli interessi dei Casalesi: tra le deposizioni figurano quelle di Carmine Schiavone, cugino di Sandokan, nonché di Dario de Simone, altro ex capo ma soprattutto uno dei pentiti che si sono rivelati fra i più affidabili al processo Spartacus.

Per ora non ci sono cause pendenti sulla sua testa e le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia sono al vaglio della magistratura. Nicola Cosentino si difende affermando di non poter essere accusato della sua nascita a Casal di Principe, né dei legami stretti anni fa da alcuni suoi familiari con esponenti del clan. Però da parte sua sono sempre mancate inequivocabili prese di distanza e questo, in un territorio come quello casertano, sarebbe già stato sufficiente per tenere sotto stretta sorveglianza la sua carriera politica. Invece l'ascesa di Cosentino non ha trovato ostacoli: da coordinatore provinciale a coordinatore regionale, da candidato alla Provincia di Caserta a sottosegretario dell'attuale governo. E solo ora che aspira alla carica di Governatore, finalmente qualcuno si sveglia e si chiede: chi è Nicola Cosentino? Perché solo ora si accorgono che non è idoneo come presidente di regione?

Perché si è permesso che l'unico sviluppo di questi territori fosse costruire mastodontici centri commerciali (tra cui il Centro Campania, uno dei più grandi al mondo) che sistematicamente andavano ad ingrassare gli affari dei clan. Come ha dichiarato il capo dell'antimafia di Napoli Cafiero de Raho "è stato accertato che sarebbe stato imposto non solo il pagamento di tangenti per 450 mila euro (per ogni lavoro ndr) ma anche l'affidamento di subappalti in favore di ditte segnalate da Pasquale Zagaria". Lo stesso è accaduto con Ikea, che come denunciato al Senato nel 2004 è sorto su un terreno già confiscato al capocamorra Magliulo Vincenzo, e viene dallo Stato ceduto ad una azienda legata ai clan. Nulla può muoversi se il cemento dei clan non benedice ogni lavoro.

Secondo Gaetano Vassallo, il pentito dei rifiuti facente parte della fazione Bidognetti, Cosentino insieme a Luigi Cesaro, altro parlamentare Pdl assai potente, in zona controllava per il clan il consorzio Eco4, ossia la parte "semilegale" del business dell'immondizia che ha già chiesto il tributo di sangue di una vittima eccellente: Michele Orsi, uno dei fratelli che gestivano il consorzio, viene freddato a giugno dell'anno scorso in centro a Casal di Principe, poco prima che fosse chiamato a testimoniare a un processo. Il consorzio operava in tutto il basso casertano sino all'area di Mondragone dove sarebbe invece - sempre secondo il pentito Gaetano Vassallo - Cosimo Chianese, il fedelissimo di Mario Landolfi, ex uomo di An, a curare gli interessi del clan La Torre. Interessi che riguardano da un lato ciò che fa girare il danaro: tangenti e subappalti, nonché la prassi di sversare rifiuti tossici in discariche destinate a rifiuti urbani, finendo per rivestire di un osceno manto legale l'avvelenamento sistematico campano incominciato a partire dagli anni Novanta. Dall'altro lato assunzioni che garantiscono voti ossia stabilizzano il consenso e il potere politico.

Districare i piani è quasi impossibile, così come è impossibile trovare le differenze tra economia legale e economia criminale, distinguere il profilo di un costruttore legato ai clan ed un costruttore indipendente e pulito. Ed è impossibile distinguere fra destra e sinistra perché per i clan la sola differenza è quella che passa tra uomini avvicinabili, ovvero uomini "loro", e i pochi, troppo pochi e sempre troppo deboli esponenti politici che non lo sono. E, infine, è pura illusione pensare che possa esistere una gestione clientelare "vecchia maniera", ossia fondata certo su favori elargiti su larga scala, ma aliena dalla contaminazione con la camorra. Per quanto Clemente Mastella possa dichiarare: "Io non ho nessuna attinenza con i clan e vivo in una provincia dove questo fenomeno non c'è, o almeno non c'era fino a poco fa", sta di fatto che un filone dell'inchiesta sullo scandalo che ha investito lui, la sua famiglia e il suo partito sia ora al vaglio dell'Antimafia. I pubblici ministeri starebbero indagando sul business connesso alla tutela ambientale; si ipotizza il coinvolgimento oltre che degli stessi Casalesi anche del clan Belforte di Marcianise. Il tramite di queste operazioni sarebbe Nicola Ferraro, anch'egli nativo di Casal di Principe, consigliere regionale dell'Udeur, nonché segretario del partito in Campania. Di Ferraro, imprenditore nel settore dei rifiuti, va ricordato che alla sua azienda fu negato il certificato antimafia; ciò non gli ha impedito di fare carriera in politica. E questo è un fatto.

Di nuovo, non è l'aspetto folkloristico, la Porsche Cayenne comprata dal figlio di Mastella Pellegrino da un concessionario marcianisano attualmente detenuto al 416-bis, a dover attirare l'attenzione. L'aspetto più importante è vedere cos'è stato il sistema Mastella - un sistema che per trent'anni ha rappresentato la continuità della politica feudale meridionale - e che cosa è divenuto. Oggi, persino se le indagini giudiziarie dovessero dare esiti diversi, non si può fingere di non vedere che Ceppaloni confina con Casal di Principe o vi si sovrappone. E il nome di Casale qui non ha valenza solo simbolica, ma è richiamo preciso alla più potente, meglio organizzata e meglio diversificata organizzazione criminale della regione.

Per la camorra - abbiamo detto - destra e sinistra non esistono. Il Pd dovrebbe chiedersi, ad esempio, come è possibile che in un solo pomeriggio a Napoli aderiscano in seimila. Chi sono tutti quei nuovi iscritti, chi li ha raccolti, chi li ha mandati a fare incetta di tessere? Da chi è formata la base di un partito che a Napoli e provincia conta circa 60.000 tesserati, 10.000 in provincia di Caserta, 12.000 in quella di Salerno, 6.000 ciascuno nelle restanti province di Avellino e Benevento? Chiedersi se è normale che il solo casertano abbia più iscritti dell'intera Lombardia, se non sia curioso che in alcuni comuni alle recenti elezioni provinciali, i voti effettivamente espressi in favore del partito erano inferiori al numero delle tessere. Perché la dirigenza del Pd non è intervenuta subito su questo scandalo?

Che razza di militanti sono quelli che non vanno a votare, o meglio: vanno a votare solo laddove il loro voto serve? E quel che serve, probabilmente, è il voto alle primarie, soprattutto nella prima ipotesi che fosse accessibile solo ai membri tesserati. Questo è il sospetto sempre più forte, mentre altri fatti sono certezza. Come la morte di Gino Tommasino, consigliere comunale Pd di Castellammare di Stabia, ucciso nel febbraio dell'anno scorso da un commando di cui faceva parte anche un suo compagno di partito. O la presenza al matrimonio della nipote del ex boss Carmine Alfieri del sindaco di Pompei Claudio d'Alessio.

L'unica cosa da fare è azzerare tutto. Azzerare le dirigenze, interrompere i processi di selezione in corso, sia per la candidatura alla Regione che per le primarie del Pd, all'occorrenza invalidare i risultati. Non è più pensabile lasciare la politica in mano a chi la svende a interessi criminali o feudali. Non basta più affidare il risanamento di questa situazione all'azione del potere giudiziario. Non basterebbe neppure in un Paese in cui la magistratura non fosse al centro di polemiche e i tempi della giustizia non fossero lunghi come nel nostro. È la politica, solo la politica che deve assumersi la responsabilità dei danni che ha creato. Azzerare e non ricandidare più tutti quei politici divenuti potenti non sulle idee, non su carisma, non sui progetti ma sulle clientele, sul talento di riuscire a spartire posti e quindi ricevere voti.

Mentre la politica si disinteressava della mafia, la mafia si è interessata alla politica cooptandola sistematicamente. Ieri a Casapesenna, il paese di Michele Zagaria, è morto un uomo, un politico, il cui nome non è mai uscito dalle cronache locali. Si chiamava Antonio Cangiano, nel 1988 era vicesindaco e si rifiutò di far vincere un appalto a un'impresa legata al clan. Per questo gli tesero un agguato. Lo colpirono alla schiena, da dietro, in quattro, in piazza: non per ucciderlo ma solo per immobilizzarlo, paralizzarlo. Tonino Cangiano ha vissuto ventun'anni su una sedia a rotelle, ma non si è mai piegato. Non si è nemmeno perso d'animo quando tre anni fa coloro che riteneva responsabili di quel supplizio sono stati assolti per insufficienza di prove.

Se la politica, persino la peggiore, non vuole rassegnarsi ad essere mero simulacro, semplice stampella di un'altra gestione del potere, è ora che corra drasticamente ai ripari. Per mero istinto di sopravvivenza, ancora prima che per "questione morale". Non è impossibile. O testimonia l'immagine emblematica e reale di Tonino che negli anni aveva dovuto subire numerosi e dolorosi interventi terminati con l'amputazione delle gambe, un corpo dimezzato, ma il cui pensiero, la cui parola, la cui voglia di lottare continuava a prendersi ogni libertà di movimento. Un uomo senza gambe che cammina dritto e libero, questo è oggi il contrario di ciò che rappresentano il Sud e la Campania. È ciò da cui si dovrebbe finalmente ricominciare.
© 2009 Roberto Saviano. Published by arrangement with Roberto Santachiara Literary Agency

Post di: Enzo Fragapane

16 commenti:

Anonimo ha detto...

Con chi eri nelle scorse lelezioni amministrative. Rifletti. Come fai a dire questo è affiliato questo no. Ci vuole la magistratura. Tempo fa ho apreso da qualche giornale che a Santa Elisabetta ci sono 300 affiliati alla mafia. Tu lo sai chi sono? Io no. Manfiamo l'elenco dei tesserati al tribunale, che dici? Geronimo

Francesco Treseghè ha detto...

l'articolo è di Roberto Saviano, Enzo Fragapane ce lo ha segnalato e ci ha chiesto di metterlo in prima...non vedo questa aggressività contro di lui... e poi geronimo ti kiedo cortesemente di firmarti se vuoi vedere in seguito i tuoi commenti pubblicati!

Enzo Fragapane ha detto...

Io sono mafioso!
Enzo Fragapane

Enzo Fragapane ha detto...

Nel giro di 4 giorni ho capito di essere amico di Nina e mafioso!.
Enzo Fragapane

Enzo Fragapane ha detto...

La soluzione da te proposta mi sembra una possibilità.
Enzo Fragapane

Agostino Micciche' from Rome ha detto...

Secondo me 300 affiliati sono pochi!!

Anonimo ha detto...

A mio parere geronimo ha posto il problema nella sua intera crudezza. Nelle nostre zone, non solo in Campania, fa male dirlo, ma le cose stanno così. Santa Elisabetta da più di 30 anni è il comune più attenzionato dagli inquirenti. E' storia, ed è anche vero che la percentuale di affiliati è altissima come lo è a Raffadali ed ad Aragona e in altri comuni inutile far finta di non vedere. E' cronaca giudiziaria armai conosciuta da tutti. E' chiaro anche che per un partito che fa tessere il pericolo di inquinamento è reale. Non esiste per gli altri partiti, come il PDL, dove le tessere non esistono e quindi nessuno può dire reclutate mafiosi,.. sulla carta. E non si possono mandare gli alenchi alla magistratura perchè questo significa abdicare. Allora dobbiamo attenerci al corretto comportamento delle persone e degli organismi dirigenti. Appena si scopre una mela marcia si butta fuori. Penso che in Campania vada fatto un lavoro certosino non tanto sul numero delle tessere ma sulla qualità. VDV

Anonimo ha detto...

Io sono mafioso!
Caro Vincenzo io apprezzo il tuo ragionamento. Appunto se è un ragionamento che guarda il tutto e non la parte, con un occhio solo. E poi parlare di mafia e firmarsi anonimo:benvunuta omertà!. L'osservazione ci sta, ma bisogna usare bene le parole e metterle anche in ordine.
Comunque ribadisco: io sono mafioso, evitando così ogni possibile malizia sottintesa!. Evidentemente il mio amichetto non ha ascoltato le mie parole la sera del mio intervento di chiusura...per ulteriori informazioni chiedere alle persone della mia stessa lista cui parte del discorso era indirizzato.
Ringrazio Francesco Carrubba per avermi dato la posssibilità di esprimermi liberamente...
La gente vede solo ciò che vuole vedere e come lo vuole vedere: c'è chi pensa d'usare me e strumentalizzare il contenuto denso di significati dell'articolo di Saviano per togliersi qualche sassolino della scarpa stretta sabettese.
Il mio intento non era certo riprendere il discorso delle elezioni di S.Elisabetta...nè tanto meno negare che i vecchi capi mandamento provinciali sono di S.Elisabetta:le sentenze parlano in modo più specifico rispetto alle opinioni.
Detto questo, ribadisco: io sono mafioso!
Enzo Fragapane

Anonimo ha detto...

Non capisco la tua reazione. Il problema sollevato da Saviano è un questione seria e va affrontata seriamente. Ripeto il pericolo di inquinamento esiste in tutti i partiti. Però una distinzione bisogna farla c'è chi si serve di questo "inquinamento" c'è chi fa pulizia e con i propri comportamenti evita collisioni. Non parlo solo di Santa Elisabetta, il discorso va esteso a tutto il meridione. Ieri sera ho visto annozero e si parlava proprio di questo, dei rapporti della politica con le organizzazioni mafiose. La situazione adesso è aggravata dal fatto che la mafia gestisce un potere economico e polìtico enorme, non si serve più del politico diventa essa stessa politica e manda i propri affiliati a gestire la cosa pubblica. Adesso vi devo lasciare , penso, però, che una riflessione seria debba essere fatta anche per Santa Elisabetta e si debba chiedere a tutti gli operatori politici locali di non avere comportamenti "offuscati". VDV

Agostino Micciche' from Rome ha detto...

Belle parole! Sono d'accordo che in Campania deve essere fatto un lavoro certosino. E certamente Bassolino è l'uomo giusto per fare questo lavoro. Poi un pò di inquinamento qua e là capita a tutti... e Bassolino di inquinamento se ne intende.... Bassolino for president!!

Anonimo ha detto...

Agostì, chetati. Forse Saviano sarà il candidato del centro sinistra. E Bassolino fino a prova contraria è una persona onesta. VDV

Agostino Micciche' from Rome ha detto...

Fino al terzo grado di giudizio, ANCHE CUFFARO E' UNA PERSONA ONESTA!!
Perchè allora si è dimesso? Perchè non lo hanno ricandidato?
Ma chi lo sa in Italia che Bassolino è uno dei principali imputati nel processo sullo scandalo dei rifiuti in Campania? Pazienza se alla fine andrà a fare il Sindaco di Napoli...
Un grazie a Bersani, da parte di uno che ha a cuore Saviano e i campani onesti!!

Anonimo ha detto...

Bassolino non è imputato. Se non sbaglio non è stato ancora rinviato a giudizio. Hai ragione tu fino al terzo grado uno è "onesto", ma i nostri al rinvio a giudizio di dimettono non aspettano nemmeno il primo grado.
Poi la Campania poteva benissimo votare contro Bassolino e a favore dei candidati di Franceschini. Non penso ci siano tutti questi disonesti filobassolini in Campania. Non credi? Non puoi minimamente paragonare Cuffaro a Bassolino. Cuffaro ha fatto affari con la mafia mentre Bassolino fino a prova contraria l'ha sempre contrastata. Ricordi in che condizioni era Napoli quando Bassolino è stato eletto per la prima volta sindaco? Come l'ha trasformata? Con quale percentuale è stato riconfermato? Non devi farti influenzare dalle notizie truccate degli ultimi tempi e da come berlusconi ha gestito l'affare rifiuti in Campania e dal punto di vista politico e anche da quello affaristico (le imprese più importanti fanno capo a lui).Ogni tanto ripassarsi la storia fabene a tutti. VDV

Agostino Micciche' from Rome ha detto...

Chi si fa influenzare e non studia la storia soffre di solitudine e vorrebbe tanti giovani come lui!

A dover di cronaca: riporto il link di Wikipedia su Bassolino, ho scelto wikipedia proprio per non sentirmi dire che sono notizie di Berlusconi o di Travaglio!!

http://it.wikipedia.org/wiki/Antonio_Bassolino#Vicende_giudiziarie.

Riporto la parte relativa alla condanna della corte dei conti:"... Nel dicembre del 2007 era arrivata la condanna dei magistrati contabili napoletani: Antonio Bassolino, all'epoca in cui era commissario straordinario all'emergenza rifiuti, istituì, senza averne alcun titolo, un call center per fornire ai napoletani informazioni di natura ambientale, sprecando così - secondo la Corte dei Conti - ingenti risorse pubbliche, sottraendole all'emergenza rifiuti. Il danno erariale patito dallo Stato è stato quantificato dai giudici della procura regionale della Corte dei Conti della Campania in tre milioni e duecentomila euro, che Bassolino ora dovrà risarcire, in caso di conferma della condanna.[3][4] Il legale di Bassolino ha comunicato che il suo assistito ritiene infondate le accuse e che è già stato presentato ricorso alla sentenza che quindi attualmente è sospesa.[5]".
Il rinvio a giudizio per lo scandalo rifiuti è del febbraio 2008 e sempre secondo fonte Wikipedia:"Il 24 ottobre 2009 è indagato assieme al prefetto di Napoli Alessandro Pansa sul filone dei rifiuti;inchiesta relativa a presunte irregolarità nell’affidamento di lavori di bonifica di siti e falde inquinati lungo il litorale flegreo."

I nostri al rinvio a giudizio si dimettono non aspettano neanche il primo gardo... ahahahahaha!!! Bella questa!!
Sempre Wikipedia cita:"All'inizio del 2008 è tornato al centro di feroci polemiche a causa della nuova emergenza dei rifiuti nella regione Campania e nella provincia di Napoli in particolare. Il Ministro Di Pietro ne ha chiesto pubblicamente le dimissioni attraverso il suo blog.[9] Il 7 aprile 2008 annuncia l'intenzione di ritirarsi anticipatamente nel 2009 (il mandato scadrebbe nel 2010).[10][11] A Bassolino verrebbe garantita la candidatura al Parlamento europeo nel 2009: vi è chi afferma che questo assicurerebbe una motivazione politica forte alle dimissioni[12].

A seguito della frase che l'Espresso pubblica, riferita da Mastella al consuocero Carlo Camilleri «Allora hai capito o no? O ci danno una cosa o non esiste più per me Bassolino. Perché gli faccio un mazzo quadrato che non hai neanche idea. A partire dalla giustizia... Perché io so i cazzi come stanno. Glielo spieghi ad Andrea?» la Procura di Santa Maria Capua Vetere ha avviato un'indagine su l'ex guardasigilli per tentata concussione.[13]

Anonimo ha detto...

Dove è il rinvio a giudizio?. Non Sparare cazzate.In ogni modo il tempo sarà galantuomo, vedremo. VDV

Agostino Micciche' from Rome ha detto...

Wikipedia:"Nel febbraio 2008 viene rinviato a giudizio su richiesta della Procura di Napoli con ipotesi di reato che vanno dalla frode in pubbliche forniture, alla truffa ai danni dello Stato, abuso di ufficio, falso e reati ambientali, nel periodo in cui era Commissario Straordinario per l'emergenza rifiuti.[6] Il processo avrà inizio presso il Tribunale di Napoli il 14 maggio."
Cercate su youtube " Processo Bassolino".