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"Il popolo che rinuncia alla libertà per la sicurezza, non merita e non avrà né libertà né sicurezza" (Benjamin Franklin)

sabato 26 marzo 2011

La guerra in Libia? Che ce ne fotte a noi!


In questi giorni di “guerra umanitaria” ho sentito mille versioni da mille politici diversi, giornalisti e opinionisti: per alcuni la guerra era inevitabile, per altri non si doveva fare, per altri la via di mezzo e addirittura ci sono quelli che non sanno neanche quello che dicono.

In mezzo a tutta questa confusione resta il dato di fatto che l’occidente ha fallito. Abbiamo fallito perché forse oggi aiutare i “rivoltosi“ è sacrosanto, ma prima della rivolta piaceva a tutti tenere il leader dittatore al suo posto. Fino a un mese fa fioccavano in tutta Europa i trattati di amicizia ed economici con Gheddafi.

Perché dico che l’Europa ha fallito? Perché è impensabile e profondamente sbagliato pensare di mantenere la pace in questa zone disastrate e sfortunate mantenendo i TIRANNI al loro posto sperando che tutto scorra nella “normalità”. Decenni di politica europea passiva e i vari governi ”leccapiedi” dei dittatori sono la causa principale di tutto quello che sta accadendo in questi giorni in tutto il Mediterraneo.

Sembra un controsenso ma è la verità. Siamo stati noi europei e americani a vendere le armi ai vari Gheddafi, Saddam e via discorrendo… tutto questo in cambio del petrolio e interessi economici.

E proprio questi interessi economici sono la causa principale dello scoppio della guerra : gli interessi della Francia sono notevoli e non si capisce il motivo per cui Sarcozy sia diventato Napoleone da un giorno all’altro.

Se è vero che ci interessa sconfiggere i dittatori e difendere i civili perché non interveniamo pure in tanti altri paesi del mondo dove esistono guerre civili da decenni e dove muoiono ogni giorno civili? Perchè nell’Africa centrale ancora la gente si ammazza ogni giorno e noi non interveniamo?

In tutto questo manca la politica unita dell’Europa. Poi non parliamo affatto dell’Italia nostra paese si geograficamente al centro del mediterraneo, ma vergognosamente derisa all’estero per la nostra inesistente politica interna ed estera! Un paese con un governo che tratta i rifugiati di guerra peggio dei porci si merita solo tale considerazione in Europa!

1 commento:

Anonimo ha detto...

Canicattì, anche la comunità romena avrà il suo candidato a Sindaco
Scritto da Davide DifaziochiudiAuthor: Davide
Informazioni: Editore e Direttore di RedazioneAltri Articoli (2688) il 27 marzo 2011, alle 08:35 | archiviato in Photo Gallery, Politica, Politica Canicattì.
Anche la numerosa comunità romena di Canicattì avrà un candidato a Sindaco e alcuni candidati al Consiglio comunale. La notizia è trapelata in questi giorni ma il nome del candidato è ancora top secret. Secondo quanto stabilito dalla normativa a livello comunitario e nazionale , all’art 19 TCE , ogni cittadino dell’unione residente in uno Stato membro di cui non è cittadino ha il diritto di voto e di eleggibilità: 1) alle elezioni comunali nello Stato membro in cui risiede alle stesse condizioni del cittadino di tale Stato e 2) alle elezioni del Parlamento Europeo nello Stato membro in cui risiede alle stesse condizioni del cittadino di tale Stato.
L’esercizio dei due diritti si effettua secondo le modalità adottate dal Consiglio Europeo, deliberando all’unanimità su proposta della Commissione e previa consultazione del Parlamento Europeo, e tali norme possono anche derogare all’esercizio del diritto qualora sussistano particolare questioni.

Considerando che la comunità romena canicattinese è formata da oltre 7000 persone, la città di Canicattì, per la prima volta nella storia, potrebbe trovarsi ad avere un sindaco non locale. Di certo la politica locale negli ultimi anni non ha dato fiducia ai cittadini tant’è che le liste civiche sono sempre le più gettonate.

Manca due mesi alle elezioni e tutto potrebbe accadere. Di sicuro sarà una campagna elettorale molto delicata.